Bimbisvegli: la scuola pubblica non vuole il progetto di educazione consapevole in natura
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Asti - Giampiero Monaca, uno degli ideatori della metodologia scolastica Bimbisvegli, si fa da parte. Dopo avervi aggiornati con due pezzi che trovate qui e qui sulla questione che ha visto scontrarsi Monaca con la dirigenza della scuola Primaria di Serravalle d’Asti del V Circolo didattico, siamo qui a comunicarvi una notizia che non vi avremmo mai voluto dare.
Uno sciopero della fame lunghissimo e il sostegno a Monaca arrivato da esperti, istituzioni e dalle stesse famiglie coinvolte nel progetto educativo non sono evidentemente stati sufficienti e l’insegnante ha deciso di alzare bandiera bianca. Per fortuna, Bimbisvegli prosegue: la metodologia scolastica sarà portata avanti dalle sue colleghe e dal collega, che porteranno avanti il progetto «secondo le loro capacità e sensibilità».
Cos’è successo Giampiero? Come mai questa decisione, alla fine?
Mi si chiede quale dei miei alunni io accetti di buttare dalla torre. Io scelgo di buttare me stesso. Ognuno e ognuna potrà decidere di leggere e spiegarsi a modo proprio le motivazioni della mia scelta. Io decido di dare la mia versione, rendendo il mio comportamento contemporaneamente un atto politico e forse l’ultima mia azione educativa per le nostre bimbe e bimbi svegli. Quando la legge diventa ingiusta, disobbedire è un dovere.
Ci aiuti a capire meglio?
La dirigente del quinto circolo di Asti impone a bambine, bambini, famiglie, insegnanti e comunità locale della frazione di Serravalle d’Asti una organizzazione della scuola che a mio avviso umilia le mie competenze, stravolge gli orari e la logistica delle famiglie e sradica relazioni umane, continuità didattica ed emotiva.
Improvvisamente le alunne e gli alunni con bisogni educativi specifici – che dopo esperienze fallimentari in altre scuole, avevano trovato equilibrio e accoglienza nella nostra grazie a interazioni proficue con adulti e bambini – vedono “deportate” le figure di riferimento a causa di presunti e mai esplicitati “ordini superiori”. Io, dopo aver vissuto nella sua integrità l’esperienza di scuola felice di Bimbisvegli, non sono in grado di proporla ora in versione azzoppata e mutilata.
Quali sono gli aspetti cruciali che vengono meno?
Senza i libri di testo differenziati, con uscite in natura trasformate in “passeggiatine”, senza cambio scarpe all’ingresso – definito arbitrariamente anti igienico –, senza incontro con i migranti, senza cooperazione e condivisione, senza continuità didattica, senza trasversalità, Bimbisvegli non è Bimbisvegli. Non è la mia scuola, quella cui ho scelto sedici anni fa di dedicare tutto il mio meglio. Non è la scuola delle indicazioni nazionali né quella della gentilezza e delle emozioni esaltata dal ministro Bianchi al Festival dell’innovazione scolastica, in cui l’esperienza Bimbisvegli è risultata tra le venticinque migliori realtà educative italiane.
Dunque il metodo Bimbisvegli chiude?
No. Le colleghe e il collega che ci sono quest’anno in equipe sono propensi a fare il loro meglio per raccogliere il testimone e proporre alle nostre bimbe e bimbi svegli la prosecuzione del progetto secondo le loro sensibilità. Io utilizzerò i prossimi giorni di mia presenza a scuola per garantire un passaggio di nozioni e di metodo; poi, lunedì, me ne andrò. Per dare un segno professionale e politico anche alle nostre bambine e bambini. Perché non intendo prostituire la mia professionalità per un datore di lavoro che dimostra totale sordità nei confronti dei bisogni espressi da cinquantuno famiglie del plesso e dalla intera comunità educante di Serravalle d’Asti.
Affido il progetto a chi mi ha assicurato di volersene prendere cura e proseguirlo a modo proprio, prendo distacco per non essere di intralcio ed evitare che le inevitabili nuove direzioni siano fonte di discussione e dunque di difficoltà. È inutile che ci giri tanto intorno: soffro moltissimo per questa lacerazione, qualcuno me ne farà una colpa, altri capiranno, con altri ancora riusciremo a piangere insieme.
Stai pensando di andartene da un’altra parte?
Non sto preparando nessun tipo di fuga. Anzi, trovo che uno dei valori più importanti sia proprio la condivisione del nostro “essere scuola” pubblica: non si accende una lampada per tenerla nascosta sotto un mobile, ma per illuminare la stanza, per tutti. Io mi ritengo ancora un Maestro della scuola pubblica, il mio obiettivo è uscire, prendere un po’ di distacco dopo mesi di lotta infinita che mi ha provato moltissimo.
Rimango a disposizione della Comunità educante di Serravalle d’Asti, con le bambine, i bambini e le famiglie, portando avanti per loro un progetto di scuola volontaria pomeridiana, in aggiunta all’orario scolastico e al di fuori completamente dalla scuola, in modo di fornire la completezza dell’orario come se avessero il tempo pieno, dato che l’istituto ha eliminato i pomeriggi scolastici. Ci tengo a sottolineare che questo progetto sarà in collaborazione con la comunità migrante del luogo (Agathon), dato che all’interno della scuola la dirigente ha annullato la collaborazione con questo tipo di realtà. Il mio sogno è che Bimbisvegli non sia limitato soltanto a Serravalle, spero che anche tramite la formazione possa svilupparsi anche altrove: farò il maestro errante, perché no?.
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