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Il 21 luglio l’Assemblea Regionale ha approvato all’unanimità il ddl 533. La Sicilia adesso ha una Legge sull’Agroecologia: “Disposizioni In materia di agroecologia, di tutela della biodiversità e dei prodotti agricoli siciliani e di innovazione tecnologica in agricoltura”.
È una legge che, per prima in Europa, recepisce, all’interno del Green Deal, gli obiettivi congiunti del Farm to Fork e della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030; obiettivi che prevedono, tra gli altri, la riduzione del 50% dell’uso di biocidi e il rischio che rappresentano entro il 2030, la riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi più pericolosi entro il 2030, la tutela e l’incremento della biodiversità naturale ed agricola e il miglioramento ed incremento della rete di zone protette.
Nel lungo dibattito in III Commissione all’ARS, sono emerse le indicazioni e i contributi da parte delle associazioni e delle reti che in questi anni hanno coniugato la difesa dell’ambiente e la valorizzazione delle aziende agricole locali, le associazioni di categoria, la ricerca universitaria e l’assistenza tecnica, le organizzazioni dei consumatori critici, le aziende agricole che hanno già iniziato buone pratiche e percorsi agroecologici e il tavolo istituzionale su Agroecologia e Colture Biologiche che ha tenuto conto del dibattitto che si sta affrontando a Bruxelles sulla nuova PAC.
La Sicilia, prima in Italia per l’agricoltura biologica, oggi aggiunge un nuovo tassello: quello di vedere il riconoscimento del sistema agroecologico, un sistema in cui si integrano la produzione agricola in biologico, le pratiche a favore della tutela del territorio e della fertilità del suolo, della qualità dell’acqua, della gestione degli scarti, della valorizzazione e tutela della biodiversità, di tutta la filiera sostenibile dei consumi (farm to fork); la legge prevede inoltre attività di formazione e di educazione verso queste pratiche, perché sia attuato (principio di precauzione) il diritto alla salute e la certezza della sanità di ciò che mettiamo in tavola.
Con l’entrata in vigore di questa legge si attuerà quella conversione agroecologica necessaria per la salvaguardia:
- delle produzioni locali e del reddito degli agricoltori;
- della biodiversità agricola e naturale;
- per la riduzione dei prodotti di sintesi (quali insetticidi, diserbanti, ecc.) molto dannosi non solo per l’ecosistema ma anche per la salute dei cittadini.
Per avviare questa conversione vengono adottate una serie di misure che, in sintesi, prevedono:
- Incentivi e premialità, anche all’interno del prossimo PSR, per le aziende che introducono in azienda specie, varietà e razze autoctone;
- il riconoscimento di “azienda agroecologica” con le relative regole;
- una forte riduzione dell’uso dei biocidi tossici per tutti gli utilizzi in aree pubbliche;
- corsi di aggiornamento per i nostri agricoltori;
- un sistema di controlli e verifiche nelle importazioni e nelle produzioni;
- ed altre misure per agevolare la transizione agroecologica come indicato dalla Farm to Fork strategy (dal produttore al consumatore) dell’Unione Europea del maggio 2020.
Dopo questa approvazione, si continuerà a lavorare per costruire le norme attuative al decreto e per avviare il necessario processo di diffusione e conoscenza delle disposizioni legislative della legge (vedi indicazioni del Trattato di Lisbona) nel territorio dell’isola. Si hanno notizie che già a livello parlamentare, sulla scorta delle legge approvata, è in procinto di essere avviato l’iter per una legge, che avrà, per la sua valenza nazionale, l’opportunità di declinare incentivi ed agevolazioni fiscali per tutte le aziende che volessero intraprendere percorsi agroecologici.
Redatto da Nino Lo Bello – Fa’ la Cosa Giusta! Sicilia con il contributo di Guido Bissanti e Valentina Palmeri
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