5 Nov 2021

Emys, la “biscia con la corazza” di Albenga che resiste all’estinzione

Scritto da: Valentina D'Amora

Emys è il nome scientifico di una particolare testuggine palustre – non tartaruga, che è quella marina! – che vive solo nell’area di Albenga. L’omonima associazione Emys ne promuove la conoscenza, la tutela e la valorizzazione, con particolare attenzione al territorio in cui vive, per scongiurarne l’estinzione.

Salva nei preferiti

Savona - Bissa scurzoa, biscia con la corazza. Chi è? Un tempo era la regina indiscussa delle paludi albenganesi, mentre oggi fa di tutto per resistere all’estinzione. È la testuggine palustre albenganese, la Emys orbicularis Ingauna. Fino agli anni ’60/’70, in Liguria la popolazione di Emys era molto numerosa: era talmente facile da incontrare che pescatori, agricoltori e i frequentatori più assidui dell’area avevano coniato l’espressione bissa scurzoa proprio per identificarla.

Con il passare del tempo però, la bonifica delle zone umide, l’uso di prodotti chimici in ambito agricolo e il prelievo di esemplari in natura hanno portato la specie a un lento declino, tanto da essere considerata “virtualmente estinta” già negli anni ‘90.

Tuttavia il ritrovamento casuale di due esemplari nel 1994 fece subito mobilitare i ricercatori dell’Università e dell’Acquario di Genova. Dopo ci fu la raccolta di testimonianze presso gli abitanti della piana di Albenga, della Val Varatella, della Val Maremola e del Merula che consentì di verificare la presenza di alcuni nuclei isolati e ricostruire una distribuzione recente nell’area del savonese.

Testuggine palustre Oasi Valloni Pino Piccardo
Emys – Foto di Pino Piccardo – Oasi I Valloni

IL CENTRO EMYS

Oggi un gruppo di ricercatori, che ha come riferimento il Centro Emys di Leca d’Albenga, sta lavorando a un progetto di tutela che ha l’obiettivo di proteggere dall’estinzione questo piccolo vertebrato ligure, osservabile solo in quest’area geografica. Nel 2004 infatti è stato riconosciuto come sottospecie endemica per alcune peculiarità morfologiche che lo distinguono dalle popolazioni limitrofe, del Var e in Toscana. Il centro alleva le Emys ingaune e le rilascia nella piana di Albenga, il loro habitat d’origine.

A fine 2017 il WWF Savona ha acquisito l’area di Valloni, un antico deposito marino con una cava abbandonata, nel Comune di Villanova d’Albenga: proprio qui è stata fondata la prima oasi WWF in Liguria, che ospita il principale nucleo di questa testuggine. Nel centro c’è un’area attrezzata con vasche per ospitare gli animali e uno spazio dedicato alla formazione e all’attività didattica rivolta alle scuole.

«Anche se l’oasi Valloni attualmente è chiusa al pubblico – spiega Marco Piombo, delegato per la Liguria di WWF Italia – si può visitare previo appuntamento. Sono previste solo visite guidate sia per i privati, che possono essere accompagnati da una guida dello staff WWF nel weekend, che per le scuole, anche se per visite di taglio didattico-scientifico possono accedere all’oasi anche durante i giorni feriali».

Marco Piombo sottolinea che il centro Emys sta lavorando molto bene: «A giugno sono stati rilasciati diversi esemplari e abbiamo in previsione anche altri eventi di rilascio, il tutto nell’ambito del progetto europeo Life+ Emys, a cui partecipano il WWF, insieme all’Università, all’Acquario di Genova, varie associazioni del territorio ed enti, come la Regione Liguria, l’Arpal, l’Ente Parco di Montemarcello Magra».

GLI OBIETTIVI

Chi lavora al progetto Emys si augura che la conservazione di questo prezioso animale palustre contribuisca anche a recuperare ambienti quasi del tutto scomparsi nell’albenganese, come stagni e canneti e, di conseguenza, anche a farne rinascere la flora e la fauna, dai pesci agli uccelli acquatici, passando per anfibi e invertebrati.

Anche se oggi il numero di testuggini palustri presenti in natura è aumentato proprio grazie al lavoro del progetto Emys, il percorso è ancora lungo, ma ognuno può fare la propria parte per tutelare questa specie simbolo della biodiversità ligure.

Emys testuggine
Centro Emys

Innanzitutto, è importante non liberare in natura le testuggini acquatiche acquistate nei negozi: si tratta di specie esotiche che mettono in pericolo la flora e la fauna locale. Proprio a questo proposito, nell’ambito del progetto europeo Life+ dedicato alla Emys, è nato “Attenti a quelle due”, un libretto educativo rivolto ai bambini dai 7 ai 10 anni, per sensibilizzare più persone possibili sull’importanza di non rilasciare specie “straniere”, una delle principali minacce per la sopravvivenza della Emys, con cui entra in competizione per gli spazi e per le prede.

«Sono state rilevate anche specie alloctone di alcuni pesci che possono creare danni alla fauna locale, più sensibile. Proprio per questo stiamo lavorando sia per sensibilizzare la cittadinanza che per individuare gli esemplari “stranieri” e spostarli in luoghi più adatti a queste specie», conclude Piombo.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Gli orsi sono pericolosi? I numeri dicono che la caccia uccide 220 volte di più
Gli orsi sono pericolosi? I numeri dicono che la caccia uccide 220 volte di più

Umani, lupi, orsi, cinghiali, cervi: come convivere? – Soluscions #1
Umani, lupi, orsi, cinghiali, cervi: come convivere? – Soluscions #1

I veri safari etici non sono quelli che vediamo su Instagram
I veri safari etici non sono quelli che vediamo su Instagram

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(7) "liguria"