Emerging Communities: scopriamo insieme i progetti virtuosi dell’Europa che cambia
Seguici su:
Rieccoci. Nuovamente in viaggio. Questa volta però ci spingiamo fuori dai confini nazionali, per raggiungere la Germania. Sì, perchè noi di Italia che Cambia abbiamo avuto la grande opportunità di essere parte di un progetto internazionale che ci vedrà collaborare con altre sette organizzazioni in una dimensione europea. Il progetto si chiama Emerging Communities e il suo scopo, proprio come ci suggerisce il nome, è “far emergere” le comunità locali attraverso lo scambio di esperienze, nuove conoscenze e creando connessioni che superino i confini.
Così questo viaggio, tra il 14 e il 18 ottobre, ci ha portati a Berlino e Potsdam, dove siamo stati ospitati per cinque giorni dell’associazione Inwole. Come vi abbiamo già raccontato qui e qui, la collaborazione con Inwole è già collaudata da diverso tempo: negli anni passati infatti, abbiamo avuto il piacere e l’opportunità di ospitare un gruppo di persone tra cui attivisti e membri di associazioni tedesche all’interno del progetto di mobilità per adulti “Lernen fur die Zukunft” (Imparare per il futuro), per mostrare loro i progetti italiani virtuosi e improntati alla sostenibilità, alle politiche virtuose e a nuovi modi di fare comunità.
Emerging Communities durerà tre anni e ci vedrà, a ogni incontro, ospiti di una diversa organizzazione europea: esploreremo i rispettivi progetti, conosceremo le iniziative locali basate su nuovi modelli sociali, ambientali ed economici, costruiremo ponti tra i diversi stati e ci confronteremo sulle possibili collaborazioni da avviare in futuro.
Possiamo dire che questo primo incontro in Germania abbia rappresentato una prima e bellissima occasione per addentrarci nei reciproci “mondi”. Così abbiamo avuto modo di conoscere i nostri nuovi compagni di avventura: c’era Open Cultural Centre di Barcellona, che lavora per l’inclusione dei rifugiati e organizza progetti culturali ed educativi volti all’integrazione.
Communitism, una comunità aperta di professionisti e creativi che ad Atene fa rivivere edifici abbandonati o sottoutilizzati trasformandoli in beni comuni, c’era poi Conceptual Politics di Novi Sad, un’associazione di cittadini e sostenitori che in Serbia si stanno impegnando a promuovere una politica a favore delle persone, dell’autogoverno locale e della partecipazione diretta e diretta dei cittadini alla governance; Pervolarides, associazione che a Salonicco recupera cibo invenduto per donarlo ai senzatetto e promuove l’agricoltura sociale; Ethos, realtà attiva a Copenhagen che promuove uguaglianza e cooperazione attraverso azioni di solidarietà comunitaria e coscienza ecologica. Non poteva poi mancare ImWandel di Berlino, figlio, fratello, prolungamento, spin off di Italia che Cambia che da anni racconta esperienze di cambiamento in Germania.
Il nostro tour è iniziato da Inwole, che in questi anni ha dato vita a un progetto che di certo merita un articolo a sé e che non vediamo l’ora di raccontarvi al più presto: Projekthaus Potsdam. In questo cohousing, dove Inwole ha la sua sede, viene svolta la maggior parte delle attività dell’associazione. Projekthaus è un luogo che vuole creare una società basata sulla di solidarietà.
Petar Atanackovic, uno dei fondatori e organizzatore del progetto Emerging Communities, ci ha portati alla scoperta di questo centro auto-organizzato dove attualmente vivono una trentina di persone. Insieme, abbiamo visitato i laboratori dove si svolgono attività creative e artigianali, la falegnameria, le aree comuni dove poter passare il tempo e gli spazi all’aperto, dove gli abitanti si incontrano per socializzare. Abbiamo scoperto come Projecthaus in questi anni sia diventato un luogo dove mettere in pratica alternative sociali, abitative e di comunità, e dove contribuire a creare una società più solidale.
Accompagnati da Luca Asperius, che da diversi anni dall’Italia si è trasferito in Germania, dove ha esportato la visione di Italia che Cambia e dato vita a Imwandel e ai due portali dedicati a Berlino e alla regione del Brandeburgo) abbiamo visitato alcuni progetti che in lingua internazionale sono considerati “best practices”, che potremmo tradurre con “pratiche virtuose”. Quello più rappresentativo a Berlino è il Tempelhofer Feld, parco che sorge a sud del quartiere di Tempelhof-Schöneberg e che è nato sull’area che ospitava l’ex aeroporto internazionale della città. Passeggiando per questo enorme parco, abbiamo conosciuto la sua storia: Tempelhofer Feld è un esempio concreto di resistenza dei cittadini alla privatizzazione. Questi, grazie alle loro lotte e attraverso un referendum, sono riusciti a proteggere il parco, mantenendone la funzione pubblica e permettendogli così di essere come lo vediamo oggi, proprio come lo vediamo oggi. Al suo interno sono presenti aree di svago, si svolgono festival, manifestazioni sportive, eventi per la cittadinanza e alcuni hangar sono stati convertiti in campi di emergenza per rifugiati.
Durante il nostro soggiorno a Potsdam e Berlino, tra visite alle città e momenti progettuali, non ci siamo infine fatti mancare l’occasione di conoscerci. Abbiamo capito che ciò che ci connette e che oltrepassa qualsiasi barriera territoriale, linguistica e culturale, è la voglia di contribuire a una società migliore: ogni organizzazione nel suo piccolo si impegna quotidianamente per coinvolgere la comunità in cui vive e renderla più attiva, per facilitare un cambiamento che arrivi dal basso e che parte proprio dai bisogni delle persone. C’è chi lo fa tramite il cibo, chi attraverso azioni politiche. C’è chi si prende cura dell’ambiente e chi crede nella rigenerazione urbana per ripensare i luoghi in cui viviamo. In qualsiasi maniera si declini questo impegno, una cosa è certa: il nostro viaggio è solo all’inizio.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento