Chiude la centrale a carbone di La Spezia: quali prospettive per una Liguria a zero emissioni?
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La Spezia - Un passo avanti verso un futuro più sostenibile per la Liguria: a inizio dicembre Enel ha ricevuto l’autorizzazione dal Ministero della Transizione Ecologica per la cessazione definitiva della centrale a carbone “Eugenio Montale” di La Spezia. L’obiettivo è sostituire progressivamente le fonti fossili per la produzione di energia elettrica.
«L’autorizzazione alla chiusura della centrale a carbone di La Spezia è un’ottima notizia», fa notare Donatella Bianchi, presidente di WWF Italia. «La presenza della centrale alimentata con il più sporco e inquinante dei combustibili fossili ha provocato tante sofferenze alla città e all’ambiente spezzino, oltre che al clima. Ci auguriamo che Enel, insieme alle istituzioni locali, continuerà a operare per lo sviluppo sostenibile e decarbonizzato della città e della regione», conclude la Bianchi.
UN KILLER SILENZIOSO
D’altronde, l’impatto sanitario e ambientale delle centrali a carbone attualmente operative in Europa è rilevante, come si legge dai dati tratti da “Killer silenziosi”, l’indagine realizzata dall’Università di Stoccarda, per conto di Greenpeace.
«La chiusura anticipata della centrale a carbone è senz’altro una notizia positiva, – sottolinea Andrea Sbarbaro, presidente dell’associazione Cittadini Sostenibili – ma rischia di rimanerlo solo a metà. Se l’ipotesi di sostituzione di questo impianto con uno a turbogas andrà in porto, il problema in parte resta: per quanto il gas sia meno impattante del carbone, la combustione di fonti fossili contribuisce comunque al riscaldamento globale».
Pare infatti che in al posto dell’unità a carbone ne sia prevista una nuova a gas: «In Italia – continua Sbarbaro – la crescita delle energie rinnovabili negli ultimi anni è stata inferiore che in altri paesi, principalmente per vincoli burocratici: si tratta di un problema che va affrontato con decisione. Le fonti fossili non possono essere la soluzione su cui puntare per il nostro futuro, se sono proprio loro parte del problema nel presente».
LE NUOVE PROSPETTIVE PER LA SPEZIA
Dalla decarbonizzazione alle nuove opportunità per economia, occupazione e ambiente. Quali sono le prospettive per una Liguria a zero emissioni? ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha realizzato uno studio, commissionato da WWF, per mettere in luce le soluzioni in grado di stimolare la crescita economica e occupazionale della regione, limitando al tempo stesso le emissioni a effetto serra e lottando il cambiamento climatico.
Secondo Massimo Caminiti, ricercatore di ENEA, è essenziale innanzitutto puntare sul fotovoltaico: «Essendo un’energia dipendente dalla presenza del sole, occorre sviluppare batterie capaci di accumulare energia elettrica. Questo tipo di energia, oltre a essere un’alternativa “green”, è anche un’opportunità per lo sviluppo delle imprese regionali».
A livello globale ed europeo il mercato delle energie rinnovabili è in grandissima espansione, con una crescita che non si è arrestata nemmeno nel corso del 2020. In Italia invece, negli ultimi due anni è stata rilevata una forte diminuzione delle installazioni di impianti. L’impossibilità per diversi mesi di portare avanti attività sul campo, così come l’accresciuta difficoltà di interagire con gli uffici della pubblica amministrazione, oltre all’oggettivo clima di incertezza associato all’impatto sull’economia, hanno condizionato pesantemente il nostro Paese.
In aggiunta alla divulgazione di strategie per potenziare la produzione di energia pulita, ENEA diffonde anche interventi di efficienza energetica in ambito residenziale, orientati soprattutto alla riqualificazione di edifici esistenti. Secondo un protocollo condiviso tra professionisti, imprese e artigiani, questa opportunità valorizza anche architettonicamente gli immobili rendendoli più confortevoli e ne migliora la classe energetica.
Come sottolinea Luca Mazzari del CNA Liguria, si agisce su più fronti: «Per prima cosa si libera spazio per una migliore armonia interna, anche dal punto di vista termico. Poi è importante aumentare la performance energetica, isolandosi dal freddo d’inverno e dal caldo in estate: l’uso della termoventilazione meccanica consente di cambiare l’aria senza dispersioni, con l’installazione di pannelli in gessofibra anziché mattoni e porte scorrevoli si riducono anche i costi di gestione di ogni appartamento».
Anche l’elettrificazione delle banchine portuali può rappresentare una buona opportunità di sviluppo sostenibile – oltre che di riduzione dell’impatto ambientale –, così come la lotta all’inquinamento luminoso: «Nel 2014 – illustra Davide Natale, assessore alla sostenibilità ambientale del Comune di La Spezia – l’amministrazione ha iniziato a ragionare su un modo nuovo di concepire l’illuminazione pubblica puntando sulla conversine a LED di tutti i punti luce del centro di La Spezia, con una riduzione del 60% dei consumi elettrici in meno rispetto al 2013 e un forte risparmio economico sulle spese per i consumi».
Sono tante le opzioni per trasformare La Spezia in una città più sostenibile. Il carbone e i combustibili fossili sono il passato: oggi si può voltare pagina e guardare al futuro e la Liguria può essere da esempio per tutte le altre regioni italiane.
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