10 Dic 2021

Solar Moving: il giro d’Italia in nove giorni a emissioni zero

Scritto da: Benedetta Torsello

Nove giorni, nove ospiti e oltre tremila chilometri a bordo di un’auto elettrica ricaricata unicamente con energie rinnovabili. Quello di Solar Moving è un viaggio in lungo e in largo per l’Italia, alla scoperta delle sfide della transizione energetica, delle scommesse per il futuro e delle scelte individuali, vero motore di ogni cambiamento.

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Sognare un viaggio intorno al mondo a impatto zero

Era stata la scommessa di ventimila sterline, nella Londra di fine Ottocento, a spingere sir Phileas Fogg e il suo maggiordomo, Jean Passepartout, verso un incredibile viaggio intorno al mondo. Nelle pagine di Jules Verne, tra avventure rocambolesche, i due impiegano ottanta giorni per portare a termine la loro impresa e rendere omaggio tra le righe al progresso e alla velocità portati dalla Rivoluzione Industriale.

Dalla fascinazione per il viaggio e il sogno nel cassetto di un giro del mondo in auto elettrica – oltre che da un’amicizia di lunga data – nasce Solar Moving. In palio non un mucchio di sterline, ma la sfida di promuovere la mobilità elettrica a zero emissioni, raccontare di esempi virtuosi in giro per il nostro paese e scoprire che il cambiamento verso un futuro più sostenibile è già in atto.

Per Paolo Melandri il giro del mondo a bordo di un’auto elettrica è un sogno sin dai tempi dell’università. Ingegnere esperto in energie rinnovabili, Paolo è fondatore e CTO di Solar Moving. Al suo fianco, l’amico Giorgio Pirazzini, giornalista, co-fondatore del progetto e responsabile della comunicazione. Parigino di adozione e grande appassionato di viaggi, ne ha scritto nel suo ultimo libro, I grandi viaggiatori che hanno cambiato la storia del mondo. Ad accompagnarli in questo tour ad energia solare in giro per l’Italia, ci sono anche Gaia Brunoni, esperta di comunicazione e project manager e Mirko Boncaldo, co-responsabile della comunicazione e da sempre attento alle tematiche ambientali.

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Nove giorni, nove ospiti e tremila chilometri macinati a zero emissioni

Un viaggio intenso, condensato in pochi giorni tra la fine di luglio e la metà di agosto, che non poteva non iniziare da Bologna, dove nasce Solar Moving, sebbene sia «un’impresa nomade green», precisa Mirko. Quello del viaggio è di per sé un tempo sospeso, ma l’esperienza della mobilità elettrica, più dolce e silenziosa, diventa essa stessa narrazione e l’abitacolo dell’automobile, lo spazio intimo e raccolto per chiacchierare con gli ospiti, in attesa di raggiungere degli angoli di città da scoprire o dei paesaggi da ammirare.

Nove giorni e nove ospiti per immaginare, in un orizzonte temporale non troppo distante, il volto futuro delle nostre città grazie alla mobilità elettrica, sfatare alcuni miti legati a questo tipo di auto ed esplorare il concetto di sostenibilità in vari ambiti, dal clima all’alta moda, dall’educazione infantile all’economia, per poi arrivare fino all’attivismo ambientale, al turismo sostenibile, all’enogastronomia e persino alla leggerezza della comicità.

Trovare il coraggio di fermarsi per curare la «malattia climatica» della Terra

Per parlare di sostenibilità ambientale e «malattia climatica», il team di Solar Moving ha risalito la penisola fino alla Val Susa, dove ha incontrato Luca Mercalli, climatologo e presidente della Società metereologica italiana. «Oggi – sottolinea con forza Mercalli – ancora l’85% della base di produzione energetica globale viene da fonti fossili». Non possiamo più continuare ad abitare questo pianeta secondo il modello della crescita infinita in un sistema dalle risorse limitate, finite. «Trovare il coraggio di fermarsi», è il segreto. Quindi ridurre i bisogni, sostituire gli spostamenti con collegamenti da remoto, è fondamentale.

Solar Moving è un viaggio a energia pulita e rinnovabile. Perché la mobilità elettrica sia sostenibile infatti, occorre che l’energia venga prodotta da fonti energetiche rinnovabili e che la filiera di produzione delle batterie stesse sia trasparente e ben normata, per quanto riguarda l’estrazione delle pregiate materie prime – in particolare il litio –, lo sfruttamento della manodopera e il processo di smaltimento. Altrimenti, come ribadisce Mercalli, anche quella delle auto elettriche rischia di diventare una pericolosa «bomba ecologica».

