La nuova vita di Nicola in Madagascar: “Tsiryparma sostiene le foreste e i loro abitanti”
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Parma, Emilia-Romagna - «Beloma!», mi saluta Nicola Gandolfi in lingua malgasca, ma con la cadenza parmigiana. Ci sentiamo e vediamo via etere, collegati entrambi dai nostri uffici: uno, il mio, sulle montagne del Lago del Turano (RI), e lui nelle foreste del Madagascar, nei pressi di Comune di Ambositra, dove vive. Ci separano migliaia di chilometri, decine di Paesi, mari e oceani, eppure qualcosa ci lega: il desiderio di cambiare i nostri territori e di salvaguardare l’ambiente.
«Mi sentivo un ragazzo inutile a 23 anni, la prima volta che sono partito per il Madagascar. Nel mio piccolo, cerco di fare del mio meglio per essere un inutile servo di Dio dopo anni di missione. Dico “inutile”, perché comunque non cambierò nulla; “servo di Dio”, perché comunque cerco di fare qualcosa di buono per gli altri e per il nostro pianeta».
Nicola Gandolfi è il responsabile in Madagascar dell’associazione Tsiryparma. Dottore forestale e naturalista, nasce a Parma, ma rinasce una seconda volta come giovane italo-malgascio: lui è un Vasa, uno straniero, ormai residente in Madagascar da molti anni e felicemente sposato con una donna locale con cui ha due figli, Manu Tiavina e Erica MItia: Manu significa “amato” e Erica “che ama”.
Nel 2006 Nicola si trasferisce per la prima volta in Madagascar per fare una ricerca per la sua tesi di laurea in scienze forestali sul palissandro. Così, ha l’occasione di conoscere le foreste malgasce e resta incantato dalla loro magia, ma turbato dal loro grande bisogno di salvaguardia. Al tempo, Nicola era un volontario di una ONG di Reggio Emilia, grazie alla quale ha la possibilità di andare in Madagascar, quello che si dice essere il sesto continente.
«Il Madagascar ha nello spazio di un’isola tutte le caratteristiche ambientali e climatiche presenti sul nostro pianeta. Qui parliamo tutti la stessa lingua, suoniamo tutti la stessa musica tribale e abbiamo tutti un’indole pacifica e molto legata alle tradizioni locali».
Nel 2021 la ONG per cui Nicola lavorava chiude l’ambito ambientale per concentrarsi su quello sanitario. Così, lui torna in Italia, ma lascia in Madagascar il suo cuore. Con un gruppo di amici decide quindi di fondare un’associazione perintervenire attivamente sul territorio malgascio. Il 1° marzo 2021, a Baganzola, Parma, viene fondata l’associazione Tsiry Parma.
«Il nome significa “Fiore di Parma”. L’equipe locale di Tsiryparma opera nel Comune di Vohidahy promuovendolo come modello di gestione forestale sostenibile e associando azioni di matrice ambientale con altre di tipo sociale, tra cui la lotta contro i fuochi di foresta e il prelievo dei legni pregiati; la promozione di attività agricole generatrici di reddito come la coltura del caffè arabica, di vaniglia e del pepe selvatico; la costruzione dell’ospedale, di asili, scuole elementari e medie e la loro gestione; la realizzazione di piccole opere idriche quali dighe per l’irrigazione, pozzi, acquedotti e fontane; ma soprattutto il nostro primo obiettivo è la riforestazione e la tutela delle foreste naturali».
A questo obiettivo green ci arriva però gradualmente, iniziando dai problemi quotidiani e dalle esigenze primarie delle persone: «Volevamo in primis integrarci con la comunità locale e riuscire a comunicare con le istituzioni, cosa non sempre facile. E non è facile nemmeno convincere le persone a lavorare il terreno invece di bruciarlo per poi coltivarlo. Adesso per la prima volta la terra è vergine e lavorarla costa fatica, specie se si tratta di grandi appezzamenti. Noi però li stimoliamo a cominciare da piccoli spazi, li sosteniamo nel lavoro e gli spieghiamo tutti i benefici che si traggono da un lavoro ben fatto».
Nel 2016 la svolta: Tsiryparma comincia a collaborare con Treedom per la realizzazioni di rimboschimenti e piantumazioni: «Ci impegniamo a piantare 160.000 piantine all’anno coinvolgendo circa 1.800 contadini. Le specie interessate sono acacie, caffè, papaie, manga, limoni, palissandri, moringa, tefrosia, gliciridia, sesbania, neem, anacardi, tamarindi, harofy e mangrovie. Il nostro approccio è cercare di convincere il contadino a mescolare il più possibile le specie, in modo da creare un sistema agroforestale resistente, diversificato e produttivo».
A oggi l’associazione Tsiryparma opera esclusivamente in Madagascar per proteggere gli ultimi lembi di foresta naturale e favorire nuovi rimboschimenti, ma Nicola e la sua squadra di attivisti malgasci e sostenitori italiani non si ferma e porta avanti moltissimi progetti.
«Lavoriamo per contribuire alla protezione della foresta del Madagascar e della sua biodiversità promuovendo una gestione sostenibile verso l’ambiente forestale; sosteniamo la popolazione locale nello sviluppo di attività agricole e sociali; favoriamo la realizzazione di rimboschimenti e piantumazioni stimolando i contadini a un approccio agro-forestale di gestione dei terreni di coltura; promuoviamo una cultura ambientale di sviluppo sostenibile e duraturo sia in Italia che in Madagascar».
Parallelamente ci sono le attività in Italia, dove ha sede il direttivo dell’associazione: iniziative per la raccolta fondi da inviare in Madagascar, cene, bancarelle di prodotti di artigianato malgascio, lotterie, incontri vari e soprattutto attività di sensibilizzazione nelle scuole sull’importanza di salvaguardare l’ambiente.
«Tsiryparma vuole dare il suo contributo per dare un messaggio soprattutto ai giovani, dicendo loro che è possibile agire per la tutela di qualunque territorio e che è possibile vivere in modo più etico e sostenibile: cambiare si può e, anche se costa qualche sacrificio, ne vale davvero la pena!».
Invece di portare un pesce, insegniamo a pescare. Invece di regalare qualcosa, insegniamo a piantare, a riforestare, a coltivare e costruire nel modo giusto per far raggiungere l’autonomia. È questa la via per uno stile di vita sano e sostenibile. E c’è un Fiore di Parma nel cuore del Madagascar che la sta perseguendo: sosteniamoli! Beluma a tutti!
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