22 Lug 2021

Bordo, il villaggio di montagna che rinasce grazie a una comunità buddista

Scritto da: Lorena Di Maria

Un villaggio di pietra, qualche rudere e natura tutt’intorno: ci troviamo a Bordo, una frazione della Val D’Ossola che per lungo tempo, a causa di un progressivo abbandono, è stata dimenticata. Ora è un centro di vita, grazie a una comunità buddhista che qui ha creato un progetto spirituale aperto a chiunque voglia riscoprire la lentezza della montagna e per coloro che cercano serenità, ispirazione e connessione con sé stessi e gli altri.

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Verbania - Sulle Alpi, ai confini del selvaggio Parco Naturale della Valle Antrona, sorge Bordo, una piccola frazione a 750 metri di altitudine e uno dei più piccoli e antichi centri rurali dell’alto Piemonte. Uno di quei tanti borghi che popolano le terre alte delle vallate ossolane e che, dal secondo dopo guerra, hanno visto uno spopolamento massiccio da parte degli abitanti che decisero di trasferirsi nel fondovalle, perdendo un pezzo della loro anima e trasformandosi, giorno dopo giorno, in un ammasso di ruderi e pietre, di piante e rovi, cristallizzati come se il tempo non fosse mai passato.

Questo fino agli anni ’80, quando un gruppo di giovani idealisti e sognatori provenienti dalla Svizzera e dalla Germania, affascinati da questo luogo fuori dal tempo, decisero di acquistare alcune abitazioni e ristrutturarle nel rispetto dell’architettura tradizionale che da sempre le caratterizzava per restituire loro quel pezzo di anima un tempo perduta.

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Dopo essersi stabilizzate, si diffuse tra loro un’idea: quella di trasformare questo borgo in una comunità spirituale buddhista dove vivere la pace della montagna e la lentezza che da sempre hanno caratterizzato queste valli. Un luogo, quindi, di armonia e profonda connessione con loro stessi. Ma soprattutto, un luogo dove creare una comunità che fosse sempre pronta ad accogliere nuovi visitatori. Così lo hanno chiamato “Bordo, il luogo dove la mente si riposa” ed è proprio in questo angolo di mondo che il processo di ripopolamento si è concretizzato.

Per via della posizione isolata in cui il villaggio si trovava, il gruppo ha presto sentito la necessità di costruire una teleferica che ancora oggi viene utilizzata per il trasporto del materiale da costruzione. Per raggiungere Bordo l’unica strada accessibile è infatti a piedi, lungo un sentiero immerso tra pietre e natura: come in tutti i luoghi, d’altronde, la strada verso sé stessi non può che iniziare dal cammino.

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Quando si arriva alla fontana, all’entrata del villaggio, ci si immerge in un luogo nuovo e inaspettato: nella frazione gli antichi edifici rurali si sono trasformati in strutture funzionali alla vita del centro buddhista e ne sono esempio la casa dei ritiri, la casa dei seminari e il centro di Dharma “Karma Decen Yangste Ling”, vero e proprio cuore pulsante della comunità.

Il progetto si presenta così: «Bordo è un luogo di trasformazione e contemplazione. Tranquillità nel cambiamento e la possibilità di lasciar andare la febbrile vita quotidiana ci permette di connetterci ai reali bisogni e desideri. Nella semplicità di una natura incontaminata, il silenzio ritorna spontaneamente». A gestire il progetto in questi anni è stata la cooperativa composta da persone che qui hanno deciso di vivere: residenti di Bordo passati e presenti, ma anche persone vicine al progetto che credono fortemente in questo luogo di vita.

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In questi anni sono numerosi coloro che, associandosi al progetto, sono giunti come ospiti in ritiro, come partecipanti di Dharma, per frequentare corsi o semplicemente come ospiti in vacanza, il tutto lontano dalla vita veloce e inarrestabile della città. Qui la vita scorre lentissima: ci si può immergere in passeggiate nella natura e prendersi momenti di connessione con sé stessi.

«Un’ora al giorno aiutiamo nel lavoro (Karma Yoga), un’altra importante forma nella pratica del Dharma. La nostra attitudine è fondamentale, sin dall’inizio. Cominciamo con un’attitudine benevola sia nei confronti di noi stessi che verso gli altri, con l’augurio di sviluppare Bodhicitta, l’attitudine del risveglio, a beneficio di tutti gli esseri», spiegano.

A Bordo le pratiche si alternano al lavoro nel centro, affinché gli ospiti che qui giungono possano contribuire attivamente e in prima persona al progetto. Ad esempio, una forma particolarmente utilizzata è quella della “Meditazione e azione”, attraverso la quale si combina la pratica buddista con le attività di supporto per Bordo. Così la pulizia dei locali e delle sale comuni, il miglioramento delle infrastrutture, la cura delle aree esterne diventano possibili con l’aiuto di volontari dedicati. In fondo, si dice che impariamo a prenderci cura di un luogo per prenderci cura di noi stessi e a Bordo questa diventa filosofia di vita.

I volontari del programma “Meditazione e azione” sono anche i benvenuti a sostenere Bordo con il loro aiuto in altri momenti della stagione come nella preparazione delle camere per i corsi di Dharma e per gli ospiti, nell’assistenza in cucina e in giardino, per i lavori di riparazione e manutenzione e anche per l’approvvigionamento di legna per la stagione più fredda. Proprio così, in questi anni e grazie a lunghi lavori di costruzione e volontariato che si svolgono durante tutto l’anno, è stato possibile ricostruire e mantenere la maggior parte degli edifici del villaggio.

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«Continuiamo questa tradizione e, con un team in continuo cambiamento di aiutanti esperti, realizziamo progetti edili e infrastrutturali sempre più dettagliati per mantenere l’intero villaggio in buone condizioni. Anche la raccolta di legna da ardere per la stagione più fredda è un lavoro importante», raccontano.

Così il villaggio tradizionale, con le sue case in pietra, è sempre pronto ad accogliere coloro che vogliono entrare in contatto con se stessi e gli altri in modo naturale, che sentono la necessità di liberarsi dal ritmo stressante della vita urbana e contribuire a un progetto che sta ridando vita alla montagna.

AGGIORNAMENTO: al momento la comunità è al completo e non accetta visitatori.

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