21 Set 2021

Simone, il green coach che aiuta le persone a ritrovare loro stesse in natura

Scritto da: Valentina D'Amora

Conoscere meglio sé stessi attraverso la bellezza della natura. Simone Durante è un life coach genovese che ha deciso di divulgare consapevolezza e conoscenza di sé nello spazio della Natura, che considera una collaboratrice unica, preziosa e rara. Oggi lavora come green coach e ci ha raccontato il suo percorso.

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Genova - Simone ha 41 anni ed è un life coach genovese. Negli ultimi anni ha vissuto nel nord Italia, tra Mantova e Belluno, e nell’alta Toscana, tra Massa Carrara e Viareggio. Da poco tornato nella sua città d’origine con la voglia di condividere con gli altri il suo amore per la natura, oggi cura attività di gruppo, rivolte sia a bambini che ad adulti, naturalmente in outdoor.

Il suo lavoro? Green Coach, un “coach verde”. L’assunto alla base di ogni uscita è che l’essere umano può essere considerato un ecosistema, con mari, oceani, ghiacciai, colline, montagne e soprattutto con i suoi innumerevoli abitanti, metafore di tutti i microscopici tasselli che compongono identità e personalità, in tutte le loro sfumature.

Durante la “scampagnata delle emozioni” – una passeggiata per ricercare sé stessi sul piano emozionale – per esempio si catturano attimi di consapevolezza in momenti e in contesti in cui è più semplice riflettere e riconnettersi. Si ascoltano quindi senza giudicare le sensazioni che arrivano, senza lasciarle scappare.

Ma ci sono anche diverse proposte per famiglie, come il percorso GAIA – Giocare Insieme in Armonia, in cui piccoli e grandi si ritrovano per giocare, realizzando in realtà un insolito scambio di ruoli: l’adulto riscopre il proprio io-bambino, mentre al bambino viene data la possibilità di scorgere qualcosa dell’adulto che sarà.

Da educatrice ambientale, ho deciso di intervistarlo, per approfondire le sue attitudini e scoprire qualcosa di più in merito alla professione di Green Coach.

Simone Durante Green coach
Simone Durante, Green Coach

Come e quando è sbocciato il tuo amore per la natura?

Credo che l’amore verso la Natura sia sempre esistito nella mia vita. A me piace definirlo un richiamo, ricordando che tutti noi abbiamo dei ricordi d’infanzia legati agli spazi aperti: dalla gita in campagna all’esplorazione di un piccolo bosco, sino alla scoperta di un micromondo fatto di cose preziose. Crescendo, scopro sempre di più quando abbiamo bisogno di quell’io bambino, trovando in Natura una consapevolezza diversa, che trasforma il gioco e lo stupore in armonia e benessere psicofisico.

Quando si respira “un’aria verde”, dove gli unici rumori di sottofondo sono i suoni di Madre Terra, la mente ha la capacità di svuotarsi dai pensieri, togliendo al corpo quelle pressioni che somatizziamo passivamente nel nostro quotidiano. Quando mi sono reso conto del beneficio di ciò che abbiamo la fortuna di poter usufruire, senza dare nulla in cambio, se non rispetto verso l’ambiente stesso, non ho potuto fare altro che coltivare quell’amore sbocciato.

Quando hai deciso di portare questa tua inclinazione nel tuo lavoro e diventare Green Coach?

Non molto tempo fa mi sono imbattuto in una community formata da meravigliose anime sparse in tutta Italia e guidata da Alessandro Benetti, ideatore di NatureTherapy® e mio insegnante di coaching, con il quale ho intrapreso un percorso personale su me stesso per poterlo rendere professionale agli altri. Madre Natura adesso è la mia datrice di lavoro, oltre che collaboratrice preziosa. L’essere parte di questo gruppo mi aiuta a stare centrato sul ricordarmi ciò che dicevo prima riguardo al beneficio degli spazi aperti, spingendomi a scoprire nuove consapevolezze e possibilità. Inoltre, grazie al team editoriale di cui ho la fortuna di fare parte, ho maggiore conoscenza di argomenti tecnico-scientifici che mi hanno permesso di scrivere un racconto a quattro mani che parla di amicizia, intitolata “Fratello Ulivo e Sorella Edera”, scaricabile gratuitamente dal sito.

Simone Durante green coach 1

Quanto ritieni che sia importante oggi per le nuove generazioni uscire dalle mura domestiche e scolastiche e vivere appieno l’ambiente naturale?

Credo sia fondamentale: viviamo in un periodo storico in cui, da prima ancora della pandemia, l’uso spropositato e non controllato della tecnologia ha tolto il sapore dello stare insieme, riducendo quella parte di stimolazione alla creazione che attraverso il gioco, la scoperta e la collaborazione, permette a bambini e ragazzi di scoprire che tipo di persona si vuole diventare. Il lockdown poi ci ha fatto capire che diamo per scontato ciò che ci è stato sempre permesso di fare senza rendercene conto: uscire e mordere la vita. Forse questa pandemia, seppur disastrosa e dolorosa, è arrivata nel momento in cui la Terra ha deciso di darci un segnale che qualcosa doveva cambiare.

Cosa stai riscontrando durante gli incontri con i più piccoli?

Lavorare con i bambini è un grande stimolo e un enorme bagaglio personale. Citando una frase del Piccolo Principe e collegandomi a ciò che dicevo all’inizio, “tutti i grandi sono stati bambini”; e ricordando sempre l’autore aggiungo “non ereditiamo la terra dai nostri avi, ce la facciamo prestare dai nostri figli”. In questo senso abbiamo una responsabilità verso i bambini di oggi che saranno i grandi di domani. Per questo ho deciso di improntare il mio lavoro soprattutto con i più piccoli, permettendomi di essere coach e alunno allo stesso tempo, stimolando attraverso il gioco quelle piccole splendide testoline, ma soprattutto ricevendo ciò che posso imparare da loro.

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