Festival Borgofuturo: musica, cultura e socialità per far rinascere i piccoli paesi – Io Faccio Così #339
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Macerata, Marche - A Ripe San Ginesio, un borgo della Val di Fiastra nell’entroterra maceratese, dal 2010 è in atto una rivoluzione silenziosa che nasce come aziona condivisa tra l’amministrazione e un’associazione formata per lo più da ragazzi attivi nel campo della cultura e della sostenibilità. Nasce così il festival Borgofuturo, che ha permesso di portare un tipo di offerta culturale in un territorio che, soprattutto in passato, era poco attrattivo, dinamico e stimolante e ha cambiato a livello di immaginario l’idea di borgo nel maceratese, sostituendo quella di un luogo fermo e chiuso con quella di una località pronta a innovarsi e a trasformarsi in maniera sostenibile.
Per saperne di più abbiamo incontrato Matteo Giacomelli, presidente dell’Associazione Borgofuturo. «Borgofuturo ha proposto un’offerta culturale legata sia alla sostenibilità che alle arti e alle produzioni artistiche più sperimentali in generale. Tra le prime azioni realizzate c’è stata la mappatura degli spazi inutilizzati all’interno del borgo, sia privati che pubblici, e l’apertura di un bando per l’assegnazione di questi spazi a canone agevolato», racconta Matteo.
«Sono così nati un micro-birrificio artigianale – prosegue –, il laboratorio di una ceramista che realizza seminari anche per i bambini, una sartoria che utilizza elementi naturali per tinteggiare i propri abiti e una gioielleria che dà alle pietre naturali un’altra vita. È nato anche il nuovo bar Silio, lo storico bar del borgo, che ha cambiato identità diventando un punto di aggregazione per i giovani della vallata. Grazie all’opera di rigenerazione, il Bar Silio è uno spazio multifunzionale che, fondendosi anche con l’alimentari presente da prima, è diventato un nuovo polo».
La scelta del nome non è casuale: declinare il borgo e l’immaginario del borgo medievale, tipico del territorio circostante, con un’idea di futuro possibile legato alla sostenibilità e all’innovazione. L’evoluzione di Borgofuturo è fortemente influenzata dalla storia dei singoli ragazzi che ne fanno parte. La maggior parte di loro ha vissuto o continua a vivere fuori.
«Questo contesto è po’ complesso, ti senti un po’ fuori dal giro», spiega Matteo. «Tutti noi abbiamo sentito la necessità di andare via, ma stando fuori abbiamo anche imparato ad apprezzare cose che qui hai e altrove no: la bellezza dei paesaggi e delle comunità e la spontaneità delle persone infatti sono qualcosa che non trovi facilmente in altri luoghi».
Il festival biennale Borgofuturo, organizzato a partire dal 2011, è costituito da diverse anime e visioni. C’è sempre un grande fermento e un incontro/confronto tra visioni più conservative dell’ambientalismo, legate principalmente al valore intrinseco della natura, e altre più progressiste, che vedono questo ambientalismo nelle sue diverse “applicazioni”, spesso legate anche ad aspetti socio-economici.
La decrescita felice ha fatto parte della programmazione di Borgofuturo, per molti anni ospitando anche Latouche, Pallante e Petrini. «Già nel 2019, con l’ultima edizione del festival, siamo usciti dalle mura di Ripe San Ginesio organizzando una serata di apertura a Colmurano, il borgo vicino. La scorsa estate abbiamo organizzato un’edizione speciale. Oltre ad essere stato il Festival del buon contagio è stato anche il primo passo verso una programmazione intercomunale che ha interessato sei comuni della Val di fiastra».
«Abbiamo istituito quattro tavoli territoriali che hanno coinvolto oltre 100 attori locali per definire le linee programmatiche che interesseranno l’intera valle per uno sviluppo coeso e sostenibile», dichiara Matteo. Rigenerazione urbana, identità dei comuni, educazione ambientale, cultura, enogastronomia sono stati i temi trattati. Una versione diversa rispetto a quella degli anni passati, distribuita su quattro fine settimana, consentendo uno spettacolo più disteso.
Durante il festival a Ripe San Ginesio si raccolgono 5000/6000 persone che si distribuiscono in spazi pensati appositamente per ospitare gli eventi: la piazza a ridosso della ripa di Ripe di solito accoglie gli incontri sui grandi temi della sostenibilità; l’area relax, uno spazio di passaggio, ospita gli eventi più leggeri, aperitivi o piccoli concerti musicali; troviamo infine l’arena La Cava, uno spazio abbandonato che è stato ripensato e trasformato negli anni nonché un luogo che rappresenta l’azione dell’associazione e del festival Borgofuturo.
I temi della sostenibilità non sono più d’avanguardia come nel 2010. Coinvolgere i Comuni della Valle non è stata un’operazione complessa. «Il nostro progetto – conclude Matteo – è legato alle relazioni che abbiamo costruito nell’arco di questi dieci anni. Il modello è replicabile. Alcune azioni dell’amministrazione sono applicabili in altri contesti: l’assegnazione di botteghe, la raccolta differenziata, l’attenzione sull’energia rinnovabile, la rigenerazione degli spazi. Si può fare! Bisogna attivarsi e incontrare la volontà da parte degli amministratori».
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