Le valigette, due mamme artigiane realizzano giochi tattili per i più piccoli
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Savona - Basta tablet! Alessia e Cristina sono due amiche artigiane di Albenga che hanno deciso di unirsi per creare giochi educativi che da cinque anni accompagnano la crescita di tantissimi bambini, liguri e non. Proprio con l’intento di far trascorrere alle famiglie “tempo di qualità” nascono Le valigette e i loro coloratissimi quiet book, libri tattili in stoffa capaci di sviluppare nuove competenze o di implementare quelle già acquisite.
Sempre alla ricerca dei migliori materiali per realizzare le proprie creazioni, Alessia e Cristina sono anche in continua formazione pedagogica seguendo il metodo Montessori, per proporre ai più piccoli giochi – sicuri e certificati CE – che fanno da “ponte” tra genitore e bambino, incentivandone la relazione.
Ho deciso di intervistarle per farmi raccontare il loro percorso.
Quietbook, valigette didattiche e di prescrittura, tovagliette e rotoli di stoffa da colorare sono oggetti che racchiudono attività importanti per lo sviluppo, da svolgere a casa ma soprattutto fuori, magari in pizzeria, in macchina, nella sala d’attesa di un ambulatorio: com’è nata l’idea di proporre ai genitori un’alternativa “colorata e tattile” a tablet e cellulari?
Il nostro intento è stato sin da subito offrire degli strumenti che stimolassero in primis i genitori a disabituarsi dal proporre tablet e altri dispositivi elettronici al ristorante, sull’autobus o in situazioni di noia, soprattutto fuori casa. Spesso in questi contesti si vede il genitore tirare fuori dalla tasca quell’alternativa “troppo facile” che va però a bloccare la creatività del bambino ed è proprio questo ciò per cui io e Cristina ci siamo sempre battute. Con una proposta stimolante e creativa invece il bambino ha modo di far viaggiare la fantasia: ogni valigetta o quiet book racchiude al suo interno tantissime attività che consentono al piccolo intrattenersi in maniera costruttiva e creativa, anziché passivamente.
Perché vi siete avvicinate alla pedagogia montessoriana?
Ci siamo rese conto che sull’educazione e sulla pedagogia oggi esiste un mondo, ricco di informazioni, di libri e di correnti. La pedagogia di Maria Montessori però ci ha colpito subito, sia per la semplicità dei materiali – naturali e di recupero – che per gli approcci. Così abbiamo scoperto i quiet book e i giochi tattili, proposte educative molto affini al nostro modo di pensare. Nel frattempo io (Cristina) ho frequentato un corso di formazione sul tema, rivolto a insegnanti e a non addetti ai lavori, con un’apertura anche a influenze un po’ più moderne. Rispetto a qualche anno fa troviamo che ora sia molto più facile, per un genitore interessato ad approfondire, reperire informazioni – su Instagram, per esempio – e ci sono moltissimi professionisti che condividono il proprio sapere e realizzano podcast su vari temi pedagogici.
Siete mai state nelle scuole del territorio a portare un po’ della vostra creatività?
Sì, abbiamo curato alcuni laboratori creativi all’interno delle scuole, come quello sulle emozioni. Abbiamo creato un percorso che partiva dalla lettura e arrivava al gioco, dove ogni bimbo aveva la possibilità di tirare fuori le proprie esperienze legate a ogni singola emozione. Con il disegno creativo, poi, abbiamo realizzato tutti insieme il calendario delle emozioni che poi le insegnanti hanno appeso in classe. In aula abbiamo portato anche incontri incentrati sul cucito, sviluppando la manualità fine: durante il periodo natalizio creiamo insieme le calzine della befana e le stelle per l’albero di Natale e ogni bambino ritaglia la propria stella per la punta dell’albero. Tutte queste attività aiutano i bambini a concentrarsi e a sviluppare il “saper fare”.
Quali reti territoriali avete messo in piedi in questi anni di attività?
Lavorare sul territorio non è semplice: in questi anni abbiamo sperimentato un’apertura e un interesse più di nicchia, anche se sono diversi i professionisti con cui lavoriamo. Quest’estate per esempio abbiamo collaborato con il campo estivo di Altopia: insieme a una docente di scienze abbiamo progettato e realizzato un libro tattile intitolato “Il viaggio della luce”. Attraverso il gioco e il tatto i bambini sono riusciti a interiorizzare anche concetti un po’ più difficili e hanno sicuramente compreso l’importanza di imparare giocando. Abbiamo all’attivo anche collaborazioni con pedagogiste e nutrizioniste: abbiamo realizzato libri-gioco sull’alimentazione, ideati appositamente per aiutare i bambini con difficoltà alimentari, libri per sviluppare la proprietà di linguaggio o per imparare la routine della giornata e i nomi delle varie attività quotidiane.
Il tatto è, quindi, una vera fonte di nutrimento emotivo e cognitivo per i più piccoli, che hanno bisogno di stimolare tutti i loro sensi. E di stare lontani dai dispositivi elettronici.
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