CateriSana: un laboratorio artigianale per creare lavoro grazie al carciofino selvatico
Seguici su:
Catanzaro - Nel 1800 in Inghilterra si era sviluppato un movimento di protesta operaia chiamato luddismo. I luddisti si schieravano contro l’introduzione dei nuovi macchinari nell’industria, perché ritenuti causa di disoccupazione e salari bassi. Quello che potrebbe succedere in un paesino della Calabria è esattamente il contrario: c’è un progetto che ruota attorno ad un macchinario e allo stesso tempo attorno a un prodotto legato alle tradizioni del paese, il carciofino selvatico.
A portarlo avanti sono i giovani di CateriSana, laboratorio artigianale di Santa Caterina dello Ionio fondato da Salvatore Dolce che «cerca di dare vita a un movimento agricolo di impatto sociale che sappia creare le giuste condizioni di sostenibilità per un progetto di valorizzazione dei prodotti e delle pratiche locali».
Da quando è nata, l’azienda si è concentrata sulla produzione di conserve artigianali a km0, basate sui prodotti del territorio e in particolare sul carciofino selvatico. Quest’ultimo è un prodotto simbolo del paese e cresce spontaneamente nelle sue campagne. Ed è il fulcro attorno al quale ruota il progetto di CateriSana.
«In questi anni abbiamo prodotto conserve di carciofini selvatici lavorandoli a mano», ci racconta Raffaele Dolce, fratello di Salvatore e amministratore di CateriSana oltre che fondatore dell’Avamposto Agricolo Autonomo. «In questo processo abbiamo sempre lavorato coinvolgendo gli abitanti del paese, utilizzando le tecniche di mondatura tradizionali, che sono molto faticose da sostenere».
È per questo motivo (ma non solo) che hanno deciso di lanciare una campagna di crowdfunding per la creazione di un macchinario che automatizzerà questo processo: «Si tratta di una macchina che alcuni ingegneri hanno progettato appositamente per noi sulla carta, venendo qui a conoscerci e a studiare il carciofino». È quindi una novità assoluta, che permetterà di lavorare grandi quantità di carciofini con minor fatica.
In questo caso però la macchina è soltanto un mezzo, uno strumento per portare un cambiamento e un coinvolgimento ancora più attivo nel territorio caterisano: «Con questo crowdfunding non vogliamo soltanto avere la possibilità di acquistare la macchina, ma anche di aprire un laboratorio più grande e pagare i primi mesi di stipendio per chi collaborerà con noi nell’azienda».
Lo spiega Sofia De Matteis, anche lei della squadra di CateriSana e di Avamposto Agricolo Autonomo. «Vogliamo creare opportunità di lavoro per gli abitanti di questa area, soprattutto i giovani, e portare avanti un processo che possa innescare una svolta in questo territorio basata sulla cooperazione dal basso».
Il tutto sempre tenendo conto della sostenibilità: i carciofini, così come gli altri prodotti che l’azienda realizza, continueranno a essere lavorati in modo naturale ed ecologico. Un approccio che si estende anche a chi completerà il team di lavoro di CateriSana.
«Vogliamo creare una squadra solida, in cui si lavori cooperando e in cui le decisioni vengono condivise e prese in maniera orizzontale», aggiunge Sofia. Per il momento, a coordinare i lavori ci sono Raffaele, Salvatore, Sofia e Domenico Conidi, caterisano anche lui, tutti giovani under 30, ma l’obiettivo è coinvolgere altri giovani del territorio e creare possibilità concrete, reali.
Il recupero e rinnovamento di una tradizione simbolo del paese sono in questo caso il volano per creare qualcosa di nuovo, senza però snaturare le pratiche locali né il rapporto con il territorio e i suoi abitanti: sono tutti elementi centrali e costitutivi dell’agire di CateriSana. Anche con un macchinario mai usato prima.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento