Sampierdarena in LIS: la storia di un ragazzo sordo che ha scoperto il suo talento
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Genova - Cosa significa nascere in luogo e ritrovarsi a vivere in uno completamente diverso, dove non solo si parla un’altra lingua, ma la tua disabilità limita anche ogni genere di comunicazione?
Abdoulie ha 21 anni ed è un ragazzo sordo, proveniente dal Gambia. Vive a Genova ed è ospite di una struttura di accoglienza gestita dalla cooperativa Il Biscione nell’ambito del progetto SAI (Sistema Accoglienza Integrata per richiedenti asilo e titolari protezione internazionale) del Comune di Genova. Arrivato nel 2017 in Italia, ha vissuto prima a Torino e poi ad Asti, dove è entrato in contatto con la comunità sorda, con cui ha iniziato a socializzare e imparare la lingua dei segni italiana.
Nel mezzo ci sono stati il suo percorso di ambientamento e il faticoso passaggio dall’inglese e dalla lingua dei segni gambiana all’italiano e alla LIS. Dopo aver iniziato a frequentare il gruppo Giovani Sordi dell’Ens Genova – con cui porta avanti una socialità serena, fatta di partite di calcio, cene e passeggiate – chiede il trasferimento e arriva nel capoluogo ligure a novembre del 2020. Qui ottiene asilo politico e nel centro dove attualmente risiede viene subito accolto con calore dagli altri ragazzi che lo avvicinano con curiosità e, pur non conoscendo la lingua dei segni, lo aiutano e gli stanno vicino.
Abdoulie è un ragazzo dalle mille potenzialità ed è proprio per la sua versatilità che è stato coinvolto nel progetto “Sampierdarena in Lis”, un ciclo di video che raccontano in immagini il territorio del Municipio II proprio attraverso la lingua dei segni. Realizzati grazie al progetto della cooperativa sociale Il Biscione “In COPI – In Centro Ovest Peer Inclusive”, finanziato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando Territori Inclusivi, questi filmati non solo valorizzano il quartiere dove Abdoulie vive, ma hanno anche permesso al giovane gambiano di scoprire una dote che non sapeva di avere e che ora potrebbe coltivare. Ecco perché ho deciso di raccontare la sua storia, così intrisa di cambiamento.
La nostra conversazione è stata agevolata da Miguel, l’educatore della cooperativa che ci ha fatto da interprete.
Come ti trovi qui e perché sei partito?
«Qui sto molto bene. Ho deciso di lasciare il Gambia perché mi ero reso conto che il mio destino sarebbe stato segnato per la vita: nella mia situazione, come sordo, là non vedevo futuro. Così a giugno 2016 sono partito, ho attraversato Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Libia e sono arrivato in Sicilia a febbraio 2017. Ho vissuto subito a Torino, dove ho conseguito la licenza media all’istituto dei sordi e ho imparato a cucinare: il mio piatto preferito è la pasta al ragù e adoro i vostri dolci, come il tiramisù! Dopo un periodo a Torino sono stato spostato ad Asti».
Perché hai scelto di venire a Genova?
«Conoscevo già la città, avendola frequentata grazie al gruppo Giovani Sordi con cui ero entrato in contatto. Desideravo coltivare le amicizie con i ragazzi che avevo conosciuto: adoro giocare a calcio – dicono che sono un giocatore eccezionale – e ci divertiamo molto insieme».
Come vedi il tuo prossimo futuro qui?
«Il mio desiderio più grande è continuare a studiare: apprendo velocemente e mi piace aggiustare e riparare tutto ciò che trovo. Ho lavorato per un periodo presso la ciclofficina ed è stata una bella esperienza. L’intenzione è quindi proseguire il mio percorso con una scuola professionalizzante a indirizzo meccanico che arricchisca e potenzi queste mie inclinazioni. Desidero anche prendere la patente».
Com’è stata la tua esperienza nel girare i video del progetto “Sampierdarena in Lis”?
«Molto positiva. Per me è stato un progetto stimolante, anche dal punto di vista personale. Dopo i tanti “ciak” – abbiamo provato molto – ho imparato anche la LIS più formale, meno colloquiale, perché l’obiettivo era che i miei gesti rispecchiassero al 100% il registro dei sottotitoli».
Chi ti ha supportato in questo percorso?
«Caterina Bagnara, anche lei sorda, ha contribuito alle redazione dei sottotitoli, grazie alle sue competenze nella LIS. Collabora da anni con enti locali, come la biblioteca in cui ci siamo incontrati oggi per l’intervista, la Gallino, proprio per promuovere la divulgazione della Lingua dei Segni italiana e la conoscenza di tutte le tematiche relative alla sordità. Caterina lavora come educatrice con bambini sordi e una volta a settimana viene proprio qui a svolgere attività di sensibilizzazione sul “diverso sentire”: sta con bambini e ragazzi a cui spiega, anche attraverso esercitazioni pratiche, la Lingua Italiana dei Segni».
Qual è il tuo sogno nel cassetto?
«Comprare una casa».
Il nostro augurio è che la sua solarità continui a permettergli di abbattere tutte le barriere, per passare dalla Lingua dei Segni alla Lingua dei Sogni.
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