2 Nov 2021

Cascina Rapello rinasce: sarà una casa nella natura per educare piccoli e grandi

Scritto da: Elena Rasia

È attiva la campagna di raccolta fondi per sostenere il bellissimo progetto di riqualificazione della settecentesca Cascina Rapello portato avanti dalla cooperativa sociale Liberi Sogni. L'obiettivo? Ristrutturare lo stabile e renderlo adatto a ospitare laboratori, concerti, dibattiti, lezioni e numerose altre attività incentrate sull'educazione ambientale e sulla valorizzazione del territorio e delle sue tradizioni.

Salva nei preferiti

Lecco, Lombardia - «Il mondo è grande, ma partiamo da qui», scrivono da Liberi Sogni. Per loro il “qui” è il progetto Cascina Rapello, un luogo in cui convivialità e armonia abbracciano la natura, sul Monte Di Brianza, in provincia di Lecco. Liberi Sogni ha lanciato il 16 ottobre 2021 la raccolta fondi “Vivi e sostieni Cascina Rapello” – di cui Italia Che Cambia è media partner – per la ristrutturazione di questo cascinale settecentesco immerso nel bosco e incorniciato da imponenti castagni secolari che caratterizzano il panorama.

Cascina Rapello è un generatore di consapevolezza, un ritorno alla terra e alla cura dei prodotti che consumiamo sulle nostre tavole, alla creatività e alle relazioni umane da coltivare con lentezza, al di là della frenesia quotidiana che ci travolge.

Quando rinascerà ospiterà al suo interno diversi ambienti da vivere e condividere: un’aula didattico-formativa, un laboratorio di trasformazione dei prodotti della terra e del bosco, un magazzino per i prodotti agricoli, un’aula polifunzionale in cui si terranno concerti, conferenze, spettacoli, uno spazio di ospitalità per il pernottamento e uno dove pranzare e cenare. Sarà tutto accessibile anche a persone con disabilità, realizzato in gran parte con materiali naturali ed ecologici.

Adriana Carbonaro, responsabile dell’ufficio stampa della cooperativa sociale Liberi Sogni, mi ha fatto varcare la porta di Cascina Rapello raccontandomi questo sogno che sta prendendo forma diventando realtà.

Com’è nata l’idea di Cascina Rapello?

In questi anni la nostra Cooperativa ha sviluppato progetti educativi, sociali e culturali in diversi contesti del lecchese: scuole, comuni, musei. Ancora oggi continua a farlo, ma sentivamo forte il bisogno di un luogo tutto nostro che non dipendesse dal tal bando o dall’incarico di turno. Cercavamo un posto sul Monte di Brianza, luogo a noi molto caro perché è qui che dal 2010 realizziamo progetti di educazione in natura e tutela ambientale per minori, ma anche per giovani e adulti, in connessione con le associazioni locali, le amministrazioni comunali e le scuole: i campi estivi residenziali, il crazy-bosco, la libera università del bosco.

cascina rapello 4
Parlaci del luogo che avete individuato.

Così dopo mesi di ricerche, nell’estate del 2020 abbiamo scoperto la settecentesca Cascina Rapello, una cascina abbandonata e da ristrutturare, raggiungibile a piedi e incastonata tra 9 ettari di terrazzamenti e boschi di castagno. Ci è parso subito il luogo ideale per accogliere tutte le nostre progettualità in una dimensione più quotidiana. La Cascina e i terreni sono stati acquistati con un mutuo dalla Cooperativa, mentre per la ristrutturazione e lo sviluppo del progetto contiamo su una comunità di persone che ci credano insieme a noi e che, in varie forme e secondo le proprie possibilità, possano partecipare a questo percorso di ritorno alla natura e alla terra.

Avete già qualche idea su come impiegare la cascina?

Il primo lockdown è stata l’occasione per ripensarci come cooperativa e ridiscutere i nostri sogni e obiettivi. Più tempo passavamo imprigionati in casa, più cresceva la voglia di uscire, di stare all’aria aperta, di compiere quel salto che coltivavamo nei cuori da tempo. Abbiamo sempre lavorato a contatto con il verde tra torrenti, boschi e sentieri di montagna, ma volevamo che il nostro rapporto con la natura assumesse un carattere quotidiano e non solo settimanale o stagionale, perché l’agricoltura richiede una relazione quotidiana, così come la cura degli animali – abbiamo trovato quattro asine sul posto, che abbiamo adottato con amorevolezza e rispetto per chi abitava questo luogo prima del nostro arrivo.

Questa è oggi la nostra nuova casa. Qui è dove abbiamo scelto di tornare alla terra e dove trovano e troveranno dimora tanti progetti sociali, culturali e ambientali per grandi e piccini. Cascina Rapello, diventerà sempre più un polo sperimentale e accogliente di ritorno alla natura e alla terra, con linguaggi e forme sempre nuove, di riscoperta di saperi e tradizioni antiche ma anche un incubatore che darà spazio e sostegno a tanti sogni e nuove idee.

cascina rapello 5
A chi si rivolgeranno le attività che svolgerete qui?

