DeltArte: l’antico mestiere del traghettatore rivive grazie alla streetart
Una forma d’espressione giovane e dinamica, che ridà vita ai muri delle città e al tempo stesso a memorie antiche che si stanno perdendo. Il festival itinerante DeltArte sbarca sulle rive del Po per omaggiare l’ultimo traghettatore, rappresentante di un mestiere d’altri tempi che si sta perdendo.

Il mestiere del traghettatore iniziava in tenera età. Un po’ per divertimento, ma spesso per aiutare la famiglia, i ragazzi si imbarcavano al seguito di un parente – il nonno, il padre, lo zio – o su barche di amici e conoscenti. Così si apprendevano i rudimenti del mestiere sino a diventare un giorno il padrone della barca e comandante.
Protagonista di DeltArte, assieme alla creatività e all’arte contemporanea, è da sempre il territorio. Uno dei principali obiettivi del progetto è lo scambio di conoscenze e memorie tra gli abitanti delle varie comunità, in particolare gli anziani e le giovani generazioni.

La dodicesima tappa del festival itinerante DeltArte il delta della creatività è il comune di Villanova Marchesana, in provincia di Rovigo. È qui che Simone Carraro, in arte Banco Ittico, farà la sua residenza d’artista da mercoledì 4 a domenica 8 agosto per realizzare la sua opera di arte urbana dedicata a uno degli ultimi traghettatori del Polesine, professione ormai estinta e che fa parte di quella “memoria collettiva” che è il tema della IX edizione del festival.
I tempi lenti che caratterizzavano il vivere quotidiano in un tempo irrimediabilmente trascorso permettevano un continuo ed efficace esercizio della memoria, così che il presente era intriso di passato e il passaggio da una generazione a quella successiva avveniva gradualmente e in modo naturale, rispettando un prezioso patrimonio di esperienze che spesso diventavano indicazione morale.
Con l’avvento della globalizzazione e con i ritmi frenetici che essa impone, le testimonianze antropologiche vanno via via scomparendo, dissipate da ansie diverse, inghiottite dai modi voraci con cui si affronta la quotidianità. E di tutta la civiltà polesana resta una traccia esigua e incerta, perdendone in parte il senso e l’utile insegnamento. A questo vuoto gli artisti di DeltArte sono chiamati a intervenire, mediante un lavoro di ricostruzione sociale e storica, per ricucire la trama del grande racconto che il Polesine narra con le sue testimonianze dirette ed indirette.

Affascinato dal simbolismo dei bestiari antichi e dei trattati scientifici e di cultura popolare, Simone Carraro basa la sua ricerca sull’interazione tra immagine e scrittura analizzando quelle situazioni spesso marginali in cui il rapporto intrinseco tra uomo e natura non è un lontano ricordo ma una realtà quotidiana. Per la realizzazione delle sue opere, il giovane artista intercetta le caratteristiche faunistiche e della cultura popolare in relazione all’ambiente in cui interviene, traducendo attraverso il proprio codice allegorico in forme figurative e verbali.
La curatrice del festival, Melania Ruggini, commenta: «È il secondo anno consecutivo che Banco Ittico partecipa a DeltArte e siamo molto felici di ospitarlo nuovamente perché è un artista giovane eppure già strutturato, sia dal punto di vista della ricerca artistica che dello stile, inconfondibile e personale. L’obiettivo di quest’opera è tramandare alle giovani generazioni l’importanza della memoria storica collettiva per non perdere le tracce del nostro passato che ritorna nelle tradizioni e anche nei nostri murales».
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