In Alto Piemonte l’enoturismo promuove il territorio tramite tecnologia blockchain
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Novara - La viticoltura in Alto Piemonte è una tradizione millenaria: tra vitigni autoctoni e un clima favorevole e tipico della zona prealpina italiana, questa pratica è da sempre parte integrante della storia, dell’enoturismo e dell’economia locale. E sono proprio turismo e vino, con l’aggiunta della tecnologia, le tre parole al centro del nuovo progetto lanciato dal Consorzio Alto Piemonte Turismo, in accordo con il Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte e con il contributo della Regione Piemonte.
L’obiettivo di questa collaborazione è supportare le piccole e medie imprese del comparto agroalimentare italiano e valorizzare i prodotti locali attraverso esperienze digitali attraverso cui condividere con i consumatori la storia e i valori dei piccoli produttori locali. Il progetto nasce dalla partnership con QualityChain, una startup svizzera fondata da Ciro Borrelli, Saverio Salaris e Carlo Vespa, tre ragazzi italiani che hanno sviluppato una piattaforma che racconta la storia dei prodotti agroalimentari e lo fa tramite un’etichetta digitale, alla quale chiunque può accedere scansionando un QR Code apposto sul packaging.
Come raccontano, «i piccoli produttori lottano ogni giorno per sopravvivere in un panorama competitivo e omologato, ma possono usare un’arma potentissima: la qualità dei loro prodotti». Così il progetto trae la sua forza da questa visione: «Un mondo in cui i produttori possono dedicare la loro attenzione non solo a vendere, ma anche e soprattutto a informare ed educare sulla qualità dei prodotti». La loro missione è quindi creare una sorta di vetrina da cui poter osservare le mani che lavorano la terra, il vino, il pane, e tutto ciò che di buono producono le nostre aziende».
La collaborazione tra queste realtà vuole infatti promuovere le attrattive turistiche del territorio tramite i suoi stessi prodotti tipici: per questo sono state coinvolte nel progetto dieci cantine, ciascuna delle quali ha messo a disposizione tre dei suoi vini che sono stati dotati di speciali QR code che ne raccontano la storia in oltre 36 lingue. Ad esempio, possiamo conoscere tutti i dettagli su come sono stati prodotti, su quali valori dei produttori si basano e su quali sono le caratteristiche che li rendono unici. Insomma, possiamo ripercorrere l’intera storia di una filiera raccontata in ogni singolo passaggio.
«Convertire il prodotto d’eccellenza al ruolo di ambasciatore del territorio – ha raccontato il coordinatore di Alto Piemonte Turismo Dario Bertoli – è un’idea tanto semplice quanto efficace. Immaginiamo migliaia di bottiglie dei pregiati vini alto piemontesi che raccontano le nostre colline, i laghi, le città, le montagne con una tecnologia alla portata di ogni smartphone e si trasformano in piccoli cataloghi di destinazione: grazie a Quality Chain questo è stato possibile in poche settimane».
«Tracciare su blockchain significa prendersi piena responsabilità della propria filiera di fronte ai consumatori», spiegano Ciro, Saverio e Carlo. Infatti l’utilizzo di questa tecnologia permetterebbe di rendere più trasparenti e tracciabili i prodotti attraverso la dimensione digitale. Inoltre, raccontano, attraverso l’utilizzo del QR «il tuo prodotto è il tuo ambasciatore nella casa del cliente: ti permette di parlare con lui anche dopo l’acquisto e magari spingerlo a visitare il tuo shop online».
In Alto Piemonte si distinguono tre aree principali – le Valli Ossolane, le Colline Novaresi e le Coste della Sesia – e ognuna delle tre rappresenta una propria Denominazione di Origine Controllata. In ciascuna delle etichette digitali proposte dal progetto è presente la promozione di un’attività turistica sul territorio dell’Alto Piemonte: dalla visita alla cantina stessa a vari pacchetti legati ad altre attività, sia outdoor che indoor. In questo modo i vini diventano veri e propri ambasciatori del territorio, attraverso un viaggio dal ristorante alla cantina e ampliandosi all’intero territorio.
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