In Sudafrica per proteggere gli animali: la storia di Alberto e Francesco
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Torino - Partire per andare lontano, avventurandosi in una terra affascinante e sconosciuta, a stretto contatto con la natura circostante. È quello che hanno fatto Alberto Fontana e Francesco Vimercati, due ragazzi di 27 e 21 anni, partiti in estate per il Sudafrica con il progetto Wildlife di WEP.
Wep è un’organizzazione internazionale con sede a Torino che è al servizio dei giovani e che segue ogni anno circa 5000 ragazzi in partenza dall’Italia verso 65 Paesi e in arrivo nella nostra penisola da tutto il mondo. I suoi programmi sono variegati: comprendono soggiorni di gruppi scolastici durante l’anno (stage linguistici) o durante l’estate (vacanze-studio), corsi di lingua all’estero, programmi di lavoro, stage o viaggi solidali all’estero.
Tra le varie iniziative, oggi vi parliamo del programma Viaggi Solidali, un progetto dove avventura, divertimento e solidarietà si intrecciano per dare una vita a un’esperienza formativa per i giovani. Il progetto al quale hanno preso parte Alberto e Francesco prevedeva una totale immersione nel regno animale sudafricano e i due ragazzi, in quanto volontari, hanno svolto numerose attività: dalle ricerche sugli animali selvatici della regione e dalla raccolta di informazioni, agli studi sugli spostamenti degli animali, sui loro comportamenti e sulle loro abitudini alimentari, senza dimenticare i lavori di manutenzione del Kruger National Park e la campagna di protezione contro il bracconaggio.
“Rispetto verso il nostro Pianeta”
«Ho svolto due settimane di volontariato presso il Kruger Park in Sudafrica, ero all’interno della savana e alloggiavo all’interno di un camp a conduzione familiare», ha raccontato Alberto, che arriva dalla provincia di Vicenza. «Il programma prevedeva di preservare, curare e censire la fauna all’interno del Parco, ma solamente entro quei 15 km² di competenza della Wtsa/WEI, ovvero l’organizzazione locale per cui ho collaborato».
«Le attività riguardavano principalmente dei trasferimenti in pick-up all’interno del parco per osservare gli animali e raccogliere dati sulle loro caratteristiche (specie, sesso, età, quantità, stato) e quelle del luogo in cui li trovavamo (posizione, distanza, vegetazione). Nel pomeriggio solitamente c’erano dei corsi per approfondire le caratteristiche della flora e fauna locale».
Il viaggio in Sudafrica ha permesso ad Alberto di guardare da vicino una difficile realtà: «Sicuramente è stata un’esperienza che mi ricorderò per sempre proprio perché mi ha offerto molta felicità, ma quello che mi piacerebbe raccontare è una cosa che ho appreso e che forse certe persone già conoscono, a proposito della salvaguardia di alcune specie di animali. Ad esempio, purtroppo, il rinoceronte è un animale in via di estinzione e ciò che mi ha lasciato attonito è il perché stia scomparendo: il disinteresse con cui i bracconieri uccidono questi animali».
Alcuni infatti si limitano a rimuovere parte del corno lasciando comunque l’animale in fin di vita, altri compiono un vero e proprio assassinio a sangue freddo perché effettuano l’esportazione quando l’animale è ancora vivo, lasciando il rinoceronte agonizzare in una morte cruenta.
“Amare la terra e non sfruttarla all’inverosimile”
«Cercavo un progetto dove potermi immergere in una cultura nuova, poter visitare posti con paesaggi stupendi e conoscere nuove persone», ha spiegato Francesco, genovese. «Sono stato un mese in una riserva naturale nella provincia del Limpopo nella Greater Kruger Area. Ho scelto questo posto sia per via dei paesaggi (molto variabili grazie alle dimensioni della regione, dalla giungla alla savana) sia per la fauna, che era poi l’aspetto di mio interesse per via della gigantesca varietà di animali e di specie, come nel caso dei cosiddetti “Big 5” (leone, elefante, bufalo, leopardo e rinoceronte)».
Il progetto al quale ha partecipato Francesco si suddivideva principalmente in due parti: la prima consisteva in un lavoro fisico di manutenzione e mantenimento della riserva mentre la seconda in un lavoro di ricerca. «Durante la fase di ricerca uscivamo tutti insieme con le jeep e giravamo per la riserva osservando gli animali che incontravamo e raccogliendo dati».
«L’aspetto che mi ha colpito di più è stata sicuramente la possibilità di potermi immergere così tanto nella natura e nel vivere quotidianamente in mezzo ad animali mai visti prima, imparando a convivere con questi. Sul piano puramente didattico ho conosciuto un paese nuovo e con una storia molto interessante, ricevendo moltissime informazioni sulla savana come nel caso della flora, la fauna e i problemi che la affliggono».
Il viaggio, tra ricerca ed esplorazione hanno così permesso ad Alberto e Francesco di rinnovare il loro senso di civiltà e salvaguardia verso il Pianeta perché, come Alberto racconta, «il rispetto verso il nostro Pianeta che ci ospita è un dovere civico che tutti dovremmo sentire».
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