6 Dic 2021

La terra dei Piripkura incontattati invasa e distrutta per la produzione di carne

Scritto da: Redazione

Protetti dalla presidenza Bolsonaro, invasori legati all'industria della carne e a quella del traffico di legname stanno minacciando gravemente la vita dei Pirikpura – tribù brasiliana ancora incontattata – e dell'ecosistema di cui sono abitanti e custodi.

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Nuove foto aeree mostrano che la terra di una delle tribù incontattate più vulnerabili al mondo viene illegalmente invasa e distrutta per far spazio alla produzione di carne bovina. L’invasione in corso è una palese violazione dell’ordinanza di protezione territoriale emanata in settembre che bandisce tutti gli estranei dal territorio Piripkura per sei mesi.

È noto che nel territorio vivono due membri della tribù Piripkura, ma si pensa vi siano anche altri membri che si sono ritirati più in profondità nella foresta. Molti Piripkura sono stati uccisi nel corso di massacri passati.

Il sorvolo è stato realizzato il mese scorso per sostenere la campagna e la petizione Incontattati o distrutti (Uncontacted or Destroyed), condotta da COIAB (Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira) e OPI (Observatório dos Direitos Humanos dos Povos Indígenas Isolados e de Recente Contato) in collaborazione con APIB (Articulação dos Povos Indígenas do Brasil), ISA (Instituto Socioambiental) e Survival International.

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Nell’ambito della campagna è stato pubblicato un nuovo dossier – Piripkura: un territorio indigeno distrutto per la produzione di carne bovina – che denuncia che:

– La deforestazione effettuata per far spazio agli allevamenti di bestiame ha raggiunto un’area dove è noto che vivono i Piripkura incontattati.
– Sono state costruite strade, recinzioni e persino una pista di atterraggio, e sono stati importati centinaia di capi di bestiame.
– Il tasso di deforestazione nel territorio è “esploso” superando il 27.000% negli ultimi due anni.

OPI ha anche pubblicato un rapporto sull’invasione della terra piripkura. La ricerca ha rivelato che quello dei Piripkura è oggi il territorio dei popoli incontattati con il tasso di deforestazione più alto di tutto il Brasile. Sono già stati distrutti oltre 12.000 ettari. La campagna “Incontattati o Distrutti” richiama l’attenzione su diversi territori di popoli incontattati che attualmente sono protetti da ordinanze di protezione territoriale in scadenza a breve.

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Recentemente Rita Piripkura – l’unica Piripkura contattata – ha raccontato a Survival in un video esclusivo che gli esterni che operano illegalmente all’interno del territorio del suo popolo potrebbero presto uccidere i suoi parenti e ha denunciato che altri nove di essi sono stati massacrati durante un attacco dei trafficanti di legname.

«Non potrebbe esserci dimostrazione più lampante della totale impunità, anzi, del sostegno attivo che gli invasori godono sotto la presidenza di Bolsonaro», ha commentato oggi Sarah Shenker, responsabile della campagna di Survival per i popoli incontattati.

«Stiamo parlando di operazioni di allevamento commerciale in un territorio indigeno di vitale importanza che per legge dovrebbe essere protetto. Gli invasori si stanno avvicinando velocemente ai Piripkura incontattati, ma loro resistono con tutte le loro forze ed è quello che dobbiamo fare anche noi. Solo una grande mobilitazione dell’opinione pubblica può impedire il genocidio dei Piripkura e di altri popoli incontattati. E sapete una cosa? È anche un modo molto più economico ed efficace di proteggere la foresta amazzonica rispetto alle letali “soluzioni” promosse dai governi alla COP26».

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«L’area che abbiamo sorvolato è stata deforestata di recente per far spazio alla produzione di carne bovina», ha spiegato Elias Bigio di OPAN. «Hanno già abbattuto la foresta per sfruttarne il legname e ora la stanno trasformando in pascolo per il bestiame».

«Il Territorio Indigeno e il popolo Piripkura sono gravemente minacciati», ha commentato OPI. «Com’è accaduto per altri territori dei popoli incontattati, la distruzione è chiaramente collegata all’”effetto Bolsonaro” […] perché è proprio a partire dal 2019 che le invasioni del territorio si sono intensificate».

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