Giulia e la sua passione per la musica che l’ha aiutata a vincere la sordità
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«Siamo abituati a pensare che la vita sia fatta di doveri e basta e pian piano le passioni cessano di esistere. Ma un giorno, spero, che comprenderemo il valore dell’esatto contrario».
Giulia Mazza ha 35 anni e questo valore l’ha conosciuto fin da piccolissima. È nata con una sordità profonda contratta dalla rosolia che la sua mamma ha avuto in gravidanza, ma questo non le ha mai impedito di sentire e percepire il mondo che la circondava.
Si è avvicinata alla musica molto presto – aveva due anni e mezzo – attraverso gli insegnamenti e il supporto della nota musicoterapista Giulia Cremaschi di Bergamo. Ha compiuto un percorso strutturato di rieducazione alla nota che le ha acceso la passione per la musica facendole continuare gli studi. Dai sei agli undici anni ha studiato violoncello in una scuola musicale, per poi proseguire privatamente presso l’abitazione del suo insegnante.
«Il violoncello mi ha permesso di affinare le capacità uditive, come in generale la musica fa, e di capire bene quali vibrazioni contraddistinguono ciascuna nota. Mi ha consentito poi di fare esperienze sociali d’orchestra, di comprendere come si incastrano fra loro i suoni e di percepire le emozioni che suscita la loro profondità», mi racconta.
La musica è un mondo che fa incontrare e conoscere da vicino la disciplina, la perseveranza e la pazienza. Non è sempre facile avvicinarsi a uno strumento e farlo entrare quotidianamente nella propria quotidianità. Proprio per questo – come spesso accade nella vita, non solo in ambito musicale – si potrebbe incorrere nella paura di essere giudicati se, al primo colpo, non si dovesse riuscire a portare a termine un compito.
A Giulia è capitato un sacco di volte: per lei, affetta da sordità, non è stato semplice fare le cose come le venivano richieste, proprio perché una persona che ha maggiori limitazioni fisiche potrebbe sentirsi maggiormente scoraggiata. Questo aspetto tuttavia non l’ha mai fatta allontanare dal suo obiettivo e non le ha mai fatto pensare di mollare la presa, perché attraverso la musica Giulia ha creato una comunicazione che si fa sentire e non soltanto ascoltare. «Il problema di fondo, secondo me, sta nel fatto che quando abbiamo poca conoscenza dei mezzi per superare un ostacolo, il giudizio non ci aiuta».
Ed è proprio con il suo esempio che Giulia ci da la possibilità, attraverso la sua storia, di non interrompere mai la continua ricerca di soluzioni e modalità per superare gli ostacoli che la vita ci pone e di farlo con passione, pazienza e non perdendo mai il ritmo.
Nel programma di Domenico Iannaccone “Che ci faccio qui” , andato in onda agli inizi della primavera, Giulia ha raccontato di come, grazie alla musica, è riuscita a coltivare – sempre di più e sempre meglio – la sua percezione e la sua connessione con il mondo attraverso la musica. Il violoncello è uno strumento che grazie alla vibrazione che dalla cassa armonica si trasmette al corpo ha molte similitudini con la voce umana e Giulia non smetterà mai di sentire il mondo che la circonda.
Immaginandosi il futuro, mi dice: «Continuerò a coltivare le mie passioni, mio malgrado ne ho più di una e vado avanti anche con la passione per la grafica».
Giulia con la sua musica vi aspetta qui.
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