“Vi racconto la mia esperienza di wwoofing nei campi di lavanda”
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Pavia, Lombardia - Sono le 22:52 e scrivo dal letto della mia camera, la “camomilla”. Mi trovo in un posto e in una situazione che, fino a poco tempo fa, mai avrei potuto immaginare: sono nel mezzo delle colline dell’Oltrepo pavese – nel Comune di Fortunago, che si è meritato un posto nella classifica tra i borghi più belli della regione – e ho appena terminato la mia prima giornata di lavoro. Ho raccolto la lavanda, e posso ancora sentirne il profumo. Le mani e le gambe sono stanche, così come la schiena, ma la mente vola alta e rielabora pensieri ed emozioni vissute nelle ultime ore.
Avete mai sentito parlare del wwoofing? É una pratica molto diffusa nel mondo e consente ai viaggiatori di mantenersi offrendo il proprio tempo e la propria forza lavoro in cambio di ospitalità presso realtà agricole sparse nel mondo. Ho conosciuto Alessandra via call in pieno inverno, quando le abbiamo raccontato dell’ambizioso progetto di Italia a piccoli passi e lei, ad occhi chiusi, ha deciso di unirsi a noi.
Dopo la riapertura mi sono ritagliata un weekend per andare a conoscere di persona lei e la sua famiglia, per vedere con i miei occhi quel luogo nato dal sogno di due giovani innamorati che, tra dubbi e sacrifici, si sono costruiti la propria strada. In quell’occasione Alessandra mi ha raccontato di loro, di ciò che erano prima.
Lei e suo marito hanno sempre vissuto in città, ma sognavano una vita a stretto contatto con la natura. Alessandra, a dirla tutta, le idee le ha sempre avute chiare: aprire un B&B, un’attività da costruire e gestire insieme. È allora bastato compiere il primo passo, un primo vero atto di coraggio, per dare forma ad un desiderio, per rendere quel desiderio un obiettivo da raggiungere. Come ? Scegliendo il luogo perfetto.
Il progetto iniziale non prevedeva l’Oltrepo pavese, ma la Corsica. Una serie di contingenze li ha portati a rivedere l’idea originaria e a scegliere e acquistare uno stabile a Fortunago, con l’idea del “solo per una decina di anni, e poi vedremo”. Beh, è nata la locanda, è nato il campo di lavanda e con esso una linea di prodotti cosmetici bio al 100%.
Sono nati due figli, Emma e Tommaso e come sappiamo spesso la nascita di un figlio ci porta non solo a rivedere i nostri progetti originari ma, senza nemmeno che ce ne rendiamo conto, plasma in noi desideri del tutto nuovi. Ed eccoli qui ora, a distanza di anni, illuminati dalla luce del tramonto di una calda serata estiva.
Oggi, come dicevo, sono qui in una veste diversa dalla volta scorsa. Oggi sono qui perché voglio viverla questa locanda, voglio vivere con loro questo sogno fatto di un campo di lavanda, una cascina, animali, e molto altro. Ho percorso i 150 chilometri che mi separano da questo posto facendomi mille domande, chiedendomi se sarei stata all’altezza, se il mio fisico avrebbe retto al caldo, agli insetti, se con loro mi sarei trovata bene, se Angelica si sarebbe divertita. Abbiamo lasciato la nostra zona di comfort e ci siamo buttate in una nuova avventura della durata di tre giorni senza nemmeno pensarci.
Al nostro arrivo veniamo accolte come amiche di lunga data. Incontriamo Alessandra e i suoi 2 figli, di 9 e 6 anni, che subito fanno amicizia con Angelica. I bambini spariscono a giocare e io vengo introdotta e condotta per mano in questo nuovo lavoro. La mia missione: pulire e raccogliere la lavanda.
Ma…pulire in che senso? Eliminando tutto ciò che non è lavanda, nello specifico margherite che crescono spontanee e che vanno eliminate dalla radice. Inizio un po’ titubante, ma poco alla volta imparo i movimenti e mi sento sempre più sicura di me. Prendo addirittura confidenza con le api, piccole e laboriose creature. Alessandra mi spiega che ne sono rimaste poche perché quando la lavanda giunge al punto massimo di fioritura, si riempie di olio e sprigiona un profumo tanto intenso da risultare, per loro così come per le farfalle, molto fastidioso.
Procedo con il lavoro che mi è stato assegnato mentre vengo coccolata da un piacevole venticello, da alcune caprette che vengono a farci visita prima di proseguire il loro giro tra i prati e da due cerbiatti che attraversano la collina. Profumi, colori e ritmi di vita e lavoro molto diversi da quelli a cui sono abituata.
Arriva presto l’ora di cena e consumo il mio pasto con tutta la famiglia, qualcosa di molto intimo che consente di entrare nella vita di chi ti accoglie in punta di piedi. La cena scorre veloce tra chiacchiere, gelato e tante risate. Stancante? Sì, molto, ma ne vale la pena.
Trascorriamo con loro anche i due giorni successivi durante i quali imparo il procedimento di raccolta della lavanda, gli strumenti e i trucchi del mestiere e le fasi della loro post produzione: a raccolta completata la lavanda sarà portata in Piemonte per la distillazione e l’olio prodotto trasferito in Liguria per dare vita alla loro linea cosmetica. Imparo che questo è un lavoro che si può svolgere di prima mattina e nel tardo pomeriggio e che la pennichella dopo pranzo è un salvavita.
Ho conosciuto diversi amici di questa splendida famiglia, venuti qui per aiutarli. Persone che come loro hanno lasciato tutto e cambiato vita e che adesso vengono qui nei momenti liberi per vivere quello che io stessa ho potuto provare sulla mia pelle: la bellezza della condivisione. Del tempo, del lavoro, della fatica, ma anche di parole, pensieri e serenità.
Torno a casa molto stanca, è vero, ma grata dell’esperienza vissuta, delle persone incontrate e pronta a progettare nuovi viaggi. Il wwoofing mi ha spalancato nuove porte e mi darà accesso a luoghi, esperienze e contesti meravigliosamente imprevisti.
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