Borgomezzavalle: case a 1 euro per far rivivere un borgo montano
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Verbania - Arriviamo a Borgomezzavalle, piccolo comune montano del Verbano Cusio Ossola, nell’alto Piemonte. Le interviste che abbiamo in serbo per questa giornata sono accomunate da un filone che, come redazione, ci stiamo impegnando ad approfondire, ovvero quello del ripopolamento e della rivitalizzazione in atto nelle aree montane. Quelle aree marginali e di confine, comunemente conosciute come terre alte, spesso dimenticate e per lungo tempo abbandonate che custodiscono l’anima e la cultura più autentica della storia del nostro paese. Terre di alpigiani, di margari, di montanari e di vecchi mestieri e antiche tradizioni che negli ultimi anni si stanno sempre più riscoprendo.
Questo risveglio lento ma graduale della montagna in molti casi è un grido di aiuto per uscire dall’isolamento e per far rivivere questi luoghi. E Borgomezzavalle, piccolo comune di 300 anime della valle Antrona, ne è un chiaro esempio. Qui giunti, veniamo accolti da un cielo nuvoloso e qualche goccia di pioggia che annunciano un autunno in arrivo nonostante ci troviamo ancora in piena estate. L’aria è fresca, le montagne imponenti e impervie ci fanno da cornice, mentre ci avviamo alla scoperta di questo borgo fatto di case in pietra e piccole stradine che hanno antiche storie da raccontarci.
In paese incontriamo Stefano Bellotti, Sindaco di Borgomezzavalle, insieme a Raffaela Girlanda, consigliera comunale, che ci raccontano dell’iniziativa “Case a 1 euro”, pensata nel 2017 e portata avanti in questi anni per combattere lo spopolamento delle aree marginali e incentivare le persone a vivere in questo centro di montagna.
Un euro: è il prezzo simbolico di un’iniziativa che vuole incentivare la residenzialità e l’arrivo di nuove persone tra cui, si spera, soprattutto giovani, attraverso il recupero di immobili da anni abbandonati e decadenti. Perché allo spopolamento il Comune ha deciso di opporsi non solo migliorando i servizi, ma anche e soprattutto rendendo attraente l’acquisizione di case e baite disabitate.
Per raccontarvi il progetto, però, facciamo un passo indietro al 2016, anno in cui nasce il Comune di Borgomezzavalle dalla fusione di cui piccoli centri, ovvero Seppiana e Viganella. Un’unione che diventa la vera e propria ripartenza di un territorio che durante l’industrializzazione ha visto sempre più residenti emigrare, per trovare lavoro a valle o nei centri urbani di maggiori dimensioni. «Le famiglie o le coppie giovani sono poche, negli ultimi anni c’è stato un lieve incremento di nuovi nati che danno speranza per un futuro che non vuole vedere esclusivamente negli anziani gli unici residenti di questi luoghi».
L’iniziativa delle Case a 1 euro, come vi abbiamo raccontato in un nostro precedente articolo, si ispira al progetto “Ali di pietra” avviato nel comune di Gangi in Sicilia: proprio qui, a più di 1.000 chilometri di distanza, dall’altra parte d’Italia, è stata avviata con successo la prima iniziativa di questo genere e nel 2017 Borgomezzavalle, grazie all’ex Sindaco Alberto Prioni, ha deciso di replicare l’idea. Ora Stefano Bellotti e l’Amministrazione comunale stanno portando avanti il progetto per farlo diventare, giorno dopo giorno, una politica virtuosa e un modo per portare le persone a far rivivere il paese.
«Abbiamo ospitato l’amministrazione di Gangi nel nostro comune già cinque anni fa e siamo stati felici di accoglierla perché per noi ha rappresentato un esempio che si sta dimostrando efficace». Come ci viene raccontato, l’iniziativa nasce principalmente per dare nuova vita a queste case, ristrutturando immobili che sono totalmente abbandonati e che andrebbero nel tempo a decadere e divenire strutturalmente poco sicuri nelle vie del centro storico. Come spiegano i protagonisti della video intervista che potete vedere qui sopra, «diventa così un modo per portare le persone a conoscere il nostro paese, a vivere qui e stanziarsi stabilmente se lo desiderano, ma anche recuperare i centri storici e quindi donare nuova vita a case che attualmente sono disabitate».
Così ci siamo fatti spiegare come funziona, nel dettaglio, l’iniziativa: «Il progetto delle Case a 1 euro nasce coinvolgendo i diversi proprietari degli immobili che preferiscono “liberarsene”, dal momento che le case di loro proprietà sono inutilizzate o sottoutilizzate e di conseguenza soggette ad alti costi di manutenzione. Così il Comune si impegna a diventare “strumento di accompagnamento” e si rende disponibile ad accogliere e indirizzare le persone che desiderano acquistare un immobile abbandonato».
Una volta scelto l’immobile, il futuro proprietario si dovrà appoggiare a un studio tecnico per l’iter burocratico, gli atti notarili e l’acquisizione dell’immobile. «Come amministrazione, ci rendiamo disponibili a individuare i proprietari degli stabili e a metterci in contatto con loro. In alcuni casi il processo di recupero non è semplice perché queste case sono abbandonate da anni e necessitano di significativi interventi strutturali. Per questo motivo, spesso sono proprio i proprietari attuali che, non utilizzandole, hanno interesse a cedere le loro abitazioni».
Un aspetto interessante è che l’iniziativa prevede che non ci siano particolari condizioni da soddisfare come limiti di età o come l’obbligo della residenza. Infatti, «è solo necessaria la presentazione di un piano di progetto entro due anni per verificare l’interesse di ristrutturare l’immobile acquistato».
Oltre alle Case a 1 euro, in questi anni sono stati diversi gli strumenti che il Comune ha messo in atto per contrastare quotidianamente lo spopolamento e favorire residenzialità e turismo, a partire da piccoli interventi e servizi. Tra questi ci viene raccontato del bonus bebè e di quello dedicato a chi apre un’attività nel comune, ma anche del tentativo di mantenere le tasse al minimo che permette di poter vivere con meno difficoltà queste aree montane, o della lotta ai disservizi – come ad esempio la scarsa copertura di internet – così comuni in montagna.
«Incentivando servizi essenziali come un asilo in valle, la farmacia, la posta e la bottega del paese, ci stiamo impegnando a far diventare questo borgo un bel posto dove vivere, in cui la qualità della vita sia ottima». Certo, la strada è lunga, ma l’esperienza del Comune di Borgomezzavalle testimonia la forza e il coraggio di trasformarsi, di cambiare e di accogliere chiunque veda nella montagna una nuova ripartenza.
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