Fare Inclusione: una piattaforma web aiuta le persone in difficoltà a trovare lavoro
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Novara - “Arriva un tempo in cui è importante che ciascuno di noi sia in grado di porsi la domanda su come poter restituire ciò che la vita e gli altri ci hanno regalato”. Questa è la forma mentis alla base del concetto di volontariato secondo Mauro Fanchini, direttore generale della cooperativa sociale Il Ponte di Invorio (NO), realtà da sempre in prima linea per sostenere chi, nell’imperscrutabile disegno della vita, è ancora in credito di possibilità, buone occasioni e, a volte, felicità.
Dell’attività di Il Ponte vi abbiamo parlato approfonditamente qualche mese fa in questo articolo, ma oggi riprendiamo il discorso per aggiornarvi sulle ultime novità. È nato infatti da poco il sito Fare Inclusione che, a partire dal nome, sintetizza ottimamente gli obiettivi della cooperativa.
«Tutto parte da quattro lettere – spiegano i promotori –, due consonanti e due vocali, un verbo cortissimo che usiamo tutti i giorni: “fare”. Un verbo transitivo: si fa (o non si fa) qualcosa. Se lo andiamo a cercare sul vocabolario troviamo: “compiere una determinata azione o attività, eseguire, realizzare: fare un gesto, un urlo; fare un passo avanti, un’escursione; fare una buona azione, un gioco”. Ma anche “passare all’azione, essere attivo”».
Una parola semplice e fondamentale che ben spiega non solo l’idea di partenza – FARE è qui acronimo per Formazione, Appartenenza, Responsabilità, Esperienza –, ma anche e soprattutto un percorso che si concretizza nei fatti. Si tratta di un progetto nato per sensibilizzare l’inserimento nel mondo del lavoro di persone socialmente fragili, un’organizzazione per mettere al centro la dignità di ogni individuo. La rete è costituita da associazioni ed enti che si occupano di inclusione sociale nelle province di Novara, Verbania, Varese e Vercelli.
Fare Inclusione vuole trasformare in risorsa sociale ed economica uomini e donne che sono di solito esclusi da dinamiche aziendali e lavorative. In questo modo si esce anche dalla logica utilitarista e produttivista propria del mondo del lavoro di oggi, che ha contaminato negativamente tutta la società. Ma qual è l’idea? «Affiancare persone a persone: chi insegna e chi impara, nell’ottica di un’impresa sociale totalmente sostenibile. I lavoratori che vengono formati e inseriti in azienda diventano una risorsa: una catena virtuosa che dà il via a una crescita personale, professionale ed economica per tutti gli attori coinvolti. Essere parte attiva di una comunità vuol dire davvero mettersi a FARE».
Si tratta dunque di un progetto che vuole anche rinnegare un paradigma culturale sedimentato nella nostra visione socio-economica, per riportare in auge antichi significati ormai perduti: «Rispetto al lavoro da imprenditore che svolgevo prima – ci aveva detto Mauro raccontandoci la sua storia –, ora vivo quotidianamente una vera soddisfazione nella relazione, nelle persone, nella speranza che vedo intorno a me. Spesso giungono imprenditori in crisi per vedere come funziona la nostra cooperativa e ne rimangono sorpresi. Dal mio punto di vista la speranza non è un fatto individuale, è un fatto di una comunità. E sono proprio queste persone che fanno la differenza, alimentando una speranza che cresce ed insieme ad essa cresce la comunità stessa».
Ma torniamo al progetto del portale Fare Inclusione: «Le parole chiave sono due: inclusione sociale e volontariato. E anche il sito fareinclusione.it è stato pensato e diviso in due aree per essere un’importante cassa di risonanza. L’obiettivo è proprio quello di fare rete per offrire la possibilità a persone disabili o in difficoltà di formarsi. L’organizzazione è aperta e accogliente: non solo per raccontare le tante attività e azioni già in atto, ma anche per aprirsi a nuovi enti e associazioni, aziende e realtà lavorative, persone che vogliono dedicare un po’ del proprio tempo e delle proprie competenze al volontariato. Per farsi avanti ci sono due email: fare@fareinclusione.it e volontariato@fareinclusione.it».
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