I detenuti scrivono una lettera aperta ai cittadini: “Investite su di noi”
Da quattro anni ogni anno un messaggio. È una iniziativa lanciata da Cascina Macondo e inserita all’interno del progetto Domus Aprilia, che ha lo scopo di visitare attraverso racconti e poesie le case e il senso dell’abitare. Domus Aprilia è un’iniziativa di comunità che coinvolge nella scrittura e nelle arti visive detenuti, scuole, gruppi di persone disabili e cittadini.

Anche quest’anno abbiamo raccolto il testimone, tra vecchi e nuovi detenuti che fanno parte del gruppo di scrittura Cascina Macondo, che ci dà la possibilità di avere una finestra da cui poter respirare una boccata di ossigeno.
Eccoci pronti per l’impegno preso quattro anni or sono, di scrivere la nostra lettera aperta alla cittadinanza, a ridosso dell’8 settembre, giorno in cui si festeggia l’armistizio e la nascita della resistenza. Abbiamo scelto questa data fortemente simbolica per far sentire la nostra voce, nella speranza che qualcuno possa trarre conclusioni costruttive.
Il 2020 è stato l’anno del Covid, e il 2021 non è stato da meno. Le attività culturali e didattiche sospese, le visite dei familiari annullate, il volontariato inconsapevolmente assente… sono solo alcune delle difficoltà che abbiamo dovuto gestire. In questi spazi di silenzio abbiamo imparato quanto sia importante per noi la collettività.
Noi sappiamo bene cosa significhi essere in “cattività”, stare chiusi senza la possibilità di fare quello che si vuole. E pensiamo ai messaggi inviati in questi anni. Nella prima lettera: “Non fatevi mai giustizia da soli, perché potreste scoprire un giorno che quella non era giustizia”.

Nella seconda: “Costruite qualcosa dentro di voi, coltivate l’amore di chi vi conosce e agevolate il formarsi di quello degli altri, perché può succedere che resti solo quello di tutti i beni e di tutte le condizioni che sembra si possano controllare”. Nella terza non c’era un vero e proprio messaggio, ma partecipando quantomeno emotivamente a tutto quello che il mondo intero viveva come “la pandemia”, dichiaravamo la nostra vicinanza ai famigliari di quanti erano rimasti colpiti da tristi eventi.
Un appello particolare lo rivolgiamo ora alle fondazioni. Che la nostra voce possa giungere sino a voi dunque, fondazioni e cittadini liberi, per dirvi che dietro l’angolo chiuso da alte mura ci siamo anche noi. Forse avrete meno riconoscimenti, ma abbiate la curiosità di visitare il carcere e di interagire con noi dentro le mura, sovvenzionate generosamente quelle onlus, associazioni, cooperative sociali e chiunque abbia progetti educativi.
Chi ha varcato la soglia del carcere e ha avuto modo di conoscerci davvero, sa che possiamo dare molto, specie se gli interlocutori sono onesti, preparati e portatori di valori e umanità. Investite su di noi. Conoscenza, studio, lavoro, diritto, cultura, arte…
Poter essere risorsa utile alla comunità. Siamo l’ultima ruota del carro, ma anche quella ruota ha il diritto-dovere di contribuire a far muovere il carro. Ringraziamo tutti coloro che hanno dato voce e spazio a questa lettera.
8 settembre 2021 – Carcere di Reclusione “Rodolfo Morandi” – Saluzzo
Ally Said Mhando, Antonio Bonura, Camillo Bellonese, Donato, Emilio Toscani, Gian Luca Landonio, Giuseppe Casciola, Giuseppe Sanfilippo, Guglielmo Giuliano, Leonardo Mannolo, Luigi Scognamiglio, Maurizio Tripodi, Mosabàl Alì Ibrahim, Salvatore Criscuolo, Niveo Batzella, Roberto Agnello.
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