27 Dic 2021

Contro la cementificazione delle colline di Vesima: cosa sta succedendo?

Scritto da: Valentina D'Amora

“Il treno ferma in tutte le stazioni tranne Genova Vesima”. Chiunque sia entrato in una stazione ferroviaria genovese negli ultimi anni ha sentito almeno una volta questa precisazione, in attesa dell'arrivo del proprio treno. Il Comitato per la Salvaguardia del Territorio della Vesima, di fronte alla proposta di variante al PUC richiesta dall’imprenditore Giacomo Cattaneo Adorno, proprietario della quasi totalità dei terreni della collina, si fa avanti per far sentire la propria voce e la propria contrarietà alla costruzione di residenze di lusso. E richiede anche la fornitura di servizi essenziali per i residenti.

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Genova - Oltre al grande fermento della cittadinanza per la delocalizzazione dei depositi chimici da Multedo a Sampierdarena, a far discutere i genovesi in queste settimane c’è un’altra questione ambientale sollevata dal Comune di Genova, stavolta sulle colline di Vesima, l’ultimo borgo a ponente dell’area metropolitana. Cosa sta accadendo? Il Comune ha deciso di modificare il PUC per autorizzare investitori privati a costruire villette e residenze di lusso sui terreni agricoli di questa collina verde.

Elena Parodi, del Comitato per la salvaguardia del territorio – La Vesima, ci ha raccontato che, al momento, lei e tutti i membri del comitato sono in “attesa vigile”: «Restiamo in contatto con le persone che ci chiedono notizie e condividiamo sulla nostra pagina ciò che ci sembra più interessante. Ora però c’è stato un aggiornamento: la nostra petizione ha superato le 11.000 firme, per cui a breve ci muoveremo di conseguenza».

villa vesima

La petizione a cui si riferisce Elena è #TranneGenovaVesima, in cui si richiede all’amministrazione comunale di non procedere con la proposta di variante urbanistica che sulla collina di Vesima permetterebbe di edificare nuove residenze destinate anche a chi non è agricoltore di professione. Ma contiene anche l’esplicita richiesta al Comune di erogare più servizi al territorio e ai suoi abitanti.

«Dopo l’ultimo consiglio comunale a cui abbiamo partecipato stiamo aspettando di capire se la variante passerà in Regione. In tutti questi step intermedi, saremo invitati a dire la nostra ed è ciò su cui contiamo», evidenzia Elena. «Ci sono stati proposti passi più pesanti, ma abbiamo rifiutato il ricorso al Tar, perché decisamente impegnativo. Dopo un lungo confronto, come direttivo abbiamo respinto questa opzione. In ogni caso non rimarremo in silenzio».

L’ESCURSIONE DI PROTESTA

A far sentire la propria voce, in un’assolata domenica di novembre, più di cento persone si sono ritrovate per una passeggiata insieme, proprio per esplorare questo territorio minacciato dalla speculazione edilizia. Il trekking, partito da Voltri, ha attraversato Crevari e si è concluso nel pomeriggio a Vesima, dove gli abitanti della frazione hanno raccontato a tutti i presenti storia e tradizioni della valle.

«Durante l’ultima commissione consiliare, tutti i consiglieri di maggioranza hanno rifiutato di effettuare un sopralluogo in valle – sottolinea Elena – mentre i tanti partecipanti all’escursione hanno scelto di vedere con i propri occhi la situazione del territorio».

trekking protesta

LA RETE

Il comitato è appoggiato in questa battaglia da Legambiente Liguria e Italia Nostra: «Vesima è solo il primo tentativo di cementificare ancora le campagne intorno a Genova», denuncia Daniele Salvo del direttivo di Legambiente Liguria. «La giunta ha da poco ricordato i morti dell’alluvione di dieci anni fa, ma persevera nei soliti errori. Quello che sta succedendo a Vesima deve mettere in allarme il resto della città».

LA CONTROPROPOSTA

Quattro ventiseienni genovesi con in tasca una proposta alternativa votata alla rigenerazione rurale come opportunità per creare buone pratiche di sviluppo sostenibile, hanno avanzato la loro idea. «Il progetto nasce da una riflessione che portiamo avanti ormai da tempo e che si è concretizzata durante l’esperienza prolungata come WWOOFers con i contadini della Vesima», raccontano i ragazzi.

Si tratta del progetto di agricoltura sociale Le Ciappe, che ha a monte una premessa: «Ci sentiamo vittime e responsabili: vittime perché ci troviamo tra le mani un mondo precario e in cambiamento, ma senza una direzione sicura. I cambiamenti climatici esistono e ormai lo sappiamo bene e proprio perché lo sappiamo, ne siamo responsabili», sottolinea Gregorio Clavarino, portavoce del gruppo, che rimarca: «Ora siamo in attesa di una risposta. A chi dice che la Vesima non è abitabile e nessuno è interessato ad abitarla, rispondiamo che non è vero. Anzi, noi siamo pronti a partire con il nostro progetto agricolo. Proprio a Vesima».

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