Nene di Homescious: «La chiave della felicità è la consapevolezza in tutte le nostre case»
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Genova - Irene Muñoz è un’architetta paesaggista di origine messicana. Vive a Genova dal 2003, dove si laurea in Architettura del Paesaggio. In questi anni il verde e la sostenibilità sono diventati due pilastri della sua vita, sia accademica che professionale. Qualcosa, poi, fa cambiare le sue prospettive. Dopo la nascita della sua bambina, Nene inizia a passare molto più tempo in casa e a guardare con altri occhi il luogo in cui vive, interessandosi allo stesso tempo al modo in cui ci si rapporta con lo spazio che abitiamo.
Decide di diventare quindi home consultant, per aiutare le persone a tirare fuori il meglio dalle proprie case. Proprio da quando si occupa d’interni si accorge che il “bello” non basta e inizia una lunga ricerca su come creare spazi in grado di aiutarci a vivere meglio le nostre case. Ogni nuovo concetto o idea che le passa per la mente viene sperimentata proprio dentro il suo appartamento. L’obiettivo è dare vita a case belle, sì, ma anche accoglienti, stimolanti, sostenibili e capaci di riflettere chi le abita.
Nel 2018 dà alla luce HOMESCIOUS – la casapevolezza ed è proprio di questo concetto che ho voluto parlare con lei, per capire qual è stato il suo percorso.
Irene, sei messicana ma vivi a Genova: come ti trovi?
Ho la fortuna di abitare nella zona del Porto Antico, un luogo in cui sembra di essere perennemente in vacanza: ho il mare vicino e tutte le comodità del centro, restando un po’ fuori. Lavoro da casa – che è una meraviglia perché per ricaricarmi ho bisogno di solitudine e silenzio – ma se ho voglia o necessità basta prendere la bici o andare a piedi per raggiungere negozi, bar, salutare gli amici, incontrare persone per collaborazioni oppure semplicemente sgranchire le gambe dopo aver passato tante ore davanti al computer. Cerco di evitare l’utilizzo della macchina, per questo scelgo quasi sempre di andare con Luna, la mia vespa bianca. Questo posto unico ha certamente una grande influenza su di me e sono grata ogni giorno vivere qui.
Come definisci il tuo approccio in merito alla “casapevolezza”?
La condivisione della mia esperienza diretta e il mio senso di servizio verso gli altri sono i fattori che contraddistinguono il mio approccio. Homescious è un canale di creazione e condivisone di ciò che mi fa crescere, perché mi ritengo uno “strumento”. Sento che ciò che vivo e provo, così come le cose che imparo e sulle quali rifletto, non sono mie, ma di pubblica utilità (o almeno me lo auguro!).
L’intenzione, con l’apertura della Homescious Shop, è quella di dare la possibilità a chi vuole di ricevere qualcosa in più, ma anche di dare qualcosa in più. Per ora sono presenti solo kokedama (composizioni di piante create con un’antica tecnica giapponese), ma ci saranno tanti altri oggetti e anche corsi. Questo perché ho capito che ci dev’essere un canale per lo scambio di energia che vada al di là del dare informazioni in cambio di followers. Attraverso la pagina condivido il mio lavoro interno di introspezione e ricerca spirituale, ma anche lavoro esterno, tangibile, come workout, ricette, tips di decorazione, cenni sulla sostenibilità che metto in pratica ogni giorno.
C’è poi l’apertura verso le cose che scopro: anche se sfidano le mie opinioni sono pronta ad accoglierle, perché percepisco la loro importanza. Se ritengo che un’idea/nozione sia valida sono disposta a cambiare direzione. Non m’interessa imporre il mio punto di vista né restare immobile nelle mie considerazioni, anzi, accettare e dare il benvenuto al cambiamento è uno dei principi della mia vita.
Quali risposte stai ricevendo?
Uno dei motivi per cui il mondo online mi affascina e per il quale ho deciso di investire le mie energie lì è sicuramente la possibilità di apertura: non ci sono confini geografici e parlando quattro lingue posso seguire “da vicino” persone, progetti e realtà molto diversi e stimolanti. I feedback che ricevo sono meravigliosi, ogni giorno mi arrivano messaggi di gratitudine, empatia e sostegno per le cose che pubblico e questo riempie le mie giornate di gioia, mi sento spinta da un senso del dovere più alto, che va al di là del mio ego.
Come si è evoluta la tua visione in questi anni?
Si è completamente trasformata! All’inizio era la ricerca di qualcosa in più della bellezza estetica, ma non riuscivo a capire cosa fosse e tanto meno in che modo avrei potuto condividerlo. Attraverso il mio lavoro interiore ho rivoluzionato completamente la mia vita e la mia visione del mondo. Mi sono accorta che per farlo ho dovuto (e devo) scavare dentro di me, non fuori come purtroppo siamo abituati a pensare. Prima vivevo secondo il modello OTTENERE -> ESSERE, ora è diventato più ESSERE -> FARE -> RICEVERE -> DARE. Sono in una fase di tante illuminazioni e rivelazioni, sto lavorando molto per trasmettere questo senso di felicità per la vita nel modo più efficace e sostenibile che possa fare.
Secondo te essere mamma influisce sul tuo modo di vedere gli spazi, il mondo?
Diventare mamma è stato uno spartiacque nella mia esistenza: grazie a Frida ho smesso di avere una visione egoistica. Il mondo non era più usa-e-getta, ma un luogo in cui seminare per me, per lei e per ogni essere vivente. Lei è la mia più grande maestra. Da lei imparo ogni giorno e la ringrazierò per sempre per avermi scelto come mamma. Sicuramente è stata l’influenza più grande per farmi capire quanto siamo parte dello stesso universo e che le nostre azioni hanno conseguenze per tutti.
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