Torri Superiore: dopo la grandinata l’ecovillaggio ha bisogno di sostegno per rinascere
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Imperia - Torri Superiore è un ecovillaggio di Ventimiglia che sorge all’interno di un antico borgo strappato all’abbandono e ristrutturato casa per casa. Offre ricezione turistica, ospita ciclicamente corsi di formazione e porta avanti numerose coltivazioni ad agricoltura naturale. E in più ha anche contribuito alla diffusione della facilitazione.
Oggi questa realtà di incontro e di intreccio culturale ha bisogno di aiuto: a fine luglio una violenta grandinata notturna ha distrutto i vetri delle serre che garantiscono gli alimenti alla mensa della Cooperativa Sociale di Comunità Ture Nirvane e a due mense della cooperativa SPES, oltre rifornire un gruppo di acquisto solidale di circa 200 membri.
«Quella notte è stato ferito il territorio stesso che ci ospita», racconta Massimo Candela, uno dei pionieri di Torri Superiore. «Viviamo in una terra di confine: in una fase della storia è stato il confine dell’Impero di Roma, oggi è il confine con la Francia. Chi vive sul confine ha la sensazione di percepire l’evolversi degli eventi prima degli altri, a volte sembra che gli stessi eventi accadano a una potenza superiore oppure che arrivino mescolati insieme, tutti sovrapposti in uno stesso istante».
L’ACCADUTO
«Era l’una di notte del 31 luglio. In un turbine di vento, con fulmini così ravvicinati da creare alcuni lunghi momenti di luce costante, sono cadute dal cielo palle di grandine grandi come chicchi d’uva, alcune di dimensioni pari a palle da tennis. Una furia inusuale in due successive ondate, mai vista dalla gente del paese. Poi un’aria carica di elettricità, densa di ozono e di profumi così pungenti da lasciare prurito nelle narici».
I vetri pericolanti sono stati abbattuti in emergenza dal proprietario delle serre, insieme a numerosi volontari delle associazioni del territorio. In autunno dovrà essere completata la rimozione di tutti i vetri rimasti e ci si dedicherà alla pulizia dei terreni. Il lavoro per rimettere tutto in sicurezza è enorme e dai costi insormontabili per una realtà sociale come Torri Superiore. Parliamo di oltre 90.000 euro. Per questo è stata attivata una campagna di raccolta fondi per sostenere la rinascita di questo “sogno collettivo” e contribuire ad affrontare i danni della tempesta di grandine di fine luglio.
«L’attuale momento storico che stiamo vivendo è, di fatto, un freno irreversibile nei confronti del “sistema serre” in questa zona geografica. Quando avevamo optato per il vetro, questo materiale era la scelta migliore possibile. Ora però quelli che stiamo vivendo sono anni climatici instabili, per questo la riflessione sul da farsi è ancora completamente aperta. A fine settembre cercheremo di dare una risposta a questo punto di domanda rimasto in sospeso. D’altronde, quello che sta succedendo e che succederà in questa zona del ponente ligure, adesso e nei prossimi anni, ha bisogno di risoluzioni concrete».
LE OPZIONI
Una possibilità è smantellare le serre in vetro e scegliere una copertura in policarbonato, che funziona benissimo contro la grandine, ma è molto costosa. D’altronde la produzione agricola deve ripartire, per questo ogni aiuto sarà importante. «La nostra grande forza sono i terreni, la rete e i tanti soci. E anche se non abbiamo ancora trovato una soluzione al problema, renderemo trasparente tutto il percorso decisionale: dichiareremo cosa riusciremo a realizzare e le scelte prese a tutta la cordata che sta sostenendo la nostra raccolta fondi».
Torri Superiore è un presidio sociale, oltre che un ecovillaggio in terra di confine, che sta da tempo registrando difficoltà a portare avanti il dialogo e lo scambio con i territori lontani e che sta affrontando svariate criticità, tra cui le infrastrutture in crisi e le conseguenze dell’emergenza sanitaria.
La campagna di raccolta fondi si trova sulla piattaforma Produzioni dal Basso. A questo link ci si può unire ai tanti sostenitori che non vogliono che il sogno di Torri Superiore si spenga per sempre.
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