La storia di Francesco, la guida ambientale che tesse relazioni e comunità
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Genova, La Spezia - Francesco Cassissa ha trent’anni e nel suo zaino ci sono una bussola, una mappa, tanti libri e un coltellino per raccogliere bacche selvatiche. Il suo lavoro? Guida Ambientale Escursionistica. Dopo diversi anni all’estero, oggi è tornato in Liguria per valorizzare tutto ciò che di bello c’è nella nostra regione. Il suo obiettivo però non è semplicemente raccontare la sua terra, ma è soprattutto compiere un cammino di relazione.
Notti in rifugio, escursioni nel bosco, trekking con degustazioni di prodotti locali in collaborazione con l’associazione Adaxio Experience e molto altro. Passo dopo passo, l’intenzione di Francesco è far emergere e rafforzare le connessioni in cui viviamo e che ci uniscono per natura ecologica e ci rendono capaci di creare benessere ed equilibrio.
Ho deciso di intervistarlo per farmi raccontare la sua esperienza e la sua missione di sensibilizzazione alla vita comunitaria.
Francesco, parlaci del tuo lavoro.
Il mio percorso di vita si intreccia con le passioni che mi animano, i valori che mi definiscono e i modi di comunicare a mia disposizione. Non riesco a separare il mio lavorare dall’impegno e dalla responsabilità che sento di avere verso questa magica esperienza che è la vita. Ho mostrato negli anni una sensibilità particolare verso tematiche relative alla cura della comunità e alla relazione con il territorio, intuendo e producendo spunti volti a cooperazione, inclusione e sinergia. Questo bagaglio ha creato il lavoro che a oggi svolgo con amore e intraprendenza. Una Guida Ambientale Escursionistica è una figura professionale che accompagna persone e facilita loro l’accesso al mondo naturale e antropico, mediandone i contenuti attraverso un taglio narrativo che permette ai partecipanti di ri-conoscere qualcosa del territorio e di sé, in sicurezza e libertà.
Senti quindi che questa è la tua missione di vita?
Il mio desiderio è che le mie azioni possano stimolare la crescita dell’individuo e la nascita di un sentimento di appartenenza, oltre a iniziative volte alla creazione di una relazione progettuale con il patrimonio locale, cercando di risvegliare e favorire un comportamento di tipo attivo, conservante e critico nei confronti dell’ambiente, del paesaggio e del territorio. Chi sono io? Cosa c’è qui attorno? Come posso farne parte? Come lo ri-conosco? Sono alcune delle domande a cui faccio riferimento.
Recentemente hai dato vita a una tua pagina personale con racconti di viaggio, reportage, riflessioni. Cos’è “Lente“?
Lente significa viaggiare lentamente, con un occhio di riguardo. Lente = lentamente = ingrandimento. Nasce come spazio personale dove poter scrivere, allo scopo di dare voce alla mia visione ed essere fonte di ispirazione per gli altri. Da una forma più narrativa, questo progetto evolve nel tempo diventando il luogo multidimensionale dove proporre il mio lavorare e da cui attivare le più svariate collaborazioni e progetti.
Lente è un “organismo” attraverso cui opero e la mia piattaforma d’azione! Vuole offrire uno spunto di riflessione per scoprire qualcosa di sé, dell’ambiente che si visita e della relazione che si crea con il circostante. Che sia un sentimento, un’idea, una virtù, il funzionamento di un ecosistema o ancora la nostra relazione con il paesaggio, lo scopo è quello di donare tempo e spazio per creare degli strumenti per scoprirsi e scoprire in autonomia.
Lente è un’analogia, un’astrazione, ma anche un’idea precisa di vivere, muoversi e di creare mondo insieme dando vita a progetti che nutrono e si prendono cura di noi costruendo un dialogo con il territorio. Si tratta a oggi di una piattaforma mista da cui nascono progetti personali di narrazione, artistici, di accompagnamento in natura, di valorizzazione e inclusione. Nel suo aspetto “commerciale”, Lente è la mia figura professionale di Guida Ambientale Escursionistica.
Cosa ti ha spinto a tornare in Liguria dopo un lungo periodo all’estero?
Il mio viaggiare è sempre stato accompagnato dal voler ritornare a casa, la Liguria. Non ho mai pensato di non tornare, bensì sempre di ripartire quando fosse arrivato il momento giusto per farlo. Credo molto nella disseminazione, ovvero nella capacità di poter dare quel qualcosa di nuovo che abbiamo imparato, per amore dell’educazione e della comunità. Nella nostra epoca, così ricca di intercomunicazione e multidimensionalità, viaggiare mi ha permesso di sentire la grande ricchezza di contenuti del mio territorio e mi ha rafforzato e invogliato a organizzare le risorse per collaborare e dialogare con esso. Ho scoperto una Liguria ricca di tradizione, imprenditorialità, associazionismo e grande potenzialità a cui voler dare il mio contributo per poter offrire un presente fertile, propositivo e inclusivo.
Com’è nata l’idea di portare avanti questa attività, coinvolgendo altre realtà del territorio?
Dopo aver partecipato ad alcuni progetti locali ed esteri di volontariato, di taglio educativo/formativo, soprattutto nella parte Orientale dell’Europa e nell’area Baltica, ho colto la possibilità di poter lavorare nella produzione di viaggi nel mondo, prendendone parte come accompagnatore e divulgatore. La mia attività e produzione di contenuti nasce e cresce assieme a questo percorso di formazione professionale e di vita, che vede nella cooperazione la sua fonte di forza e propositività. Sono stato iniziato sin da ragazzo alla partecipazione, quando assieme ai miei coetanei creammo progetti di inclusione e promozione come consulte giovanili, circoli musicali, incontri cittadini, mercati agricoli e altro. Non ho mai scisso il lavorare dall’appartenere al territorio, al costruire un dialogo insieme.
Dal 2018 a oggi lavoro in sinergia con chi intende creare progettualità dal territorio, nel tentativo di dare vita a un dialogo che possa offrire soluzioni per chi cerca risposte e per chi ama la propria terra.
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