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Matera, Basilicata - Da ormai due anni a Matera la festa della Bruna non viene celebrata con i consueti festeggiamenti. Il 2 luglio è considerato da oltre seicento anni il giorno più lungo per la città lucana, cadenzato da rituali e processioni in cui la cristianità incontra simboli e allegorie ancestrali. Il tempo per la prima volta sembra essersi arrestato, interrompendo una tradizione che occupa i ricordi e le memorie di generazioni di materani. A narrare questo tempo sospeso e occupare l’attesa per i prossimi festeggiamenti, nasce il progetto della Bottega Diffusa, «un’esposizione d’arte itinerante», così me la descrive il suo giovane ideatore, Eustachio Santochirico.
A Matera tutti lo conoscono come Uccio, eppure il suo vero nome racconta della sua città tanto quanto la sua passione per la cartapesta, ereditata dal nonno quando era solo un bambino. Eustachio infatti è il santo patrono della città e dell’arte povera della cartapesta, una delle principali forme di espressione dell’artigianato locale, tramandata da generazioni. Dopo una lunga esperienza di lavoro nel sociale, la collaborazione con la cooperativa di Matera “Oltre l’arte”, da circa cinque anni Uccio si dedica unicamente alla lavorazione della terracotta e della cartapesta.
Artista artigiano – così si diverte a definirsi – Uccio ha iniziato a frequentare la bottega di un maestro cartapestaio all’età di quattordici anni. L’inizio dell’apprendistato è stato solo l’apice di una passione coltivata sin da piccolo, quando con l’aiuto del nonno, si divertiva a costruire delle miniature del famoso carro della Bruna, portato in processione ogni 2 luglio. Sin da tempi immemorabili due delle più celebri famiglie di cartapestai della città di Matera si alternavano ogni anno nella costruzione del carro.
Oggi è un bando pubblico che ne affida la realizzazione a una delle botteghe cittadine. Nel 2020 Uccio vince il bando per realizzare il carro che tanto lo aveva fatto sognare da bambino: «Si tratta di una grandissima opera d’arte: un carro di dodici metri di lunghezza per sei di altezza, costruito in legno e cartapesta», mi racconta Uccio.
In occasione della festa della Bruna, il carro viene fatto sfilare per la città e poi preso d’assalto dai materani e distrutto. Il carro in processione compie tre giri attorno alla piazza principale prima di essere finito dai cittadini, a conclusione delle celebrazioni in onore della Bruna.
Lo “strazzo del carro” – come lo chiamano i materani – è un bagno di folla rituale, il culmine di festeggiamenti religiosi simbolo della vita che si rinnova e di un principio rigeneratore alla base di tutto: ogni anno infatti il carro viene ricostruito e distrutto nuovamente dagli abitanti della città, in un ciclo incessante di fine e rinascita. Un omaggio a questa festa viene fatto persino nell’ultima apparizione cinematografica dell’agente segreto più famoso di sempre, nelle sale proprio in questi giorni con No Time to Die.
A causa della pandemia, l’opera realizzata da Uccio è rimasta chiusa nella fabbrica del carro. La tradizione, infatti, vuole che nessuno veda il capolavoro compiuto prima dei festeggiamenti, sospesi da ormai due anni. «In questo lungo frangente di attesa, ho realizzato dei manufatti di cartapesta tutti rigorosamente incompiuti, come sospeso è il tempo in cui ci troviamo», prosegue Uccio.
Cornici, rosoni, cherubini, canestri di frutta che normalmente decorano il carro, ora addobbano vetrine e scaffali dei negozi di Matera. «Inizialmente ho proposto l’idea ad alcuni amici, proprietari di negozi e botteghe, del centro storico e soprattutto delle periferie. Man mano il numero di negozi che hanno iniziato a ospitare questi manufatti è cresciuto ed è nata una rete di solidarietà e reciproco aiuto tra i commercianti locali».
Rifacendosi all’idea dell’ospitalità diffusa, la bottega immaginata e realizzata da Uccio nelle vetrine di altri negozianti della città è un omaggio in primis a Matera e ai suoi abitanti, ecco perché anche le periferie fanno da sfondo a questa mostra d’arte itinerante. Per Uccio infatti l’arte non è mai fine a sé stessa, ma è un valore aggiunto per la comunità. Nel lavoro di Uccio artigianato e impegno sociale sono differenti declinazioni di una passione antica, ereditata come un patrimonio familiare.
I manufatti esposti, che richiamano i preziosi ornamenti del celebre carro, non sono in vendita, ma andranno un giorno a formare nuove opere d’arte, mi spiega Uccio. Per ora, nelle vetrine di Matera, ricordano ai suoi abitanti che questo tempo sospeso prima o poi finirà in vista di un nuovo inizio. Come per il carro della Bruna, che ogni anno rinasce simbolicamente dalle spoglie di quello dell’anno precedente.
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