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Imperia - Vi ricordate dei Delfini del Ponente? Sono un gruppo di biologi marini e naturalisti sotto i 35 anni che si dedica alla tutela della biodiversità marina, alla divulgazione scientifica e all’educazione ambientale su più fronti. Proprio qualche giorno fa il team di giovani ricercatori ha avvistato la tartaruga liuto, un animale raro nel mar Mediterraneo.
L’INCONTRO CON LA TARTARUGA LIUTO A POCHI METRI DALLA COSTA
«Ci trovavamo a circa un miglio dalla costa, durante una delle nostre uscite per il monitoraggio della fauna marina costiera», spiega la biologa Elena Fontanesi, vicepresidente dell’associazione. «Poco prima del porto di Aregai, in provincia di Imperia, abbiamo notato una macchia nera in mare. Inizialmente eravamo convinti fosse un sacchetto di plastica da raccogliere». Poi la sorpresa. Man mano che il team di ricercatori si avvicinava ecco l’impressione diventare certezza: si trattava proprio di una tartaruga liuto.
«Era la prima volta che la vedevamo. In tanti anni di studi, ricerca e monitoraggio in mare non ci era ancora capitato di osservarla così da vicino ed è stato stupefacente, proprio come osservare un animale preistorico: spesso ai giovani appassionati parliamo della tartaruga liuto come del dinosauro del mare!».
LE CARATTERISTICHE DELLA TARTARUGA LIUTO
Questa tartaruga è la più grande al mondo e può anche superare i 2 metri di carapace, arrivando anche a pesare 700 chili. «Si tratta di una specie che non si riproduce nel Mediterraneo e, nonostante sia una delle tre tipologie di tartarughe che si possono incontrare nel nostro mare – insieme alla Caretta Caretta e alla Tartaruga Verde – la liuto non nidifica qui, quindi è molto raro avvistarla. Questo animale attraversa lo stretto di Gibilterra e arriva nel Mediterraneo quasi esclusivamente per il foraggiamento».
Il suo menu? Organismi planctonici gelatinosi, come le meduse, e, per trovarli, spesso si spinge anche in mari piuttosto freddi, fino a latitudini subpolari.
LA TARTARUGA LIUTO È UNA SPECIE A VULNERABILE E “A RISCHIO”
Il mar Mediterraneo è ricco di cibo, ma è anche molto pericoloso: purtroppo tanti avvistamenti di tartaruga liuto riguardano esemplari morti a seguito di traumi riportati dopo le collisioni con i natanti oppure a causa di grandi quantità di plastiche ingerite o perché rimaste impigliate in reti o altre attrezzature da pesca.
Proprio per questo motivo, per molti anni la tartaruga liuto è stata considerata a rischio di estinzione, anche se dal 2013 il suo stato da critico è stato modificato in vulnerabile all’interno della Red List dell’IUCN: «L’attenzione nei confronti delle specie marine è aumentata significativamente negli ultimi anni. Non solo noi ricercatori, ma anche le persone che normalmente si trovano in mare hanno imparato a diminuire la velocità di navigazione in determinate aree e a fare attenzione agli incontri con gli animali marini, rispettando la fauna, e soprattutto adesso riportano avvistamenti inusuali, fornendo importanti informazioni alla comunità scientifica», sottolinea la Fontanesi.
Nonostante la maggiore sensibilità collettiva, la tartaruga liuto resta comunque a rischio e la popolazione globale è in diminuzione: il numero di nidi in alcune aree del mondo si è drasticamente ridotto, il successo di schiusa delle sue uova è molto basso, anche a causa dei cambiamenti climatici in corso, a cui la specie è molto suscettibile, e i piccoli che riescono a raggiungere il mare e che sopravvivono sono pochissimi per nidiata. «È evidente che sia necessario mettere in atto delle misure di salvaguardia per la conservazione di questa specie così vulnerabile».
QUALI MISURE METTERE IN ATTO?
La tutela parte ancora prima della nascita di queste tartarughe: attualmente, soprattutto nel versante dell’oceano Pacifico, si sta registrando un declino molto drastico dei nidi, legato certamente al cambiamento climatico ma anche a delle abitudini scorrette, come i prelievi dei nidi, che avvengono ancora in alcune parti del mondo.
Una volta superato lo stretto di Gibilterra, molti degli esemplari che entrano nel mar Mediterraneo purtroppo vengono avvistati e ritrovati senza vita. «Anche se si tratta di un animale rarissimo qui, occorre mettere in atto le norme di comportamento conformi al rispetto dell’ambiente che sono sempre valide: per esempio, in presenza di un animale, è importante diminuire la velocità dell’imbarcazione, raccogliere le attrezzature da pesca galleggianti, avvisare la capitaneria di porto, in caso di avvistamento degli esemplari in difficoltà, che valuteranno l’eventuale intervento di un veterinario esperto».
Infine, anche l’ingerimento di plastiche è un ulteriore pericolo che si va a sommare a tanti altri.
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