Lab Considero Valore: Il laboratorio che fa incontrare consumatori e imprese etiche
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«Crediamo nella possibilità di un mercato che possa dirsi sostenibile da tutti i punti di vista: economico, ambientale e umano. Vogliamo un mercato che crei profitto in una cornice di trasparenza, lealtà, rispetto, e che, producendo valore a partire dall’attenzione per la persona e la terra, possa contribuire al bene comune».
Sono queste le parole di Cristina Zanzi e Manuela Ferrari, amiche di vecchia data, oltre che ricercatrici e facilitatrici: per circa vent’anni hanno lavorato fianco a fianco nell’ambito della ricerca qualitativa, per quello che possiamo definire il “mercato tradizionale”, svolgendo ricerche di mercato per il mondo dei consumi e aiutando le aziende. Un giorno, stufe di questo “universo” talvolta costellato da esperienze ben lontane dalla sostenibilità, hanno deciso di mettere a disposizione le loro competenze a favore di un mercato più etico e socialmente responsabile, composto da tutte quelle realtà che si stanno impegnando concretamente per un cambiamento positivo.
«Come sappiamo, la pubblicità molto spesso sono manipolative: i bisogni dei consumatori che negli anni abbiamo rilevato dalle nostre indagini si trasformavano spesso in messaggi comunicativi delle aziende ben lontani dalle reali necessità delle persone. Facciamo un esempio: più di vent’anni fa era emersa una necessità diffusa, ovvero il bisogno di prodotti genuini. Improvvisamente, sugli scaffali dei supermercati, cominciavi a trovare alimenti che promuovevano sì freschezza e genuinità ma che in realtà erano di natura industriale e di fresco e genuino avevano davvero poco. E possiamo dire che ad oggi sta accadendo lo stesso per quanto riguarda l’ampio mondo della sostenibilità».
Così, all’interno di un mercato di cui non condividevano molte logiche, hanno incrociato il loro percorso con Antonella Gallino, comunicatrice e curatrice di ConsideroValore.it che da anni si occupa di supportare i produttori locali e orientare i consumatori verso una spesa più sana e km0. ConsideroValore.it è il sito che si occupa della mappatura dei produttori che promuovono la spesa sana e della piccola agricoltura biologica: da questo ne deriva il Laboratorio, detto Lab, ovvero una sorta di spin off che ne condivide tutti i presupposti di principio e che vuol essere un progetto innovativo, di ricerca, sperimentale e – appunto – laboratoriale.
Il sogno iniziale era quello di realizzare una ricerca innanzitutto equa, capace di mettere a pari livello il consumatore e le aziende, dove tra le due c’è un rapporto di pari dignità e dove l’acquirente racconta i sui bisogni e le sue necessità mentre l’azienda, con uno spirito attento, riesce a tradurle in prodotti che siano funzionali alla richiesta.
Come ci raccontano, «ci teniamo a dire che il Laboratorio è proprio una creatura nuova, che nasce dalla sintesi delle idee, competenze ed esperienze di tutte noi tre, dalla confluenza dei nostri intenti e risorse. La progettazione è stata comune e condivisa; non avendo precedenti, lo abbiamo creato ex novo, sperimentandoci. Per 10 mesi ci siamo trovate insieme virtualmente per inventarlo, costruirlo e organizzarlo, coinvolgendo una rosa di aziende selezionate e un campione di acquirenti.
Ora siamo giunte finalmente a concretizzare la parte di incontri e non vediamo l’ora di toccare con mano i frutti di tanta semina. Un’altra cosa importante è che questa prima ricerca è una specie di prototipo e di edizione sperimentale che stiamo offrendo alle aziende in scambio (di beni o servizi); non l’abbiamo messa in vendita, anche se crediamo abbia molto valore. In questa fase lo abbiamo immaginato come un servizio alla collettività, come strumento di supporto allo sviluppo di questo mercato».
Il vero Valore che consideriamo diventa quindi la capacità di far coincidere, attraverso la ricerca, domanda e offerta a partire da presupposti etici: «in un mercato dove i beni e servizi vengono concepiti con nuovi criteri, sono necessarie nuove modalità per progettarli e valorizzarli. Ci piace pensare al Lab come a un’officina, un atelier creativo che promuove un approccio etico e leale, di rispetto, tra chi produce e chi acquista. Riconosciamo esigenze e desideri senza forzare bisogni inesistenti, né testare messaggi ingannevoli e lo facciamo attraverso un approccio qualitativo, che offre le chiavi di lettura utili a capire qual è il significato nuovo che diamo ai nostri usi e consumi».
Questo obiettivo si può tradurre nel percorso che sta partendo proprio in questi giorni e che vedrà la collaborazione tra aziende e consumatori che Cristina, Manuela e Antonella faciliteranno, attraverso tre tappe, divise in 4 incontri: un primo incontro (il 6 settembre) farà incontrare le aziende per analizzare le dimensioni, i vantaggi, gli ambiti inesplorati e le contraddizioni del mercato sostenibile. Il secondo e il terzo incontro (l’8 e il 9 settembre) saranno dedicati agli acquirenti, ovvero persone che hanno già intrapreso un percorso verso la sostenibilità e che credono nel progetto. Persone interessate a “dire la loro” e che condivideranno le rispettive necessità rispetto ad acquisti più etici. Infine, verrà realizzato un laboratorio condiviso (il 18 settembre), dove acquirenti e aziende potranno dialogare e confrontarsi tra di loro.
Tra le aziende coinvolte in questo primo percorso ci sono Banca Etica, Fairbnb, Rifò, Beeopak, Cooperativa Valdibella, Torrente Locone, Palm e Arvaia.
Da questa prima sperimentazione, l’obiettivo è quello di dare vita ad un “osservatorio” che coinvolga le realtà sul territorio e che si occupi di favorire una maggior ricerca su questo tema. Sulla base dell’esito degli incontri ci piacerebbe iniziare un percorso condiviso, specialmente nel caso in cui emergessero specifiche esigenze dei consumatori che i produttori ancora non hanno contemplato, in modo che, insieme, possano collaborare; oppure per far comunicare diversi produttori che prima di quel momento non si conoscevano.
«La sostenibilità è uno dei temi più attuali su cui è necessario far incontrare aziende e consumatori: ormai sta diventando un messaggio sempre più usato e abusato. Da un lato è un bene perchè si comincia finalmente ad esplorare questo ambito fondamentale per il nostro futuro, ma dall’altro lato sono molte le contraddizioni e la complessità attorno a questo tema. Per questo, diventa necessario verificare quali sono realmente le origini della sostenibilità per coinvolgere, ora e in futuro, tutte quelle aziende attente, trasparenti e che facciano della sostenibilità non solo un cavallo di battaglia ma anche una modalità di produzione».
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