Asilo nel Bosco: cos’è e perché può essere la soluzione per questo momento storico
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Imparare all’aria aperta, facendo crescere i più piccoli a stretto contatto con la natura è l’obiettivo principale di qualsiasi progetto di Asilo nel Bosco. Si tratta di una particolare tipologia di scuola dell’infanzia, molto diffusa soprattutto nei paesi nordici, che sperimenta un metodo educativo innovativo da svolgersi per la maggior parte all’aperto. Ed è proprio in questo campo che entra in gioco Francesco Bernabei, sviluppatore sociale, promotore e sostenitore di idee e attività degne dell’attenzione collettiva in merito allo sviluppo sociale vero e proprio.
Grazie alla sua esperienza, forte di oltre 600 progetti educativi, e alla sua profonda conoscenza in merito all’apertura di Asili nel Bosco, abbiamo intervistato Francesco ponendogli alcune domande inerenti a questa realtà, sempre più diffusa anche in Italia.
Cos’è un Asilo nel Bosco?
«Per Asilo nel Bosco si intende un insieme di pratiche di tipo culturale e ludico-ricreativo con finalità educative che coinvolgono minori, soprattutto nella fascia di età che va fino ai 6 anni. Le modalità possono essere diverse e possiamo trovare Asili nel Bosco in cui non è presente una struttura di accoglienza e i bambini stanno all’aperto tutto il tempo, come altri che invece sono delle vere e proprie scuole dell’infanzia regolarmente autorizzate con la possibilità di alcune attività in outdoor. Per come la vedo io, anche se non è un’opinione molto condivisa, quello dell’Asilo nel Bosco è un progetto educativo che tiene presente l’esigenza di rimanere all’aperto da parte dei minori e organizza attività consone a questo senso. Quindi lo stare all’aperto non è solo un’attività tra le tante, ma è quella intorno alla quale gravita tutto il resto».
Come si fa ad aprire un Asilo nel Bosco?
«I modi sono diversi e cambiano in relazione all’ente gestore. Direi che il più comune è quello dell’associazione (culturale, sportiva, di promozione sociale) che associa tutte le famiglie e propone una condivisione dei costi di gestione senza realizzare lucro. Poi c’è anche la possibilità dell’autogestione da parte delle famiglie stesse per mezzo dei gruppi informali e di eventuali semplici accordi presi direttamente con educatori/educatrici, animatori sociali e altre figure di riferimento.
Ovviamente, quando rimaniamo nel non commerciale, è tutto più semplice e le formalità si limitano ad aprire l’ente di riferimento, gestirlo, regolare i contratti di lavoro, assicurazione, affitto e poco altro. Nel mondo del commercio e dei servizi, invece, occorre eseguire tutto quello che è previsto anche dal punto di vista dell’ente gestore e degli eventuali percorsi di accreditamento».
Quando e perché ti sei avvicinato all’Asilo nel Bosco?
«Anni fa sono stato contattato da un gruppo di educatori che cercavano idee per gestire e mantenere, in modalità economica, un Asilo nel Bosco e non trovavano conforto o praticità in quello che veniva loro raccomandato da commercialisti e avvocati. Per me il mondo del no profit non ha niente di complicato ed è nato e cresciuto proprio nell’ottica di portare a compimento le attività con la massima semplicità possibile. Questo è un potere non indifferente perché tutto diventa più facile se non vendi nulla e non intendi fare profitto. Valutando meglio quindi tutti gli aspetti burocratici si è potuto raccogliere materiale sufficiente per generare un modello di sviluppo possibile senza investimenti, con la finalità di aprire e condurre un progetto di Asilo nel Bosco».
Che cosa ti ha spinto a puntare molto nei progetti di Asilo nel Bosco?
«Ci sono vari elementi che giudico veramente innovativi inerenti al progetto di Asilo nel Bosco, che mi hanno portato ad allargare il campo di azione in questo contesto: la libertà di auto organizzarsi senza troppi vincoli, producendo anche un ampliamento dell’offerta di attività per minori, ambito da sempre carente e limitato; la possibilità di creare un modello di educazione parentale in cui i genitori restano coinvolti nei progetti e non sono semplici utenti; la concreta opportunità di dare lavoro e significato professionale a tanti soggetti che sono prossimi a questi mondi, ma che non vi possono accedere tramite le vie tracciate dai requisiti per i servizi, e così via. Insomma mi sembrano vari e buoni elementi da cui ne possono evolvere e scaturire molti altri».
Perché qualcuno dovrebbe aprire un Asilo nel Bosco?
«Il desiderio di stare in natura è forte e in epoca di Covid lo è anche di più. Lo chiedono le famiglie, lo vogliono i bambini, lo indicano anche gli atti di governo. Si sta in natura perché si possono fare esperienze dirette della realtà che ci circonda in un mondo che si sta votando sempre di più al virtuale. Si insegna ai bambini che la natura è abitabile senza troppa fatica e che si vive in un’altra dimensione quando si accetta di non limitarsi alle strutture artificiali, e in questo modo si possono fare scoperte fondamentali su di sé, gli altri, le relazioni e il bisogno di coinvolgersi.
Pensate quale esperienza è fare la capanna. Quando si propone una casetta di plastica nei parchi, la prima cosa che succede è che i bambini corrono dentro e la occupano cacciando gli altri o semplicemente quelli che non vogliono. Nell’Asilo nel Bosco “fare la capanna” vuol dire mettere d’accordo tutti e darsi da fare insieme perché si realizzi un progetto comune che da autenticamente gioia e comprensione di tante cose».
Quale gestione burocratica e amministrativa sta dietro un Asilo nel Bosco? Cosa vi è da sapere sulla veste giuridica, i contratti di lavoro e la gestione dei pasti che stanno alla base di questo modello educativo all’aperto? Queste e molte altre domande verranno affrontate da Francesco Bernabei nel prossimo webinar gratuito online “Aprire un Asilo nel Bosco”, si terrà il 20 ottobre alle 21.15.
Il corso sarà strutturato in vari moduli che, dopo una lezione introduttiva, si concentreranno sulla progettazione vera e propria dell’Asilo nel Bosco, sulla scelta della veste burocratica, sulla sua gestione sociale, sui contratti di lavoro, sugli affitti degli spazi, sulla gestione dei pasti e sugli aspetti assicurativi. Infine, si cercherà di comprendere come dare stabilità a un progetto, come quello dell’Asilo nel Bosco, nel lungo periodo, tenendo in considerazione le limitazioni di questo momento storico provocate dal Covid.
“Aprire un Asilo nel Bosco” è un corso rivolto particolarmente a genitori, educatori, gruppi, insegnanti, operatori dell’infanzia e a tutte le persone interessate ad approfondire gli aspetti legali, amministrativi e di gestione burocratica per l’avvio e la gestione di un progetto educativo innovativo. Attraverso l’uso di un linguaggio chiaro e autentico e la grande esperienza di Francesco Bernabei, questo corso punta a essere un percorso formativo online accessibile a tutti, pratico e veloce, che va ad approfondire la tematica dell’Asilo nel Bosco sia ai più curiosi sia a chi possiede già un buon bagaglio di conoscenze in merito.
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