9 Nov 2021

PIL addio, è ora di sostituirlo con il Prodotto Bene Comune

Scritto da: Redazione

Dalla rete dell'Economia del Bene Comune una proposta rivoluzionaria per cambiare gli strumenti e la concezione stessa dell'economia: dal Prodotto Interno Lordo al Prodotto Bene Comune, da un sistema che drena ricchezza per redistribuirla a pochi a uno che ha come obiettivo il benessere delle comunità. Chiunque può partecipare alla campagna collegata, firmando una proposta da presentare al G20 che si terrà l'anno prossimo.

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Alla luce del cambiamento climatico, della crisi del Covid, della perdita di biodiversità e della crescente disuguaglianza, c’è un consenso mondiale sempre maggiore sul fatto che è urgente e necessario un cambiamento fondamentale nelle nostre economie.

Di conseguenza, in occasione del vertice del G20 che si è tenuto a Roma il 30 e 31 ottobre 2021, un’alleanza di voci importanti dal mondo del business sostenibile e dell’economia del futuro evidenzia una grande debolezza del sistema economico globale. Secondo i firmatari di una lettera aperta ai Capi di Stato e di Governo del G20, l’attuale modo di misurare il successo economico è inadatto a gestire le sfide mondiali più urgenti.

La campagna per il Prodotto Bene Comune (CGP)

La lettera afferma che l’attuale Prodotto Interno Lordo (PIL) di oggi è in qualche modo incapace di misurare e quindi sostenere la prosperità umana e planetaria. Non dà informazioni ai decisori su quanto siano realmente sostenibili le nostre economie, poiché si limita a misurare solo le transazioni finanziarie.

Un nuovo indicatore in sostituzione del PIL è urgentemente necessario, un indicatore che sia in grado di offrire una nuova serie di metriche, che integri la conoscenza attuale di come l’ecologia, la sociologia, la psicologia, l’etica e l’economia contribuiscono collettivamente a stabilire e misurare il benessere sostenibile.

Così, i firmatari promuovono l’idea del “Prodotto Bene Comune” (CGP), una nuova misura innovativa che può essere usata dai decisori politici e dalla società per superare queste limitazioni. Non mira ad una crescita infinita su un pianeta limitato, quanto piuttosto ad aumentare il benessere e la prosperità delle persone e della natura.

prodotto bene comune 1

I sostenitori dell’idea del Prodotto del Bene Comune possono firmare qui le petizione che sarà consegnata al vertice del G20 dell’anno prossimo. La campagna Common Good Product Now! è un’iniziativa dell’Economia del Bene Comune, ma i suoi sostenitori provengono da un’ampia gamma di individui indipendenti, aziende e organizzazioni come Martin Rich, co-fondatore e direttore esecutivo della Future-Fit Foundation, Lebohang Liepollo Pheko, membro direttivo della South African Women in Dialogue, Dominik Eulberg, DJ e attivista ambientale, ma anche il FC St. Pauli Football Club. La campagna è stata resa possibile dal lavoro di molti volontari, tra cui il team di Karl Anders Contemporary Branding che ha contribuito al design e alla programmazione della campagna su base pro bono.

Le voci dei protagonisti

Christian Felber, co-fondatore del movimento globale dal basso Economia del bene comune, spiega: «La crescita economica, così come è attualmente misurata dal Prodotto Interno Lordo, è poco più di un’aggregazione di transazioni di mercato misurate in termini monetari, come la produzione e la vendita di armi, pane o benzina, senza considerare se contribuiscono ad aumentare o danneggiano il benessere umano e la sostenibilità ecologica. Al contrario, il Prodotto del Bene Comune sposta l’attenzione della misurazione del successo dai mezzi (denaro e capitale) agli obiettivi (benessere o bene comune)».

Sharan Burrow, Segretario Generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), aggiunge: «Le persone e il pianeta devono essere al centro di economie giuste e resilienti. Pertanto, i governi hanno la responsabilità di gestire i loro bilanci al di là di una stretta osservazione del PIL».

Kate Raworth, autrice di L’economia della Ciambella, commenta: «Per creare economie che prosperano, le nazioni devono essere guidate da metriche che riflettono il Bene Comune. Non vedo l’ora di vedere i risultati di questa iniziativa innovativa – il crowdsourcing di un nuovo approccio per valutare la salute dell’economia futura».

«Come azienda dedicata a utilizzare il business per fare del bene, ci siamo impegnati a misurare le nostre prestazioni sociali e ambientali secondo uno standard di parte terza indipendente. Perché non dovrebbero farlo anche i governi?», si chiede Mike Bronner, presidente del pionieristico movimento biologico Dr. Bronners.

felber covid
Christian Felber

«I promotori della campagna sottolineano che essa ha lo scopo di dare un impulso ai leader mondiali, spingendoli a consentire lo sviluppo e la diffusione di metriche alternative. I parametri per definire il Prodotto del Bene Comune non sono un modello universale, ma dovrebbero essere singolarmente co-sviluppati dal parlamento nazionale o dai cittadini sovrani in assemblee rappresentative o da altri processi partecipativi innovativi che rafforzano le nostre democrazie».

Christian Felber aggiunge: «Il CGP in questa fase di sviluppo non è né un modello scientifico pienamente definito né vincolato a questo nome. Ci sono attualmente molte elaborazioni di questa idea che stanno crescendo in tutto il mondo, come la Felicità Nazionale Lorda in Bhutan, il Better Life Index dell’OCSE o l’Happy Planet Index attualmente rilanciato».

«Non importa come lo chiamate. Ciò che conta è il fondamentale cambiamento di mindset e il coinvolgimento delle persone. Si tratta della loro vita e del loro benessere. Se riusciamo a misurare la ricchezza delle nostre economie in modo veramente sostenibile, abbiamo una potente leva per la transizione. Non possiamo lasciare che siano i consumatori a salvare il mondo. Dobbiamo sollecitare i leader dei paesi più potenti a cambiare i parametri delle nostre economie su più larga scala».

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