89 splendidi nomi di Dio per aiutarci a trovare la nostra spiritualità
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La parola “Dio” è uno dei termini più ambigui e problematici che si possano usare nel contesto della spiritualità odierna. Essa evoca guerre di religione, dogmatismi e fanatismi, la lotta tra religione e scienza… e chi più ne ha più ne metta. Il nuovo libro tradotto in italiano del teologo Matthew Fox, dal titolo Gli 89 splendidi nomi di Dio (Gabrielli editori, 2021), rischia perciò di essere preso per quello che non è, cioè come un’elaborazione su un tema scontato.
In realtà Fox è avverso al “teismo” inteso come l’esistenza di un essere ultraterreno in controllo degli avvenimenti, ma è attento alle esperienze evocate e rappresentate nei secoli e nelle diverse culture umane dalla parola “Dio” e dalle sue varianti. Fox interpreta il famoso detto di Meister Eckhart, il mistico domenicano del XIV secolo, “Prego Dio perché mi liberi da Dio” come un invito a Dio a evolversi, ad “andare oltre a sé stesso”. Più concretamente, si tratta di far evolvere la nostra comprensione del termine “Dio” liberandola dai dogmatismi, partendo dal forte assunto foxiano secondo cui “Dio è la nostra esperienza di Dio”.
Gli etimologi fanno risalire il termine latino Deus (da cui deriva il nome di Dio nelle lingue romanze) e il termine germanico Gudan (da cui God, Gott, Odin ecc.) da due termini indo-europei: deiwos, che significa celestiale e splendente, e la radice ǵhau(ə), che significa “invocare”. Nelle culture europee arcaiche la religione era prima di tutto un’esperienza immediata. L’esperienza del contatto con il cosmo attraverso il cielo notturno e lo splendore della luce solare provocava il sorgere spontaneo di un dialogo con la forza cosmica vitale, poi personificata in diverse divinità. Io credo che siamo arrivati al punto in cui il ritorno a questa esperienza primordiale sia l’unico modo di rispettare e valorizzare tutte le esperienze successive del divino.
Nel suo nuovo libro Fox non si limita però alle esperienze di derivazione europea o cristiana, ma include sollecitazioni scientifiche, filosofiche, buddhiste, islamiche e altre ancora. Il suo sforzo non è quello di definire meglio la parola “Dio”, ma di ampliare e – per così dire – far esplodere la parola stessa in mille rivoli di luce. O di oscurità. Infatti, a un elenco di 80 nomi “catafatici” (cioè luminosi) di Dio, Fox aggiunge nove nomi “apofatici”, ovvero termini che tentano di esprimere l’inesprimibile, il lato insondabile dell’esperienza umana del divino. In nessun caso Fox inventa alcunché. Si tratta piuttosto di un catalogo estremamente succinto delle esperienze umane di “Dio”, rilette dall’autore in tono meditativo e personale.
Ma perché scrivere un tale libro? L’operazione culturale di Fox qui è semplice, ma è anche molto più sottile di come appare a prima vista. Il libro non è destinato agli studiosi di teologia o di religioni. Si tratta invece di un aiuto per la riflessione personale di chiunque, in modo da favorire uno svelamento e un approfondimento delle propria capacità di esperienza della trascendenza nella vita di ogni giorno. Ad esempio, sostituire alla parola “Dio” l’espressione “trama della vita” oppure accorgersi della presenza di una forza “altra” all’interno proprie aspirazioni o magari in una risata può produrre una trasformazione importante.
“Apprendere – dice Fox – è di per sé un’esperienza spirituale”. Attraverso questo libretto, propriamente centellinato come un vino prezioso, non solo si può imparare molto su esperienze religiose magari non familiari (Iside, Kali, Juan Yin, Tara…) e rivedere alcuni preconcetti su quelle familiari (Trinità, Emmanuele, Logos…), ma soprattutto ci si può mettere in gioco. Semplicemente eliminare la parola “Dio” dal nostro vocabolario è un atto produttivo di senso? Alcuni di noi preferiscono mandare in soffitta questo termine e sostituirlo con altre parole: Vita, Grande Mistero, Spirito, Anima Mundi e altre ancora. O semplicemente rimanere in silenzio di fronte a esperienze che non sono nominabili. Altri riescono a risignificare il termine stesso.
In ogni caso, per chi si incammina sul sentiero della Spiritualità del Creato non si tratta di decidere quali sono i nomi giusti per indicare l’esperienza del trascendente. Si tratta invece di riscoprire la vitalità segreta di parole che per secoli, in culture diverse, sono state adoperate non soltanto per controllare le coscienze o per fissare la nozione di divinità, ma anche per esprimere la ricchezza dell’esperienza spirituale umana. Così si arriva anche a sentirsi liberi di creare parole nuove per il divino, come Fox si augura.
Gabrielli editori, in collaborazione con Associazione Italiana Spiritualità del Creato e Italia che Cambia organizza giovedì 23 settembre alle ore 18 un incontro dal titolo “Liberarsi da Dio? Alle radici della spiritualità umana”.
Il teologo americano Matthew Fox, in diretta dalla California, presenterà il nuovo volume Gli 89 splendidi nomi di Dio (Gabrielli editori, 2021). L’evento sarà in traduzione simultanea con possibilità di rivolgere domande all’autore.
Modera: Gianluigi Gugliermetto, traduttore e curatore delle opere di Matthew Fox.
Introduce: Cecilia Gabrielli, della Casa editrice Gabrielli Editori.
PER PARTECIPARE: iscrizione a questo link e ottenimento automatico dell’accesso all’evento che si terrà su Zoom Meetings.
Clicca qui per leggere la nostra intervista a Gianluigi Gugliermetto.
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