L’intervista in quota a Mercalli è anche l’occasione per ricaricare la batteria – con l’energia elettrica prodotta dal suo impianto fotovoltaico – e per sfatare un falso mito sulle auto elettriche. Questo tipo di auto si può caricare alle apposite colonnine o grazie all’impianto elettrico di casa e non è necessario fare ogni volta il pieno: la maggior parte delle auto elettriche, infatti, ha un’autonomia tra i duecento e i settecento chilometri!

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Dalla sostenibilità ambientale alla sostenibilità sociale

Come spiega invece Barbara Antonioli, docente di economia all’Università della Svizzera italiana, quello della sostenibilità è un concetto complesso e sfaccettato che si regge su equilibri ben precisi. Si può parlare di sostenibilità ambientale, sociale e anche economica. Così la questione dell’energia rinnovabile non è mai solo ambientale, ma geopolitica: l’uso delle forme di energia pulita al posto di quella da fonti fossili, ad esempio, ridisegnerebbe lo scenario economico globale, rendendone più equo l’approvvigionamento.

Lo sfruttamento e l’ingiustizia sociale non sono sostenibili. Si parla di questo nell’intervista a Valerio Visintin, il critico gastronomico mascherato, che ogni anno visita centinaia di ristoranti, dove purtroppo non sempre i dipendenti sono pagati equamente e con contratti regolari. L’industria agroalimentare per di più è tra le principali cause del consumo e dello sfruttamento del suolo e quindi della crisi climatica globale.

A sole poche settimane fa risale il blitz di Greenpeace al porto di Ravenna, per denunciare che «la soia per mangimi è deforestazione». Oggi, sottolinea Visintin, c’è una crescente attenzione nella ristorazione all’acquisto delle materie prime, alla filiera locale, alla predilezione per i prodotti vegetali: sforzi importanti, ma basterà?

La sostenibilità sociale ha tante possibili declinazioni. Significa anche «riconoscere e valorizzare l’umanità all’interno dei capi di abbigliamento», sostiene lo stilista romano Tiziano Guardini, promotore di una moda ecouture che unisce l’originalità e l’estro dell’alta moda all’etica, intesa come «rispetto della vita. Dalla scelta di materiali sostenibili e cruelty free al rispetto delle persone che confezionano gli abiti».

Scelte individuali e cambiamenti collettivi

Dal cibo alla moda, le scelte delle persone sono alla base di un futuro più sostenibile. Se da un lato l’industria, come sottolineato da Guardini, deve concepire dei prodotti che superino la prova del tempo, dall’altra è lo stesso acquirente a doversi autoregolare. «La sostenibilità è prima di tutto un’azione individuale», sostiene Marcello Cesena, attore comico e regista di spot pubblicitari.

Proprio nella pubblicità, dove si invoglia a consumare più in fretta, si nascondono spesso le campagne di greenwashing delle grandi aziende. E il consumatore? Deve stare in guardia e imparare anche a fare delle piccole rinunce. Per Fabio Zaffagnini – fondatore di Rockin’1000, la più grande band rock del mondo con mille musicisti – la sostenibilità è invece un gesto condiviso. Solo grazie alle scelte di tutti si può fare la differenza.

copertina solar moving
Un orizzonte non così lontano

Mentre per arginare l’attuale crisi climatica occorreranno anni e un impegno serio e urgente da parte di tutti i paesi del mondo, con il passaggio alla mobilità elettrica le nostre città sarebbero, dall’oggi al domani, meno rumorose e meno inquinate. Non è un segreto che le scarse condizioni ambientali gravano sulla sanità pubblica per tutte quelle patologie dovute all’inquinamento atmosferico.

Legato a quello ambientale, come sottolineato dallo psichiatra infantile Lorenzo Benzi, vi sono forme più insidiose di inquinamento psicologico, la cui incidenza è sempre più crescente tra i bambini, a stretto contatto con la tecnologia già prima di nascere, ma al cui uso vanno educati, come in tutte le cose.

Passare alla mobilità elettrica permetterebbe di ribaltare il paradigma della velocità in favore di una dinamica di viaggio più rilassante, silenziosa e meno inquinante. Di mobilità slow il team di Solar Moving ne ha parlato anche con Sara Furlanetto, co-fondatrice di Va’ Sentiero, progetto di turismo sostenibile nato per riscoprire l’entroterra e le zone remote del nostro paese a passo lento, perché solo così si possono preservare, valorizzare e far crescere queste aree a lungo abbandonate.

L’avventura di Solar Moving non finisce qui. L’appuntamento è all’anno prossimo, per un nuovo viaggio alla scoperta del belpaese e di quei semi di cambiamento che stanno già germogliando, perché al di là delle convinzioni diffuse, come fa notare Martina Comparelli, attivista e portavoce di Fridays for Future, «il mondo che chiediamo è già qui, esiste anche in piccole parti di Milano», basta sapersene accorgere.

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