A tu per tu con la libertà: i diritti civili e i sex workers in Italia e non solo – Amore Che Cambia #23
Seguici su:
Roma, Lazio - A un certo punto della nostra chiacchierata Leonardo Monaco, presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti, ha affermato un concetto di una linearità e di una chiarezza quasi banale: «I diritti umani acquisiti non restano lì per noi». Riascoltando le sue parole ho pensato alle donne afgane, al mondo omosessuale russo, ma anche alla libertà di circolazione in Italia e in Europa. I diritti acquisiti non restano garantiti in eterno e non sono stati depositati “lì per noi” da qualcuno. I diritti si conquistano, si difendono, si valorizzano.
In Italia invece, la mia generazione e quelle successive sono cresciute dando per scontate tutta una serie di certezze che oggi vengono meno: quella della libera circolazione in Europa (pre-brexit, pre-covid, pre-greenpass); quella del benessere economico; quella delle quattro stagioni che si alternano, del clima che si conosce, di un tempo che scorre lento e – in qualche modo – prevedibile.
E invece, ogni anno avvengono grandi conquiste e grandi passi indietro. Certi Diritti – o i diritti certi – ci pare quindi un tema quanto mai attuale da affrontare, anche se in questa intervista, in questo articolo e in questi video rimarremo focalizzati sulle tematiche che ruotano intorno a relazioni, sessualità, famiglie.
Certi Diritti
Sul sito ufficiale si legge: “L’associazione radicale Certi Diritti è nata nel 2008 ed è centro di iniziativa politica nonviolenta, giuridica e di studio per la promozione e la tutela dei diritti civili inerenti le libertà e responsabilità sessuali, nonché i diritti di uguaglianza delle persone LGBTI. […] L’attività dell’associazione è dedicata a Makwan Moloudzadeh e David Kato Kisule.
Makwan era un giovane iraniano accusato a 13 anni di omosessualità. Nel 2007, a 20 anni, è stato impiccato dal regime del suo paese. David Kato […] denunciò una rivista che aveva pubblicato il suo nome e fotografia identificandolo come omosessuale e chiedendone l’assassinio […]. All’inizio del 2011, venne ucciso in casa con colpi di martello. Makwan e Davide Kato sono il simbolo delle persone che nel mondo, per via del loro orientamento, ancora subiscono violenze, carcere e torture, fino alla pena di morte”.
Fin dalla sua nascita, Certi Diritti si focalizza sul tema del matrimonio egualitario, ovvero sul riconoscimento della possibilità di accedere all’istituto del matrimonio in modo eguale tanto per le persone eterosessuali quanto per quelle omosessuali. Un risultato parzialmente ottenuto con la legge sulle Unioni Civili, che però è visto come una vittoria a metà.
Nel frattempo l’associazione ha cercato di sviluppare un approccio di prevenzione e contrasto alla sessuofobia in senso più ampio. Nel farlo, ha pubblicato anche un libro – Amore Civile – che contiene idee e proposte di riforma a tutto tondo sul diritto di famiglia.
Insieme alla Rete Lenford, Certi Diritti “promuove inoltre la campagna Affermazione civile, nel filone di ricorsi nazionali e sovranazionali per l’acquisizione dei diritti delle persone LGBTI. Grazie a questa campagna, Certi Diritti ha ottenuto in Corte costituzionale la storica sentenza 138/2010, con la quale la Consulta ha riconosciuto la rilevanza costituzionale della coppia omosessuale”.
A partire da quegli anni, si sono registrate le prime coppie omosessuali che hanno fatto la richiesta delle pubblicazioni nel loro Comune, hanno provato ad accedere al matrimonio e di fronte ai dinieghi ottenuti dalla pubblica amministrazione hanno fatto i primi ricorsi. Nel 2010 alcune di queste coppie sono arrivate di fronte alla Corte Costituzionale e alla Corte Europea dei Diritti Umani. Grazie a questo è anche la prima sentenza ,che ha consentito di creare un precedente di giurisprudenza importante, che poi ha portato alla legge sulle unioni civili.
