Ortometraggi Film Festival: gli orti urbani ospitano la rassegna dedicata all’ambiente
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Torino - Si chiamano Carlo Conversano, Matilde Ugolini, Leonardo Moiso, Giorgia Cino, Carola Mambrini e Michele Grosso e Matteo Bilotto: sono tutti under 30, pieni di entusiasmo e accomunati dalla medesima passione per il cinema e la sostenibilità. Ed è proprio attraverso il cinema che hanno deciso di parlare delle tematiche ambientali che stanno loro a cuore, per sensibilizzare grandi e piccoli alle urgenti questioni del nostro tempo.
Così, insieme, sono l’anima di Ortometraggi Film Festival, un appuntamento fisso che quest’anno ritorna a Torino per la sua quarta edizione. Preparatevi dunque, perché dal 10 al 12 settembre ci saranno decine di cortometraggi provenienti da tutto il mondo ad attendervi: tra Tecnologia e Agricoltura, Terra e Digitale, Città e Cibo, ovvero i temi di quest’ultima edizione, potrete fare un viaggio che vi porterà tra cambiamenti climatici, inquinamento, salute, sfide sociali, coltivazioni intensive, rapporto tra persone e città, per riflettere sul presente e sul futuro, tra problemi e nuove possibilità.
Tutto ciò avrà luogo in un posto speciale che vi abbiamo già raccontato in un nostro precedente articolo: parliamo degli Orti Generali, che a Mirafiori, immersi nella natura, sono diventati uno spazio di comunità e incontro, una realtà viva e in grado di incarnare perfettamente la ricerca di una intensa connessione con la terra.
La prima edizione di Ortometraggi Film festival nasce però lontano da Torino e più precisamente a Borgagne, un piccolo comune salentino. Qui si svolgeva ogni anno il festival eco culturale Borgoinfesta, promosso dall’associazione Ngracalati: tra agricoltura organica e rigenerativa, l’evento dava voce alla Terra per raccontare nuove storie di persone e comunità che ogni giorno sceglievano di prendersene cura. All’interno del festival, grazie a Carlo, Matilde e Leonardo, Ortometraggi è diventato dapprima una rassegna sul tema dell’agricoltura e successivamente un vero e proprio festival di cortometraggi. Di edizione in edizione il gruppo si è poi allargato, trasformandosi nell’associazione Gomboc e spostandosi a Torino dove il gruppo risiede.
Come ci ha raccontato Carlo Conversano, «Ringraziamo l’associazione Ngracalati, partner del progetto, perchè sin dall’inizio ha creduto in noi: eravamo ragazzi e ragazze giovani e pronti a metterci in gioco per un tema che ci sta a molto a cuore. Il primo anno Ortometraggi era un piccolo festival ma già alla seconda edizione ci sono arrivati più di 800 cortometraggi provenienti da tutto il mondo. Da quel momento abbiamo iniziato un percorso di crescita e abbiamo compreso che Ortometraggi ha tutti i presupposti per portare un messaggio sociale e culturale poiché dà voce alla terra e alle persone che vogliono parlare dello stretto rapporto tra uomo e natura».
«Attraverso il festival vogliamo parlare dell’amore per il mondo che ci circonda, vogliamo dire alle persone che è importante comprendere che viviamo in una relazione costante con il pianeta che ci ospita. Nel momento in cui creiamo qualcosa, acquistiamo qualcosa, mangiamo qualcosa, stiamo andando a interagire con l’ambiente intorno a noi e ogni nostra scelta, ogni movimento, comporta una conseguenza sul pianeta. Riuscire a comprendere questo ci porta a riflettere, di conseguenza, sulle nostre personali azioni e, con i nostri cortometraggi, cerchiamo con impegno di comunicare questo messaggio».
Dal 10 al 12 settembre, a partire dalle 18.30, ogni serata sarà caratterizzata da un evento speciale di apertura a cui seguiranno, a partire dalle 20.30, le proiezioni dei 44 cortometraggi che saranno declinati nei generi documentario, animazione, fiction e video-arte. Ma non è finita qua! Durante le giornate del festival, le produzioni vedranno la partecipazione di diversi registi e ospiti: venerdì 10 settembre si darà il via all’evento con una degustazione del vino di Emanuele Buganza che, tra le colline cuneesi, ha creato il marchio Radici e Filari ed è specializzato nella produzione di vini biologici e biodinamici. Seguirà poi la sfilata di moda sostenibile che porterà in passerella gli abiti realizzati con materiali di recupero da Atelier Riforma, startup innovativa nel campo dell’upcycling fondata da Elena Ferrero e Sara Secondo.
Sabato 11 settembre, invece, avrà luogo la performance musicale SingingPlants, curata dal sound designer Nicolò Zilocchi: un progetto di integrazione tra arte, tecnologia e natura che utilizza un’interfaccia Arduino per estrarre la “voce” delle piante e trasformarla in musica. Infine, la serata di domenica 12 settembre sarà accompagnata da Marta di Giulio che guiderà i partecipanti in un percorso sensoriale di Mindful Wine Tasting, durante il quale si berrà vino consapevolmente e aumentando la percezione dei propri sensi attraverso una degustazione personale e partecipata.
Da dove arrivano i cortometraggi? Francia, Inghilterra, Germania, Spagna, Ungheria, Russia, Tunisia, Stati Uniti, Canada, Taiwan e altri stati ancora. «Tutti i film sono in lingua originale e i sottotitoli sono stati realizzati in collaborazione con l’Università del Salento e, nello specifico, con il Dipartimento di lingue. Grazie a questa collaborazione abbiamo potuto inserire il festival a livello internazionale, offrendoci una grande possibilità: dare voce a registi e a territori lontani che ci danno nuove prospettive ma anche trattare il tema dell’ambiente che ci riguarda tutti, a livello mondiale».
Il festival si concluderà la sera del 12 settembre con le proiezioni e la premiazione del Miglior Documentario, del Miglior Corto d’Animazione, della Migliore Fiction e del Migliore Video Arte, oltre che con la consegna dei premi di Ortometraggi Film Festival 2021. Durante l’evento saranno inoltre presentati alcuni dei migliori cortometraggi della precedente edizione 2020, presso il cineteatro limitrofo di San Barnaba.
«Ciò che ci interessa attraverso il festival è raccontare il rapporto tra uomo e natura anche a livello filosifico e non soltanto di denuncia. In che modo ci connettiamo con la natura? Quella che poniamo tramite il festival è più una domanda che una risposta. Noi non vogliamo dare risposte, vogliamo cercare di stimolare le persone e contribuire a creare maggior sensibilità e consapevolezza».
Il biglietto unico, il cui costo è 5 euro, è valido per tutte le giornate del festival, mentre l’ingresso è gratuito per i bambini di età inferiore a 10 anni. Per partecipare è richiesta la prenotazione tramite Eventbrite, seguendo le modalità indicate sul sito web e sull’evento Facebook.
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