9 Dic 2021

Paolo Pallavidino: si può amare più di una persona. Ma come si fa? – Amore Che Cambia #30

Scritto da: Daniel Tarozzi
Video realizzato da: PAOLO CIGNINI

Paolo ha vissuto l'amore in molte delle sue possibili forme, sia relazionali che sessuali. In questa intervista ripercorriamo con lui punti di forza e di debolezza dei vari percorsi. Per uscire finalmente dall'eterno dolore e dal rancore generato da tradimenti, bugie, possesso e mancanza di messa in discussione.

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Negli anni abbiamo incontrato più volte Paolo Pallavidino e ogni volta lo abbiamo visto in una veste diversa. Produttore di documentari, senzatetto per scelta, cofondatore di un tempietto tantrico e ora portavoce, a titolo personale, di una vita vissuta alla ricerca di nuovi (o antichi) modi di vivere l’amore, le relazioni, la sessualità.

Come si potrà vedere nei due video racchiusi in questo articolo, Paolo è uno che ama parlare chiaro, non usa metafore e non gira intorno alle cose. Racconta con serenità di amore, matrimonio, divorzio, coppie aperte, poliamore, tradimento, masturbazione, sessualità senza eiaculazione e molto altro ancora.

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Ascoltare il nostro corpo, in particolare i nostri genitali

Tra le mille cose dette nella lunga intervista che abbiamo realizzato sulle colline alassine con Paolo, mi colpisce una frase tra tante, che esce a un certo punto: «Lavorare sull’area genitale, pelvica, mi ha portato a vivere il pene come un antenna infallibile. Se il pene diventa barzotto c’è qualcosa che mi piace, se resta fermo vuol dire che non fa per me. Non mi riferisco solo all’incontro con l’altro sesso, ma a proposte di lavoro, progetti, scelte importanti da realizzare».

A qualcuno un’affermazione di questo tipo potrà sembrare volgare, ad altri sconveniente o sciocca, ma l’idea che i nostri genitali, la nostra parte più arcaica e viscerale, possano guidarci nella vita di tutti i giorni anziché essere considerati solo negativamente ribalta completamente l’approccio che ognuna o ognuno di noi può avere con il proprio corpo.

Quante volte infatti per offendere un uomo si dice “quello pensa con le parti basse”. In questa accezione invece l‘ascolto profondo del nostro corpo ci porta in un mondo in cui quelle “parti basse” possono diventare indicatore istintuale di quello che il nostro inconscio cerca di comunicarci rispetto a una scelta o a una situazione, ma che la nostra mente si ostina a ignorare in nome di una riflessione aulica e intellettuale.

Il sesso e le relazioni amorose

Sul sesso, Paolo non si limita solo a raccontarci di massaggi tantrici o riscoperta del proprio piacere. Condivide con noi anche la sua scelta di non vivere sempre un rapporto sessuale come qualcosa di finalizzato all’eiaculazione, ma anzi di ricercare un altro tipo di approccio alla sessualità. Ne parliamo approfonditamente nel secondo video; nella prima parte dell’intervista invece affrontiamo con Paolo il tema delle relazioni sentimentali.

Anche qui la storia di Paolo è segnata da una continua ricerca. Si è sposato, ha avuto dei figli, ha divorziato – dopo aver vissuto con la moglie una relazione “a tre” –, ha vissuto altre relazioni monogame, altre aperte, altre poliamorose. «Per me questo è stato un tema fin dall’infanzia», ci confida Paolo. «Mi ricordo che le discussioni con la mia prima fidanzatina erano già legate a questo tema, che è stato il leitmotiv della mia vita: da una parte volevo andare lì, ma dall’altra il mio retaggio culturale mi portava a seguire vie convenzionali».

«Cercavo di tenere i piedi in queste due scarpe provando a non scontentare tutti», prosegue Paolo. «Ricordiamo che alla fine degli anni ’80 e agli inizi degli anni ’90 di poliamore non c’era nulla e io stesso non sapevo nulla. Dopo il divorzio ho deciso di vivere con serenità la possibilità di amare più persone. Ma come si fa? Chiaramente c’era da affrontare gelosia e insicurezze varie. Per questo, già dalla relazione successiva al matrimonio, questo è stato il tema di partenza. Stavo con una donna matura che aveva fatto i suoi percorsi e con cui potevo confidarmi ogni volta che si attivava la gelosia. In quegli anni sono entrato in contatto con il poliamore».

