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Torino - Il 19 agosto, presso la pagina Facebook ufficiale del Torino Underground Cinefest, il direttore artistico dell’evento, il regista Mauro Russo Rouge, affiancato dall’attore e doppiatore Fabrizio Odetto, dal critico e selezionatore Alessandro Amato e dal giornalista Tommaso Paris, ha presentato il programma dell’ottava edizione del TUC, proposto dall’Associazione Culturale SystemOut e dall’Università Popolare ArtInMovimento, e patrocinato dalla BIMED. Il festival quest’anno presenterà 16 lungometraggi, 19 documentari, 78 cortometraggi e 4 proiezioni speciali per un totale di quasi 74 ore di proiezioni, oltre che 46 anteprime italiane, 5 europee e 1 mondiale.
Con quasi 2800 film ricevuti da tutto il mondo e 117 film selezionati, l’ottava edizione del Torino Underground si presenta al pubblico con l’intento di stupire ancora una volta. Numeri importanti che denotano una crescita esponenziale negli anni: in origine, nel 2014, erano due giorni di programmazione. Quest’anno i giorni sono ben otto, in due sale cinema: il blasonato Ambrosio Cinecafè e lo storico Cine-Teatro Baretti di Torino.
Come ha raccontato l’ideatore e il direttore artistico del festival Mauro Russo Rouge, «il Torino Underground Cinefest è completamente autofinanziato dalle realtà associative proponenti. In primis, vogliamo dare visibilità al cinema indie, prolifico a livello internazionale e che continua a fare molto bene. Desideriamo anche permettere a un pubblico il più vasto possibile di poter confrontarsi con linguaggi cinematografici nuovi, sia classici sia sperimentali. Vogliamo inoltre dare la possibilità a film che difficilmente potrebbero raggiungere le grandi sale, giacché esclusi dal mainstream, nonostante provengano da festival come Berlino, Rotterdam e Cannes, di essere fruiti e goduti dagli spettatori in una città come Torino, legata da sempre al mondo del cinema».
Al ricco programma di proiezioni si aggiungono poi 27 incontri registrati con gli autori per la durata effettiva di 8 ore; 7 incontri live; 1 masterclass sul montaggio condotta dal montatore francese Premio Cesar Hervé Schneid; 8 talks di professionisti del settore presso la sede del main-partner culturale Event Horizon.
«Ringrazio tutto il team di lavoro che cresce di anno in anno nel tentativo di gestire l’evento nel migliore dei modi. In particolare, ringrazio i miei due strettissimi collaboratori e soci Matteo Valier e Annunziato Gentiluomo, senza cui tutto ciò non esisterebbe. Continuiamo offrendo qualità al nostro pubblico e visibilità a eccellenze cinematografiche. Continuiamo a crederci e a crescere, senza mai sederci sugli allori», ha affermato Mauro Russo Rouge. La proposta presenta varietà di tematiche e di linguaggi con particolare attenzione a ricerca estetica e sperimentazione e per visionare il programma completo è possibile accedere al sito ufficiale del TUC – Torino Underground Cinefest.
«In queste otto edizioni – proseguono gli organizzatori – si è cresciuti parecchio e si sono affrontate diverse sfide con creatività e originalità. Considerando solo gli ultimi quattro anni si è passati da tre giorni (25 – 27 marzo 2018), presso il Cinema Classico di Torino, agli otto giorni di programmazione di questa ottava edizione, in due sale – l’Ambrosio Cinecafè e il CineTeatro Baretti – con 117 film in programmazione, con molti momenti di riflessione con gli autori sia in presenza sia registrati e diversi eventi speciali. Rispetto alle tematiche, invece, nell’ottavo Torino Underground prevalgono quelle giovanili legate all’insoddisfazione e all’incapacità di emergere e relazionarsi, anche se per sensibilità il festival è vicino a tematiche più ardite e sperimentali».
L’introduzione della categoria documentari, curata dal critico cinematografico Alessandro Amato, presenta diversi titoli in concorso: sono ben 16, di cui 5 italiani, e spaziano molto sia in termini tematici sia per quanto concerne la scelta registica. «Ci raccontano storie incredibili attraverso materiali d’archivio e era doveroso data la qualità dei prodotti arrivati da tutto il mondo e l’attenzione posta alla trattazione delle varie tematiche. Tra i prodotti selezionati in molti casi si ricorre a un approccio squisitamente antropologico con una volontà di far luce su un fenomeno attraverso la telecamera, anche se non mancano quelli caratterizzati da una verve di esplicita denuncia sociale».
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