Ci rivolgiamo in primo luogo a minori: bambin* e ragazzi*. Ma, come in tutte le nostre progettualità, adottiamo un approccio intergenerazionale e inclusivo, costruendo contesti accoglienti in cui ciascuno possa stare bene e trovare la sua dimensione, senza creare ghetti. A Cascina Rapello quindi puoi trovare l’anziano volontario che, insieme a giovani adulti con disabilità accompagnati dai loro educatori, si dedica alla cura dell’orto; giovani tirocinanti con fragilità, impegnati nella manutenzione del verde e a supporto degli eventi culturali per famiglie; gruppi di studenti delle scuole superiori che con i loro insegnanti partecipano ad attività di team building in natura; giovani di comunità minori e famiglie con bambini e ragazzi che in una domenica di ottobre autocostruiscono le porte da calcio con i pali di castagno e poi si cimentano in un torneo di calcio “selvaggio” sulle balze.

È proprio una cascina per tutti e tutte, ciascuno con le proprie esperienze, carattere, talenti e peculiarità. Tutti accomunati dalla voglia di trasformazione, di riscoprire le cose buone, le relazioni genuine. Alla ricerca di amore, bellezza e felicità.

In che modo natura e uomo si incontrano qui?

Ci piacerebbe che la relazione con questo spazio fosse il più possibile ecocentrica, in punta di piedi: vogliamo gradualmente ristrutturare la cascina, prenderci cura del bosco attorno, tornare a coltivare quei terrazzamenti che probabilmente risalgono al 18esimo secolo, per dialogare con la natura senza offenderla. L’approccio che ci guida e ci ispira è quello dell’agroecologia, un modello molto antico che si basa su tecniche maturate nella connessione profonda tra le comunità e i territori, i luoghi e soprattutto i limiti che segnano i luoghi.

Oggi il concetto di limite viene comunemente considerato con un’accezione negativa, in realtà è bene ricordare sempre che ogni cosa ha un limite. Hanno un limite la velocità, la confidenza, la vita stessa, tutto quello che facciamo. Ivan Illich parla di “austerità”, ma con un’accezione positiva, che significa esattamente tornare al cuore di ciò che ci rende felici: recuperare il tempo per noi stessi, per i nostri figli e per le nostre passioni, come una sorta di “allenamento di ritorno all’essenza”. In una dimensione di austerità positiva e low-tech possiamo ripensare gli equilibri tra ambiente, lavoro dell’uomo e tecnologie sostenibili per coltivare una visione migliore del mondo e dei sistemi di produzione.

Cascina rapello 2
Quali progetti nasceranno in cascina?

Alcuni progetti sono già partiti: “Io nel bosco”, un percorso articolato in cinque incontri per avvicinarsi alla natura attraverso diverse discipline artistiche per persone con disabilità e non solo; l’orto sociale-didattico, che ora ospita gli ortaggi invernali e in cui è possibile autoraccogliere i prodotti; gli eventi nei week end sportivi, culturali, artistici per bambini e ragazzi con un’attenzione ai soggetti fragili; un corso sul tema della transizione ecologica, e uno esperienziale di relazione e avvicinamento all’asino in partenza a novembre; le gite con attività e laboratori in natura per le scuole, le comunità minori, i centri estivi; la campagna di raccolta fondi per la ristrutturazione della Cascina.

Altri progetti sono in cantiere o vorremmo ampliarli e svilupparli, ad esempio l’attività agricola e forestale per la quale stiamo costituendo un gruppo di lavoro di giovani del territorio interessati a sperimentarsi e cimentarsi in questo ambito con un taglio sociale, inclusivo ed educativo, l’addestramento e lo sviluppo di una proposta educativa e didattica con l’impiego delle nostre quattro asinelle. Sarà fondamentale, per rendere possibile tutto questo durante tutto l’arco dell’anno, avere un luogo fisico al chiuso e ben attrezzato che possa ospitare tutte le progettualità.

Un ritorno alla natura e alla terra dove i sentieri si tracciano insieme, secondo le possibilità di ognuno.

La raccolta fondi è attiva qui. Sognare insieme è magia.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Riabitare l’appennino creando comunità: ecco tre storie di chi ha scelto di restare (o di tornare)
Riabitare l’appennino creando comunità: ecco tre storie di chi ha scelto di restare (o di tornare)

“Vieni a vivere in montagna”, il progetto per riabitare i territori alpini
“Vieni a vivere in montagna”, il progetto per riabitare i territori alpini

Salvare i borghi italiani dall’overtourism: ecco le proposte del turismo responsabile
Salvare i borghi italiani dall’overtourism: ecco le proposte del turismo responsabile

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

|

Terapie psichedeliche: una soluzione ancestrale ai disturbi mentali?

|

Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

|

Dalla crisi ecologica alla disumanizzazione delle guerre, l’amore è la risposta

|

Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

|

Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

|

Luana Cotena e il suo concetto rivoluzionario di capo d’abbigliamento

string(9) "nazionale"