5 Lug 2021

I campi sportivi abbandonati diventano luoghi di socialità grazie ai Genitori @ttivi

Scritto da: Valentina D'Amora

I ragazzi di Imperia hanno bisogno di spazi all'aperto dove potersi incontrare e trascorrere il proprio tempo libero. Da una necessità così semplice nasce la soluzione: restituire alla città campi sportivi e aree gioco in abbandono o chiuse, affinché tornino a essere luoghi pulsanti di vita. L’associazione Genitori @ttivi si impegna da tempo per portare avanti interventi in grado di migliorare la qualità della vita dei bambini, ragazzi e delle famiglie della città.

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Imperia - Quanto spesso riflettiamo sul fatto che i bambini e i ragazzi trascorrono troppo tempo in ambienti chiusi e troppo poco all’aria aperta? Uscire e giocare all’aperto migliora la salute e  il benessere dei bambini. Come fare però nel momento in cui si vive in una città in cui molti spazi aperti non sono fruibili?

A Imperia c’è un’associazione che lega un gruppo di genitori del territorio animati da un profondo senso civico; negli ultimi anni sono stati capaci di restituire alla cittadinanza campi sportivi e aree gioco in abbandono che, così, sono tornate a riempirsi di voci e di risate.

Si chiama Genitori @ttivi e da più di cinque anni promuove sul territorio imperiese attività ludiche, sportive, culturali, istruttive, didattiche, educative, formative, di valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio storico-artistico, tutte realizzate grazie al supporto dei propri volontari.

Il gruppo nasce nel 2016 con l’intento di far riaprire un campo sportivo in abbandono, chiuso da anni per un rimpallo di competenze burocratiche, situato in via Gibelli, di fronte all’istituto comprensivo Sauro. Diversi genitori prendono in mano la situazione, si attivano e riescono in questa impresa, facendosi affidare la gestione dell’area.

IMPERIA Genitori @ttivi

«L’esito positivo di questa prima “battaglia” – spiega Federica Novelli, la presidente di Genitori @ttivi – ci ha fatto capire che potevamo spingerci oltre e fare anche altro, perché ci siamo proposti alle istituzioni in modo sano e costruttivo. Così attraverso un patto di collaborazione con il Comune, dopo il campetto di Via Gibelli abbiamo riaperto alla cittadinanza anche il campo di via Don Minzoni e ora anche il campetto della parrocchia di Cristo Re».

Rendere queste aree fruibili, oltre che un luogo sicuro per i bambini e i ragazzi di Imperia, è l’obiettivo principale di queste iniziative di rigenerazione urbana. Ed è proprio mettendo in pratica la cultura del rispetto del bene comune che l’associazione, facendo rete con altre realtà imperiesi, si è radicata alla città.

«Dopo questo periodo di chiusure abbiamo ricominciato le nostre attività con un incontro aperto a tutti e gratuito con Gianpietro Ghidini, presidente dell’associazione Emapesciolinorosso, una fondazione che ha come scopo principale il sostegno dei giovani». Fondata dopo la morte di Emanuele, il figlio sedicenne di Gianpietro, in questi anni il PesciolinoRosso è diventata un punto di riferimento e di confronto in cui genitori e ragazzi si scambiano idee, pensieri e condividono riflessioni sull’adolescenza, sul futuro, sulla scuola e sulle relazioni familiari.

banchetto Genitori Attivi
Il banchetto alla fiera del libro a Imperia

«Durante questo percorso, che speriamo di continuare senza interruzioni, papà Gianpietro spiega ai ragazzi in quanti modi ci si può divertire “senza sballarsi” e insegna ai genitori come capire e aiutare i propri figli».

Durante il lockdown sono stati svariati gli incontri online di Gianpietro, che hanno raggiunto circa 1400 alunni di diverse scuole del territorio, ma sono stati portati avanti anche i progetti di alternanza scuola/lavoro con gli studenti del Liceo Amoretti di Imperia, in collaborazione con il pedagogista Marco Scarella. «Questo programma consiste nel formare i ragazzi delle classi di 3^ e 4^ liceo sull’uso consapevole di internet, con l’intento di divulgarlo alle nuove generazioni: nella fase successiva alla formazione, i ragazzi vanno nelle scuole elementari e medie della città per spiegare ai più piccoli come si usa la rete, a cosa stare attenti e a quali siti/giochi è meglio non accedere. È un progetto ambizioso di peer-education che sta dando grandi risultati, perché i bambini e i ragazzi ascoltano più volentieri i coetanei, piuttosto che noi adulti».

Tante iniziative cucite una all’altra con un unico comune denominatore: ascoltare, rispondere ai bisogni ed essere presenti per i propri figli durante tutte le fasi della loro crescita. «Il nostro progetto più grande? Credere nei giovani e aiutarli a migliorare il territorio e, perché no, un domani, anche passare proprio a loro il testimone».

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