La legge sulle unioni civili
«La legge sulle unioni civili – sostiene Leonardo – è stata importante perché ha dato dignità e concretezza a tantissime persone che combattevano da trent’anni per avere una forma di riconoscimento. A partire da maggio del 2016, tantissime persone over 60 e 70 hanno potuto registrare le loro unioni civili. Oggettivamente si è quindi risolto un problema di cui si discuteva da troppo tempo. Restano però esclusi alcuni temi fondamentali, come quello dell’omogenitorialità e quello dell’uguaglianza formale e sostanziale di tutte le coppie. Oggi ci troviamo nel paradosso di una formale doppia discriminazione: le persone omosessuali non possono accedere al matrimonio “classico” e le persone eterosessuali non possono ricorrere alle unioni civili».
A questo punto devo ammettere una mia grave lacuna. Pur ritenendomi una persona mediamente informata su queste tematiche mi ero completamente perso – forse perché mi sembrava troppo assurdo – il “dettaglio” che le unioni civili sono utilizzabili solo da persone omosessuali. Una vera e propria “riserva indiana”…
«Tra l’altro – continua Leonardo – paradossalmente le unioni civili hanno un sistema di separazione e di divorzio che è molto più snello e veloce. In questo modo le forze parlamentari di centrodestra, che già all’epoca lottavano per differenziare le cose, volevano quasi far passare il messaggio che le unioni civili permettono una sorta di “divorzio rapido” per distinguerlo dal matrimonio indissolubile. Questa è una discriminazione verso le coppie eterosessuali che dovrebbero poter accedere all’istituto delle unioni civili!».
A questo punto chiedo a Leonardo se comunque non sia strano che, una volta ottenute le unioni civili, le persone omosessuali rivendichino il diritto al matrimonio. Se questo istituto è storicamente legato a una religione che li “disconosce”, perché mai richiedere di accedervi? Non avrebbe più senso contrastare direttamente l’istituto in sé?
«In effetti – mi risponde Leonardo – Marco Pannella diceva che il matrimonio andava superato. Però va anche detto che ancora oggi, in Italia, non ci si sposa solo per convinzione culturale o religiosa, ma anche per poter accedere a dei diritti che offre lo Stato».
La pressione sulla politica e il mondo dei sex-workers
Nel secondo dei due video che qui vi proponiamo, Leonardo affronta il tema dei diritti delle comunità omosessuali in diverse parti del mondo e come ci spiega in molti Stati – dalla “laica” Russia, alla Polonia, a molti stati africani, passando per rigurgiti post-trumpiani negli Stati Uniti – i loro diritti siano regolarmente calpestati in modi drammatici e dolorosi. In effetti, mentre in alcuni Paesi delle conquiste si ottengono, in molti altri il mondo sembra andare all’indietro. Vi invitiamo a vedere i due video per approfondire.
Prima di salutare Leonardo abbiamo il tempo di toccare ancora due temi, quello inerente le modalità di “pressione” che Certi Diritti cerca di attuare sul piano politico e quello dei sex-workers.
A proposito del primo punto, Leonardo ci spiega che la sua associazione agisce cercando «di influenzare il dibattito politico scrivendo proposte di legge: quando ci sono iter parlamentari importanti non facciamo mancare una serie di proposte di emendamento e aiutiamo i parlamentari ad avvalersi delle loro prerogative. Lavoriamo anche in chiave di advocacy e cerchiamo di incidere sul piano internazionale. A questo proposito l’ONU offre varie opportunità di depositare reportistica, osservazioni varie che poi contribuiscono a creare una pressione nel Parlamento non indifferente».
Venendo alla situazione dei e delle sex-workers, i cosiddetti lavoratori e lavoratrici del sesso, è incredibile come ancora oggi sia un tema quasi del tutto tabù in Italia. Leonardo ci spiega che stanno cercando di affrontare la questione anche in chiave locale, ostacolando l’abuso della leve amministrativa da parte di Sindaci molto disinvolti nel fare uscire questa o quella ordinanza o regolamento anti-prostituzione.
«Se vuoi abolire lo sfruttamento della prostituzione, non ottieni certo risultati con qualche multa. Devi trovare una soluzione migliore. Noi di Certi Diritti ci ispiriamo a modelli internazionali come quello neozelandese, che cerca di creare un apparato normativo flessibile in cui le persone possono liberamente esercitare il lavoro sessuale con pieni diritti tutelati».
Insomma, luci e ombre nel mondo di certi diritti e di quei diritti che consideravamo Certi. Non abbassiamo la guardia e continuiamo a lavorare per un mondo migliore. Per un “buon cambiamento”.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento