Ecco i mobility manager, per unire aziende e istituzioni nel nome di una mobilità sostenibile
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Firenze conquista il primo posto del podio per la mobilità sostenibile, a seguire Milano e Torino, al quarto posto Parma, seguita da Bologna. Roma soltanto al quindicesimo posto. Le più insostenibili sono Catania, Campobasso e Siracusa. Prato è la città con più auto di recente immatricolazione, mentre ad Ancona si sfiora il 25% di auto a basso impatto, GPL, metano, ibride o elettriche. In crescita le ciclabili, con Reggio Emilia a condurre, e purtroppo anche l’indice di mortalità sulle strade, con L’Aquila maglia nera.
Sono i risultati del “Quindicesimo rapporto di Euromobility sulla mobilità sostenibile nelle principali 50 città italiane” presentato dal segretario nazionale di Euromobility Valerio Piras a conclusione della conferenza. Il Rapporto – 21a edizione della Conferenza Nazionale sul Mobility Management e la Mobilità Sostenibile – premia le innovazioni introdotte dalle città, in particolar modo i sempre più diffusi sistemi di sharing o mobilità condivisa, valutando criteri come la quantità di auto, bici, scooter e monopattini a disposizione dei cittadini.
La conferenza si è tenuta martedì 30 novembre e si è aperta con i saluti del Presidente di Euromobility Lorenzo Bertuccio e dei rappresentanti dei ministeri competenti Carla Messina (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili) e Tullio Berlenghi (Ministero della Transizione Ecologica). L’avvio dei lavori è stato assegnato a Robert Thaler che, in qualità di Presidente EPOMM, ha riportato le conclusioni della Conferenza Europea sul Mobility Management appena tenutasi, dall’emblematico titolo “Dobbiamo accelerare il cambiamento verso una mobilità sostenibile”. Thaler ha confermato che sono i mobility manager gli attori a cui l’Europa guarda perché possano contribuire a incanalare gli investimenti dei prossimi mesi e dei prossimi anni nella giusta direzione.
E insieme al Presidente Romano Prodi – a cui Euromobility e ANCMA hanno conferito il premio annuale Pensieri&Pedali per la sua passione per le due ruote con le quali è riuscito a scalare per la terza volta lo Stelvio a 81 anni – è stata l’occasione di parlare con Piero Nigrelli e Riccardo Canesi di politica nazionale sulla ciclabilità, di politica industriale della bicicletta e di interventi per la mobilità attiva nelle nostre città.
«I progetti del PNRR sulla mobilità sono buoni – ha dichiarato il Professore – e lo dimostrano anche le reazioni da Bruxelles, ma per spendere le risorse previste servono le semplificazioni che sono cominciate ma che non sono ancora completate. Comunque o noi riformiamo, insieme all’offerta delle biciclette, anche le strade per andarci oppure arriviamo solo a metà del nostro cammino. Il problema della sicurezza è un problema tragico. Se vogliamo che i ragazzini imparino ad andare in bicicletta noi dobbiamo veramente lavorare non solo sulle biciclette ma sulle infrastrutture che devono essere capillari e sicure».
«Creiamo però anche qualche ciclabile simbolica – ha proseguito Prodi –, ad esempio una ciclabile vera che percorra tutto lo Stivale, un’infrastruttura di comunicazione europea. Ma aggiungiamo un’attenzione sull’uso quotidiano delle bici per andare al lavoro, quindi poniamoci il problema di come inserire le vie ciclabili dentro una struttura urbana che già esiste. Qui non è solo una questione di investimenti, ma di una cultura della progettazione che dia la possibilità di usare la bicicletta nella quotidianità, anche per i ragazzi per andare a scuola».
«È dal confronto tra i coordinatori dei mobility manager aziendali e scolastici delle città di Roma, Milano, Venezia, Bologna e Parma che sono emerse le principali istanze – ha dichiarato il Presidente Lorenzo Bertuccio – affinché i mobility manager possano incidere per una mobilità veramente sostenibile, non solo in tempo di Covid, ma anche quando la pandemia sarà, speriamo prima possibile, alle nostre spalle».
La tavola rotonda finale ha infatti confermato che in tutte le città si è intensificato il lavoro di coordinamento dei mobility manager di area, che c’è molto fermento e richiesta d’informazione da parte delle imprese del territorio e che è aumentato vertiginosamente il numero dei piani redatti e la mole dei dati da gestire e da mettere a sistema: «Aumenta quindi la necessità di raccogliere, gestire e soprattutto utilizzare in maniera efficiente la mole di dati proveniente dalle aziende coinvolte, anche con l’ausilio di appositi strumenti e piattaforme che facilitino il lavoro del mobility manager d’area», ha aggiunto Bertuccio.
«I mobility manager di area delle principali città italiane presenti alla tavola rotonda – ha continuato il Presidente di Euromobility – chiedono innanzitutto continuità e certezza di risorse per svolgere al meglio il loro lavoro e per mettere in campo le azioni dei singoli Piani di Spostamento Casa-Lavoro e Casa-Scuola, ma anche un intervento normativo che chiarisca il rapporto tra comune capoluogo e città metropolitana. Più efficacia è richiesta anche sul fronte dei mobility manager scolastici. L’auspicio di tutti i presenti è anche la nascita di una rete di coordinamento nazionale tra i mobility manager di area che faciliti il loro lavoro, che svolga una funzione analoga a quella che ognuno di loro svolge nella propria città. Una rete di questo tipo potrebbe essere coadiuvata dai ministeri competenti, magari con il supporto di ANCI ed Euromobility».
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