Fra agroecologia e abitare sostenibile prosegue il percorso di Seminare Comunità
Seguici su:
Cuneo - Il 10 giugno si è conclusa la prima parte del percorso online “Seminare Comunità, Agricoltura Sostenibile“, una formazione dedicata a creare rete tra gli agricoltori che vogliono far nascere, attraverso lo scambio e l’incontro, un nuovo modello dell’abitare e del lavorare a contatto con la natura. Gli appuntamenti sono stati moderati da Luca Barraco con il supporto dei colleghi di Humus Job.
Seminare Comunità cerca di connettere imprenditorialità agricola e potenziamento di progetti legati all’abitare collaborativo per un ripopolamento di aree marginali. Le tematiche, approfondite in 8 moduli da 2 ore ciascuno, sono state illustrate attraverso gli elementi più significativi della pratica agricola naturale e sostenibile, partendo da un’introduzione generale all’agricoltura con un focus specifico sui due territori coinvolti (zona del biellese e dell’eporediese).
Nei 5 moduli successivi il corso ha accompagnato i partecipanti lungo un itinerario virtuale nei campi, per conoscere le pratiche più diffuse in un’ottica di innovazione e rispetto dell’ambiente: orticoltura, frutticoltura, floricoltura (dai vivai ai fiori edibili), allevamento e trasformati.
L’idea originale era quella di fare svolgere gli incontri in presenza nei territori suddetti, coinvolgendo aziende agricole o stakeholders locali anche come strutture ospitanti gli incontri, ma le restrizioni necessarie dovute all’emergenza sanitaria ha limitato molto queste possibilità e il gruppo di lavoro ha dovuto rimodulare la struttura del corso.
Gli ultimi due incontri della prima parte legata ai temi sull’agricoltura si sono concentrati uno sull’agroecologia come modello di sviluppo sostenibile della pratica agricola che tiene insieme agricoltura, allevamento ed ecosistema e l’altro su modelli di buone pratiche d’impresa. Tutti gli interventi sono stati sviluppati seguendo un fil rouge che ha entusiasmato molto i partecipanti perché ha permesso un inquadramento più generale della tematica e una declinazione pratica della stessa attraverso le voci di chi pratica quotidianamente quel tipo di agricoltura, ciascuno nel proprio settore specifico.
«Nella prima parte degli incontri infatti – racconta Elena Elia, responsabile della comunicazione di Humus Job – “esperti” del settore scelti in particolare tra le competenze locali (agronomi, ricercatori, docenti o aziende agricole più strutturate) hanno creato una cornice di senso più ampia fornendo anche rimandi teorici; nella seconda parte, due o tre realtà agricole specializzate sul tema della serata raccontavano la propria esperienza partendo dalla storia della propria azienda, illustrandone le peculiarità e riportando testimonianze sulle fatiche e le soddisfazioni, le possibilità di innovazione, le difficoltà del quotidiano e i punti di forza».
Al termine di ciascun incontro ai partecipanti veniva data l’opportunità di fare domande o veniva lasciato spazio per dibattere su quanto emerso. Una parte di questo primo percorso di Seminare Comunità prevede, oltre che l’attivazione di potenziali nuovi abitanti o agricoltori, anche il coinvolgimento delle realtà agricole dei due territori con due finalità: la prima, “trasformare” le aziende in formatori, per un passaggio di competenze ed esperienze molto pratico, dal basso. La seconda, coinvolgere gli imprenditori agricoli nella Rete di Humus Job per offrire loro, attraverso il contratto di rete e la condivisione con altre aziende, uno strumento pratico per aumentare la loro sostenibilità, accrescere le potenzialità di ciascuna azienda e connettere le buone pratiche dei territori.
«Ha moderato tutti gli incontri per Humus Job Luca Barraco, con il supporto tecnico dei colleghi», spiega Elena. «Una moderazione che ha avuto non solo l’obiettivo di dare la parola e facilitare i momenti di discussione ma, soprattutto, che ha avuto la finalità di creare la continuità tra gli 8 incontri fino al ponte con le fasi successive del progetto: l’incontro sulla Responsabilità Sociale d’Impresa che si è svolto il 24 giugno alla presenza degli attori economici locali con cui imbastire la prosecuzione del progetto oltre i tempi del progetto e la seconda parte del corso incentrato sull’Abitare Collaborativo tenutasi dal 29 giugno al 20 luglio, con un incontro di chiusura programmato per settembre».
Al termine di questa prima parte avrebbe dovuto svolgersi un residenziale di due giorni finalizzato a mettere in pratica quanto appreso durante le lezioni “teoriche”, comprensivo di visita delle aziende che hanno prestato le proprie competenze durante gli incontri osservando in loco quanto raccontato e, infine, della valutazione delle competenze apprese per il rilascio dell’attestato finale ma, fa presente Elena, «non è stato possibile organizzare questo momento di condivisione che aspettavamo tanto per due motivi: l’incertezza sulle modifiche rispetto alle disposizioni per il contenimento del contagio da COVID-19 non ha dato il tempo sufficiente per strutturare il week-end e, nel frattempo, è partita la stagione per l’agricoltura e le aziende che avrebbero dovuto ospitare le visite e gli agricoltori che avevano dato la disponibilità per fare la connessione tra teoria e pratica hanno iniziato a essere oberate dal lavoro nei campi».
Per queste difficoltà, l’équipe di progetto ha deciso di rinviare il residenziale e di organizzarlo al termine di tutto il percorso unendo in un unico momento in presenza la parte di agricoltura sostenibile e quella legata all’abitare collaborativo attualmente in corso. Questa decisione trova un significato più ampio anche nel senso stesso del progetto: la parte sull’agricoltura sostenibile, quella sulla Responsabilità Sociale d’Impresa e l’ultima sull’Abitare Collaborativo fanno parte di un unico percorso e sono strettamente connesse. Non tutti i mali vengono per nuocere, dunque. E il residenziale sarà proprio l’occasione per allacciare questi fili.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento