9 Dic 2021

Nasce un “CTS” indipendente: medici e scienziati che cercano di far luce sulla gestione della pandemia

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Lo scorso 20 novembre è stata presentata alla stampa una Commissione medico-scientifica indipendente composta da medici e professori uniti allo scopo di promuovere un dialogo aperto e pacato con il Governo e con il CTS sulle strategie di contrasto adottate contro il Covid-19. Il tutto in una cornice dialettica fondata sulle evidenze scientifiche, libera da ogni condizionamento e finalizzata al benessere della popolazione.

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Un anno e mezzo fa un imprenditore di Bologna, Fabrizio Cotza, lanciò su facebook una provocazione chiedendo la costituzione di un CTS indipendente che potesse confrontarsi con il CTS governativo. La motivazione era semplice: dal suo punto di vista le decisioni di carattere sanitario non potevano spettare a un CTS nominato da figure politiche. Perché non crearne uno composto solo da medici, scienziati, virologi, epidemiologi, professori universitari, possibilmente senza alcun tipo di conflitti di interesse, per avviare un confronto produttivo e leale?

La chiamata ha raccolto centinaia di figure professionali interessate a un dialogo costruttivo. Un primo gruppo costituitosi e rappresentato da trenta medici è entrato in contatto con l’associazione ContiamoCi diretta dal dottor Dario Giacomini e composta da 3000 camici. A seguito dell’incontro con Stefano Puzzer, il portuale a capo della protesta no green pass a Trieste, il primo gruppo di medici e quello dell’associazione ContiamoCi sono confluiti nel Coordinamento 15 ottobre.

Questo ha in seguito sostenuto la formazione – e ancora oggi ne divulga le attività – di una Commissione Medico-Scientifica (CMS) indipendente costituita da sei componenti: il dottor Alberto Donzelli, il professor Paolo Bellavite, il professor Marco Cosentino, il professor Giovanni Frajese, la dottoressa Patrizia Gentilini e il dottor Eugenio Serravalle.

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Fabrizio Cotza, promotore della Commissione scientifica indipendente

La neonata CMS indipendente «si dichiara aperta ai contributi e alla partecipazione di altri professionisti che non condividono determinate scelte del CTS». Questo nuovo organo ha stilato prime cinque domande – di oltre 30 – basate su ricerche, riferimenti e studi scientifici con l’obiettivo di promuovere un confronto aperto e alla pari, senza pregiudizi o esclusioni a priori, con il Ministero della Sanità, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il CTS e l’Istituto Superiore di Sanità, finalizzato a trovare delle soluzioni condivise ed efficaci per uscire al più presto dalla pandemia. Confronto che, al momento, è sempre stato declinato, liquidando le varie richieste fatte con un “vi faremo sapere”.

I primi cinque punti chiave su cui soffermarsi sono:

  • Andamenti della mortalità totale 2021 vs 2020 e precedenti (EuroMOMO). Mortalità totale nei RCT con vaccini a mRNA. Implicazioni.
  • Vaccini anti-Sars-CoV-2 e prevenzione dell’infezione. Implicazioni.
  • Opportunità della vaccinazione in età pediatrica.
  • Bambini e adulti non vaccinati (vs vaccinati) e rischi relativi di infezione per la comunità.
  • Sorveglianza attiva vs sorveglianza passiva e nesso di causalità nella stima degli eventi e delle reazioni avverse da vaccino. Implicazioni.

Un confronto urgente che potrebbe rivelarsi anche un’occasione per smentire una volta per tutte i cosiddetti “no-vax” e mettere a tacere le voci di complottismo. Fornire informazioni sulle diverse strategie di contrasto al Covid-19 e una maggiore conoscenza può essere molto utile a superare la paura, molto spesso alimentata in modo esagerato dai mezzi di informazione.

Oltre alle cinque questioni da trattare con la massima urgenza, la CMS propone, sulla base delle prove oggi disponibili, diverse possibili strade da utilizzare in sinergia tra loro per prevenire e/o curare in maniera efficace il Covid. «La scienza è un bene universale dell’umanità, gli studi che facciamo non servono solo a una parte della popolazione, servono a tutti ed è importante che vengano conosciuti e siano a disposizione per mettere in discussione le nostre competenze», ha sottolineato il professore Paolo Bellavite.

La lotta al Covid-19 si vince attraverso una strategia mirata e studiata che non può prevedere solo ed esclusivamente il vaccino, ma anche il contrasto alle cure sbagliate e iatrogene, un’attenzione alla prevenzione e un uso di terapie precoci, efficaci, sicure ed economiche, oltre che una particolare attenzione alla prevenzione ambientale e comportamentale..

Anche Dario Giacomini, presidente dell’associazione di operatori sanitari ContiamoCi, è intervenuto nella stessa direzione: «Bisogna portare all’attenzione dei cittadini tutte quelle informazioni che purtroppo faticano ad arrivare. Vogliamo fare in modo che si interrompa la catena che sta portando alla frattura sociale: c’è bisogno di pacificazione, occorre che le persone tornino a lavorare, che tutti i sanitari tornino a lavorare e che cittadini tornino ad avere fiducia in una sanità che li tuteli. Ricordiamoci che sono i cittadini a subire le conseguenze di queste scelte di politica sanitaria».

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Silvio Brusaferro, portavoce del CTS (foto di Vincenzo Livieri)

Posizioni scientifiche minoritarie considerate eretiche e per questo derise nel tempo si sono dimostrate veritiere; per tale ragione un dibattito fondato sul metodo scientifico non può essere evitato. «Ho sempre lavorato nella sanità, mi riconosco nel metodo scientifico e non intendo derogare da questo», ha dichiarato il dr. Donzelli. «Non chiediamo un confronto con una commissione di alternativi: siamo una componente della comunità scientifica e abbiamo posizioni e osservazioni anche critiche nei confronti di alcune delle strategie messe in opera per contrastare la pandemia».

«Riteniamo di avere un contributo importante da fornire e chiediamo di essere ascoltati», prosegue Donzelli. «Abbiamo rinnovato questo appello e restiamo fiduciosi che in maniera molto celere ci sia un confronto, chiediamo di arrivare subito a un tavolo scientifico istituzionale per interloquire rapidamente con il CTS. Il modo ordinario di procedere della scienza funziona bene quando gli interessi in gioco non sono potenti. C’è urgenza ovvia di prendere delle decisioni e c’è una grande incertezza rispetto alle strade migliori da prendere».

«Queste sono le circostanze in cui è necessario dare spazio, in una cornice di scienza post-normale, a delle componenti come nel caso nostro pienamente integrate nella comunità scientifica per il tipo di storia professionale e pubblicistica. Accetteremo in base al metodo scientifico a cui ci sottoponiamo di cambiare anche le nostre posizioni se dovesse risultare che ci siano delle prove più forti a cui faremo riferimento volentieri».

Perché evitare di fare chiarezza? Un incontro del genere potrebbe finalmente mettere fine a molti dubbi e contribuire ad un clima sociale più pacifico e costruttivo. Fiduciosi che questo avvenga, saremo lieti di informare i nostri lettori ponendoci sempre con attenzione, senso critico e rispetto delle fonti. Così come un vero giornalismo dovrebbe fare.

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