26 Ago 2021

LuceFest: rigenerazione urbana e murales per far rinascere un piccolo paesino calabrese

Scritto da: Elisa Elia

Nell'entroterra catanzarese c'è un borghetto che sta subendo la stessa sorte di numerosi insediamenti delle aree interne italiane: lo spopolamento, l'abbandono, la lenta agonia. Ma un gruppo di ragazzi del posto – organizzatori del festival LuceFest – ha saputo invertire la tendenza chiamando in causa l'arte e la rigenerazione urbana, in un mix che mescola innovazione e tradizione.

Salva nei preferiti

Catanzaro - «Portiamo i murales qui». Con questa frase è iniziato il percorso dell’associazione Luce a San Pietro, nata durante il primo lockdown grazie ad alcuni giovani di San Pietro Magisano, paesino di 350 abitanti nella PreSila catanzarese. L’idea che ha messo insieme questi ragazzi è quella della rigenerazione urbana: far sì che il loro paese potesse rinnovarsi attraverso l’arte e diventare così un luogo da visitare e da vivere in modo diverso dal solito.

La spinta iniziale è stata travolgente: i ragazzi di Luce a San Pietro organizzano in poco tempo la realizzazione di alcuni murales in paese e il primo LuceFest, un festival che nell’agosto dello scorso anno ha portato 30 opere d’arte in paese riguardanti cinque argomenti (legalità, cinematografia, gastronomia, etnicità e fotografia) e dibattiti che hanno riempito la giornata di cultura e di gente nuova. San Pietro Magisano infatti è la frazione di un Comune più grande che negli ultimi anni – come tanti altri paesini calabresi – si è spopolata.

lucefest 1

Adesso il LuceFest è giunto alla sua seconda edizione, che si svolgerà in paese dal 26 al 29 agosto e che prevede giornate divise fra laboratori mattutini, dibattiti culturali legati al territorio nel pomeriggio e momenti musicali e conviviali la sera. Per l’occasione il festival ha fatto sì che il paese si riempisse ancora una volta di arte: «Abbiamo un’opera d’arte ogni 4 abitanti (e quindi oltre 90 opere), San Pietro è un vero museo a cielo aperto – ci racconta Carmine Elia, presidente dell’associazione – e abbiamo fatto tutto dal basso, in un paese di 350 abitanti, coinvolgendo giovani artisti del territorio calabrese». Non si tratta solo di murales, ma di opere di vario tipo, fra cui anche pezzi legati al riciclo creativo e interventi artistici fruibili tutti i giorni in diversi angoli del paese.

Il lavoro che questi ragazzi stanno portando avanti va al di là del festival in sé, che è soltanto uno dei momenti di un percorso più ampio: «Vogliamo lavorare per creare bellezza e per assicurare al paese un volano turistico per il futuro, che possa creare davvero a flussi di persone importanti – continua Carmine – e in parte ci stiamo riuscendo, se si pensa che negli ultimi mesi circa 30-40 persone al giorno sono passate da qui soltanto per vedere i nostri murales fantasy». Harry Potter, il Trono di Spade, il Signore degli Anelli: anche loro sono presenti sui muri di San Pietro Magisano, in una commistione fra vecchio e nuovo.

A questo si affianca il lavoro con la comunità sanpietrese: «Fra i nostri progetti di rigenerazione urbana c’è la realizzazione di Villa Puglisi, patrocinata dal vescovo Bertolone e frutto di un lavoro durato almeno sei mesi», racconta Carmine riguardo a una villa che hanno rinnovato. «Lì si è visto il nostro rapporto con la comunità, dal momento che molte maestranze e persone del paese si sono prestate per aiutarci a restituire questo spazio alla comunità stessa; ora anche qui ci sono opere d’arte perché siamo convinti che l’arte possa far rinascere i luoghi».

lucefest 2
Villa Puglisi

Infine ci sono i laboratori di comunità co-finanziati dalla Regione Calabria, che ha riconosciuto Luce a San Pietro come associazione culturale col punteggio più alto per accedere ad alcuni fondi. Grazie a questi finanziamenti, l’associazione ha organizzato dei laboratori di salsa, di marmellata di fichi d’india e di “minestra della Madonna della Luce”, un piatto tipico che si prepara per la festa dell’8 settembre dedicata appunto alla Madonna della Luce. Anche qui, vecchio e nuovo si completano e la memoria di saperi che si stanno perdendo viene tramandata ai più giovani.

«Il nostro obiettivo per il futuro è completare il nascituro Wow Museum: si tratta di 20 nuovi murales che comporranno il paese in vere e proprie sezioni divise per tematiche (ecosostenibilità, amore, tradizioni 2.0)», conclude Carmine. «In questo modo vogliamo continuare a proporre momenti laboratoriali che conservino questa doppia anima, fatta di tradizione e socialità».

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Riabitare l’appennino creando comunità: ecco tre storie di chi ha scelto di restare (o di tornare)
Riabitare l’appennino creando comunità: ecco tre storie di chi ha scelto di restare (o di tornare)

“Vieni a vivere in montagna”, il progetto per riabitare i territori alpini
“Vieni a vivere in montagna”, il progetto per riabitare i territori alpini

Salvare i borghi italiani dall’overtourism: ecco le proposte del turismo responsabile
Salvare i borghi italiani dall’overtourism: ecco le proposte del turismo responsabile

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Il boom dei fast food e la fine dell’identità – INMR Sardegna #58

|

Smartphone, pc, elettrodomestici: ripararli è possibile con “The Restart Project” – Soluscions #4

|

Terapie psichedeliche: una soluzione ancestrale ai disturbi mentali?

|

Il futuro del vino tra crisi climatica e innovazione

|

Dalla crisi ecologica alla disumanizzazione delle guerre, l’amore è la risposta

|

Lo storyteller dell’acqua Zach Weiss e il nuovo paradigma per mitigare clima, siccità e alluvioni

|

Tyrrhenian Link: “La nostra lotta continua oltre lo sgombero del presidio degli ulivi”

|

Luana Cotena e il suo concetto rivoluzionario di capo d’abbigliamento

string(8) "calabria"