Così Paolo ha iniziato ad approfondire il tema delle relazioni: «Ho cominciato a comprendere anche quanto l’ascolto di sé nel mio caso fosse la discriminante. Nel frattempo ho iniziato un percorso sui decondizionamenti sessuali, sulle credenze, sulle potenzialità dell’energia sessuale come energia creativa. Ho quindi sviluppato una mia modalità personale di approccio, che integra la monogamia o il poliamore in base ai contesti, ai momenti, alle persone. La scelta non è più legata alla paura».

Già, perché secondo Paolo proprio le paure sono il motivo principale per cui in molti restano, almeno in teoria, in una relazione monogama per poi passare magari la vita a tradire ed essere traditi. Si ha paura della reazione del partner, paura di fare casino, di dire le cose in famiglia, di essere scoperti, di non essere all’altezza e così via. «Spesso – continua Paolo – un amico mi diceva che aveva una relazione con una collega, ma di “non dire niente alla mia ragazza”. Questa roba qua non mi piaceva, mi riconnetteva a un clima finto che indirettamente avevo respirato nella mia famiglia di origine, in cui c’erano queste coppie apparentemente perfette e poi invece…».

Le dinamiche legate a paure, fragilità e tradimenti comunque si presentano in modo diverso anche nelle comunità poliamorose: «Così come in passato mi sono ritrovato monogamo per paura, ho scoperto che qualcuno vive relazioni poliamorose perché ha una paura fottuta della profondità delle relazioni, di andare a sentire la carne viva, di togliersi veli. Il delirio quindi è proprio del genere umano, quando non ha voglia di mettersi in discussione e risolvere i propri casini».

Paolo poi ci racconta le varie forme di poliamore. Relazioni a tre, a cinque, casi in cui c’è una relazione centrale primaria e altri in cui manca e si vive tutto “con pari dignità”. «Alla fine è il percorso personale che fa la differenza. Se la donna che amo si innamora di uno e decide di andare a letto con lui, sta facendo una cosa bella e io la posso digerire. Ho vissuto diverse situazioni e ognuna mi ha dato tanto. Quello che mi piace è proprio il saper stare, sentire, dire sì e no. Questa cosa mi sta portando bellezza su bellezza, sempre. Il casino nasce dove non c’è chiarezza con te stesso e con gli altri».

Paolo non parla solo per esperienza personale. Ha infatti incontrato molte persone che vivono bene più relazioni in contemporanea. «Quando cambia un elemento della scacchiera – racconta – cambia tutta la conformazione. Ci vuole attenzione a non rimanere ancorato a una idea. Più sai stare, più segui il cambiamento».

pallavidino
La sua idea di amore

«In questo momento – continua – vivo una costellazione relazionale, nella trasparenza e nella onestà. Vivo la sessualità con tre sorelle e poi coccole e amicizie con altri uomini. Sono di predisposizione eterosessuale, ma mi è capitato di fare l’amore con uomini. Non ho però mai avuto relazioni di coppia con un uomo. Ho provato una grande gioia quando queste persone si sono incontrate. Non c’era competizione. Nella costellazione relazionale c’è molto rispetto dei percorsi personali».

Detto questo, Paolo non nega la bellezza della coppia “tradizionale”: «Il tema della coppia nasce in un’ottica di procreazione e famiglia. Io penso che il riconoscere un percorso di relazione di coppia faccia parte delle potenzialità dell’essere umano, ma senza caricarci tutto quello che io chiamo “romantic dream”. Se ci pensi è assurdo. Oggi tutto è dinamico, tutto si trasforma, ma la tua donna deve essere per sempre. È una forma pensiero che va contro la vita. Tutto si trasforma, anche la coppia. E allora si insiste su questo archetipo grande dolore, frustrazione e fallimento. Ciò non vuol dire che non posso stare con te per sessant’anni, ma lo posso fare solo se ti scelgo ogni giorno, in modo trasformativo, non perché lo sancisco a priori».

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