Rigenerare i borghi europei: una visione per tornare nelle aree rurali nel post pandemia
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La ricerca, elaborata nei mesi scorsi dal team Integrated City Planning di Arup, costituisce una prima risposta all’esigenza di investigare un tema – il ruolo dei borghi e delle aree interne – legato alle sfide imposte dalla pandemia. Il lavoro si articola in quattro fasi. Nella prima, il contesto europeo viene studiato secondo un approccio analitico, basato sul confronto dei dati e offrendo una panoramica dei programmi e delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. In un secondo momento, sono stati raccolti e analizzati diversi casi di studio europei, utili all’identificazione dei key drivers alla base dei progetti di rigenerazione.
Come terzo passaggio, sono state condotte delle interviste con alcune figure rilevanti per l’ambito della ricerca. In questa fase è stato possibile comprendere direttamente i temi e i processi adottati in esperienze di successo, sia pubbliche che private. Infine, sono stati organizzate alcune sessioni di workshop con diversi specialisti di Arup che hanno fornito utili approfondimenti e delineato prospettive per la rigenerazione dei borghi europei. Tutti questi contenuti hanno costituito la base di una vera e propria visione, con possibili azioni per la sua implementazione.
I temi emersi in questa ricerca confermano che la tendenza a riabitare i piccoli borghi e i territori rurali in Europa ha subito un forte impulso dalla pandemia di Covid-19 e sembrerebbe destinata a crescere nei prossimi anni. In effetti, da questa prima fase dello studio, emerge che esiste già una visione europea per i suoi borghi e territori rurali. L’UE ha infatti già predisposto una serie di strumenti e risorse per valorizzare queste realtà che oggi sono considerate dei veri e propri “asset” su cui investire. Dallo studio degli esempi più virtuosi e dalle interviste a una serie di stakeholder, è stato possibile comprendere le difficoltà incontrate e i driver di successo delle iniziative. Creatività, innovazione, imprenditorialità smart, visione, sono solo alcuni dei fattori comuni ai vari casi studio.
Come si è visto, la rigenerazione dei borghi rurali ha una serie di innegabili benefici a breve e lungo termine. La cura del patrimonio forestale e agricolo evita l’impoverimento dei territori favorendo la biodiversità e la resilienza del sistema idrogeologico, oltre a contrastare il cambiamento climatico; il recupero del patrimonio costruito esistente, nell’offrire nuove opportunità abitative e occupazionali, riduce lo spopolamento e gli effetti negativi dovuti all’assenza di manutenzione; i borghi possono diventare meta di un turismo esperienziale attento e rispettoso, capace di contribuire all’economia virtuosa dei luoghi.
Tuttavia, sono emerse anche possibili criticità. Esse vanno certamente tenute in considerazione nella definizione di una visione: il rischio che alcuni borghi diventino così attraenti da essere poi sovrappopolati; il rischio di snaturare l’anima dei luoghi attraverso l’introduzione di stili di vita inappropriati; la competizione con le città nell’attrarre giovani talenti; possibili effetti “devianti” come la speculazione edilizia e la gentrificazione.
I contenuti emersi dalle diverse discussioni con gli stakeholder e gli esperti di Arup sono stati utilizzati per plasmare i pilastri alla base della visione. Questa è stata concepita con una possibile roadmap per l’implementazione, aperta e flessibile, con gli elementi chiave per la rigenerazione a livello europeo: strategia territoriale, sostenibilità, capitale umano, innovazione, rispetto delle identità locali. Per tradurre in realtà le ambizioni della visione, sarebbe necessario attuare tutte le azioni necessarie per fornire ai territori un’adeguata offerta di servizi (educazione, salute, mobilità) che incidono direttamente sulla qualità della vita delle comunità.
In conclusione, la ricerca evidenzia il fatto che le aree rurali e i grandi centri debbano essere entità non contrapposte ma complementari, soprattutto in termini di condivisione dei servizi, compresi quelli ecosistemici. Una maggiore governance e una condivisione multilivello sono quindi necessarie per raggiungere gli obiettivi di coesione territoriale.
L’uso intelligente delle nuove tecnologie – specialmente quelle digitali – può sicuramente aiutare a stabilire un’alleanza più forte tra territori, città e borghi. Le tecnologie informatiche permettono già alle persone di lavorare a distanza e di essere virtualmente connesse con il resto del pianeta. Facendolo da un villaggio, è possibile apprezzare le peculiarità della vita nei piccoli centri, avendo anche la possibilità di svolgere molte altre attività, come immergersi nella natura, praticare l’agricoltura, formarsi, dare sfogo alla creatività e così via.
La rigenerazione dei borghi dell’UE, oltre a elaborare progetti a livello locale, dovrebbe considerare strategie di pianificazione a scala territoriale, con il coinvolgimento dei vari stakeholder fin dall’inizio del processo. Si dovrebbero inoltre individuare principi e regole per la valorizzazione dei territori, puntando a ridurre al minimo il consumo di risorse non rinnovabili – come, per esempio, il suolo – e a promuovere comportamenti circolari per rispondere efficacemente alle sfide ambientali, ponendo le basi per un futuro realmente sostenibile.
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