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Molte volte in passato abbiamo dedicato spazio alle iniziative e alle idee portate avanti dal movimento dell’Economia per il Bene Comune. Non avremmo potuto fare diversamente: in un mondo in cui l’economia predomina su ogni altra sfera della società è necessario da un lato ridurre questa egemonia e dall’altro far sì che le protagoniste del mondo economico – le imprese – siano per il territorio e i suoi abitanti una ricchezza e non un peso.
Fra le varie misure attuate dalla federazione dell’Economia per il Bene Comune in Italia – che potete esaminare accuratamente grazie alla storia che abbiamo dedicato a questa realtà – ce n’è una in particolare che è tanto intuitiva quanto efficace: il bilancio del bene comune, ovvero un documento che, nero su bianco, certifica l’impatto dell’impresa sulla gente e sul territorio e chiarisce se essa contribuisce a tutelare e valorizzare il bene comune o se, al contrario, attraverso la sua attività lo impoverisce.
«Il bilancio del bene comune – ci ha spiegato in questa intervista Christian Felber, fondatore del movimento dell’Economia per il Bene Comune – è fondato su una ventina di indicatori non strettamente economici come sostenibilità ambientale, trasparenza e condivisione delle decisioni e sottoposto all’auditing di consulenti esterni appositamente formati. Questo documento misura in maniera chiara, replicabile e comparabile l’impatto dell’azienda sul territorio, sull’ambiente e sulle persone».
Nella visione della politica economica e fiscale che propone il movimento, il bilancio del bene comune è uno strumento centrale, poiché «migliori sono i risultati del bilancio del bene comune, maggiori sono i vantaggi economici per l’azienda: paga meno tasse, ha la precedenza nei finanziamenti pubblici o comunque gode di un trattamento privilegiato».
E qui entrano in gioco i consulenti per il bene comune. «Il consulente non è solo uno che “spilla i soldi” – chiarisce Lidia Di Vece, presidente della Federazione per l’Economia del Bene Comune in Italia –, ma una figura che cerca di portare la cultura della sostenibilità e dell’innovazione in azienda». I suoi obiettivi principali? Aiutare l’impresa a diventare realmente etica e sostenibile e assisterla nella redazione del bilancio del bene comune.
La federazione cura personalmente la formazione di queste figure e lo fa attraverso un corso annuale dedicato che fornisce loro tutti gli strumenti per svolger al meglio il loro compito. Il 22 ottobre è previsto l’inizio – da remoto – dell’edizione 2021. Il corso si propone infatti di formare consulenti abilitati alla consulenza e alla redazione del Bilancio del Bene Comune per le imprese e le organizzazioni profit e non profit.
L’invito a partecipare è rivolto a professionisti e consulenti caratterizzati da una forte motivazione a svolgere la propria attività professionale in coerenza con i valori della dignità dell’essere umano, della solidarietà, della sostenibilità, dell’equità sociale, della democrazia e della trasparenza; a offrire tra i propri servizi il modello e lo strumento della Matrice e del Bilancio del Bene Comune (BBC), così come proposti dal movimento internazionale dell’Economia del Bene Comune; e infine a essere attivi in un movimento internazionale trasformativo di cittadini, professionisti e imprese.
Il corso si strutturerà in sei moduli. Nel primo saranno presentati i concetti di sostenibilità, bene comune, ecologia integrale; la visione etica dell’economia nella proposta dell’Economia del Bene Comune e di altri modelli e movimenti trasformati. Oggetto del secondo modulo è una overview dei principali strumenti e metodi di facilitazione che verranno utilizzati e sperimentati direttamente nei moduli successivi del corso. Nel terzo saranno analizzati nel dettaglio i contenuti della Matrice e del Manuale del Bene Comune (temi e aspetti, senso, indicatori e dati) e la loro applicazione con un approccio pratico ed esperienziale attraverso esercitazioni. L’obiettivo del quarto è invece fornire ai partecipanti conoscenze relative al processo di consulenza e al processo di validazione del BBC: il peer assessment e l’audit.
Il quinto e ultimo modulo teorico verterà sulla presentazione delle norme e degli strumenti, a livello nazionale e internazionale, di rendicontazione non finanziaria, strumenti per la misurazione della sostenibilità e dell’impatto, in relazione con lo strumento del BBC. Il corso si concluderà con un sesto modulo pratico, che consisterà nella redazione del bilancio del bene comune di un’impresa madrina in team di partecipanti.
A questo link potete trovare tutte le informazioni relative al calendario, ai costi e alle modalità d’iscrizione.
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