7 Dic 2021

Al via le proteste di Extinction Rebellion Italia per chiedere giustizia climatica

Scritto da: Daniela Bartolini

Da ieri mattina gli attivisti e le attiviste di Extinction Rebellion, movimento nato per contrastare la crisi ecologica, sta mettendo in atto azioni nonviolente – come blocchi stradali – per attirare l'attenzione del Governo e dell'opinione pubblica, chiedendo che vengano costituite assemblee cittadine con lo scopo di far valere la giustizia climatica.

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Ha preso avvio ieri mattina alle ore 8, con un blocco stradale tra l’uscita 8 e 9 del grande raccordo anulare di Roma, la campagna a oltranza “Ultima Generazione – Assemblee Cittadine ORA!”, un progetto interno a Extinction Rebellion, il movimento nato in Inghilterra, fondato sull’azione diretta nonviolenta e sulla disobbedienza civile di massa come mezzi per indurre i governi ad agire, urgentemente, per contrastare l’emergenza delle crisi climatica ed ecologica. 

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Gli attivisti e le attiviste di XR ieri sul Raccordo Anulare di Roma
L’azione di ieri

A realizzare il blocco sul GRA, che ha creato disagi alla circolazione di mezzi e quattro chilometri di coda, sono persone comuni, disposte a tutto e che agiscono «perché non c’è futuro per i nostri figli, figlie e nipoti». «Siamo persone preoccupate – proseguono – per un imminente collasso sociale che minaccia l’Italia a causa della crisi climatica e della distruzione degli ecosistemi».

«Siamo persone comuni che lavorano nel settore operaio, dell’istruzione, della formazione, studenti e studentesse, che hanno lasciato il proprio lavoro e formazione per dedicarsi alla disobbedienza civile nonviolenta come strategia per ottenere una maggiore partecipazione democratica», hanno dichiarato a polizia, carabinieri e digos che sono intervenuti prendendo di peso attivisti e attiviste e portandoli via.

Mettono in atto una resistenza nonviolenta, consapevoli di creare disagio alla vita di molte persone e pronte a subire le conseguenze personali delle loro azioni. Soprattutto, persone desiderose di un reale cambiamento della società che, dopo decenni di manifestazioni, marce, petizioni, campagne di sensibilizzazione senza risultati sufficienti, hanno scelto la disobbedienza civile nonviolenta per fare pressione alle istituzioni per portare un cambiamento radicale e veloce.

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Il blocco del traffico questa mattina in via Aurelia
I blocchi ad oltranza

Nonostante la questura abbia scelto ieri una via fortemente repressiva, emettendo alle persone fermate otto fogli di via e otto verbali per art. 18 del TULPS e art. 340 del C.P. che imporrebbero loro di stare lontane dalla capitale dai 6 mesi ai 18 mesi, questa mattina, dalle ore 10, è stato messo in atto un nuovo blocco stradale in via Aurelia in corrispondenza di via Maglianella.

Quando stamattina i cittadini e le cittadine hanno bloccato la via Aurelia, la reazione degli automobilisti è stata molto aggressiva, una ventina di loro ha tentato di spostarli  fisicamente finché la polizia non è intervenuta accerchiando i/le bloccanti per impedire loro di ritornare in strada.

Le richieste avanzate dal movimento

Le persone fermate, una volta rilasciate, continueranno a ripetere i loro blocchi stradali a oltranza finché non verranno realizzate queste due richieste:

  • Che entro il 2022 il Governo italiano istituisca e sia guidato dalle decisioni di un’Assemblea di Cittadini/e nazionale deliberativa sulla giustizia climatica ed ecologica.
  • Che venga indetto un incontro pubblico con i seguenti rappresentanti del governo: Mario Draghi (Presidente del Consiglio), Roberto Cingolani (Ministro della Transizione Ecologica), Stefano Patuanelli (Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, M5S), Giancarlo Giorgetti (Ministro dello Sviluppo Economico, Lega), Andrea Orlando (Ministro del lavoro e delle politiche sociali, PD) e Maria Rosaria Carfagna (Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Forza Italia). Ministri e ministre che rappresentano diversi settori pubblici perché la crisi climatica ed ecologica toccherà inevitabilmente tutte le categorie sociali e lavorative ed è un tema trasversale e vitale per tutti i cittadini e le cittadine d’Italia. Tema dell’incontro: “Siamo l’Ultima Generazione di cittadini e cittadine?” per chiedere di dibattere apertamente sul futuro dell’Italia e sulla necessità della partecipazione diretta della cittadinanza per fermare l’ecocidio in corso.

Secondo le attiviste e gli attivisti di Extinction Rebellion non c’è più tempo per nessun altro approccio. Se supereremo i 2°C di aumento delle temperature, l’Italia già nei prossimi vent’anni potrebbe diventare in gran parte un deserto. Il sistema politico e la democrazia rappresentativa, sembrano non riuscire a dare risposta all’”elefante nella stanza” con cui conviviamo da tempo. Ma un cambiamento può essere ancora democraticamente scelto prima che sia troppo tardi.

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L’Assemblea deliberativa: rivoluzionare l’approccio alla gestione della vita collettiva superando le mancanze e i fallimenti della democrazia rappresentativa

Si tratta di un’Assemblea di Cittadini/e estratti a sorte. Il sorteggio avviene per sottogruppi di popolazione che si differenziano per genere, età, provenienza geografica, etnia per garantire che la popolazione venga rappresentata nella sua interezza ed equamente, dando voce anche alle minoranze. Le attività dell’Assemblea iniziano con una fase di apprendimento, in cui vengono ascoltati i pareri di diversi esperti; dopodiché i componenti dibattono, assistiti da persone che si occupano di facilitare il processo deliberativo, per giungere poi alla votazione finale.

Le persone partecipanti saranno quindi chiamate a deliberare sulla base delle migliori evidenze scientifiche e a stabilire insieme le strategie da attuare per trasformare la società per l’azzeramento di tutte le emissioni climalteranti e nel rispetto dei sistemi ecologici, in equità con tutti gli esseri viventi.

L’Assemblea, per come è costituita, supera alcune debolezze proprie del nostro attuale sistema democratico: raccoglie una pluralità di voci maggiore; è formata da persone comuni che agiscono in buona fede sulla base delle informazioni apprese; i componenti infatti non hanno interesse a riscuotere consenso elettorale e non sono sensibili alle pressioni di lobby. La loro decisione è libera da altre considerazioni che non siano il bene comune. Le decisioni che riceveranno il supporto dell’Assemblea, al di sopra di un quorum prestabilito, saranno considerate vincolanti per il Governo. 

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