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Palermo - Uno spazio libero, quantomeno per l’immaginazione, che può scorrazzare dove vuole grazie ai quattromila libri messi a disposizione dei detenuti della Casa Circondariale “Antonino Burrafato” di Termini Imerese in provincia di Palermo. È stato appena inaugurato Spazio Lib(e)ro, una biblioteca fortemente desiderata da un team di donne che da anni lavora con tenacia e determinazione per realizzare questo piccolo sogno tra le mura del carcere.
Tutte loro sono convinte che la cultura e le tante storie racchiuse tra le pagine possano essere di grande stimolo e – perché no? – amano pensare che la lettura possa essere una sorta di piacevole “evasione” dalla quotidiana routine del carcere, un modo per esplorare nuovi mondi, epoche lontane e per calarsi nei panni di avventurosi protagonisti o struggenti storie d’amore.
«Sarà un luogo di incontro che diviene contesto di scambio e confronto, polo attorno al quale tutte le attività culturali e interculturali dell’Istituto potranno ruotare», sostiene Carmen Rosselli, direttrice della Casa Circondariale “Antonino Burrafato”, che insieme a Patrizia Graziano, dirigente dell’Istituto di Istruzione Superiore “G. Ugdulena” di Termini Imerese, ha fortemente voluto questo luogo. «Oggi più di prima – sostiene Patrizia Graziano – la nuova biblioteca diviene simbolo di ripartenza dopo le dure restrizioni dovute all’emergenza sanitaria in corso».
Una sensibilità, quella femminile, che ha permesso di dare corpo a un’idea che all’inizio presentava diverse difficoltà e che si è manifestata grazie al supporto di tutte le donne coinvolte nel progetto, a partire dalla comandante di reparto a capo del servizio di sicurezza del carcere, Maria Pia Campanale, fino alle insegnanti Valentina Rinaldo e Silvana Moscato, responsabili della biblioteca.
«È uno spazio realizzato grazie all’intesa tra il MIUR, attraverso il Centro Provinciale Istruzione Adulti (Cpia Palermo 2) operante all’interno della Casa circondariale, e il Ministero della Giustizia – esordisce Valentina Rinaldo – ed è il frutto di un lungo lavoro di ristrutturazione compiuto grazie all’impegno e alla dedizione dei detenuti. Sono stati riportati alla luce soffitti storici e cornici in pietra nascosti da anni. Le sbarre sono state coperte da tende colorate e le poltrone hanno sostituito gli sgabelli di legno».
«Grazie alla generosa donazione di editori siciliani – continua Rinaldo – il patrimonio librario si è arricchito di pregevoli volumi, fino a contarne quattromila». A questo proposito un particolare ringraziamento va ad Antonio Sellerio, che ha impreziosito la biblioteca con 300 libri della collana Memoria, ma anche alle case editrici, sempre siciliane, Edizioni Arianna e Dario Flaccovio Editore, ma soprattutto a tutte quelle persone che hanno sposato l’iniziativa donando sia libri che denaro, grazie al quale lo Spazio Lib(e)ro ha preso via via forma.
«Insieme ai detenuti abbiamo riorganizzato il patrimonio librario esistente e quello di nuova acquisizione», racconta Giovanni Fasola, insegnante della sezione carceraria dello Stenio e volontario che ha curato la catalogazione della biblioteca. I detenuti stanno imparando il mestiere di bibliotecario, in modo da gestire in autonomia questo spazio che già sentono proprio; mentre montavamo le librerie, uno di loro ha scelto dei versi di Hikmet da dedicare alla moglie».
«Ma a conclusione dei lavori adesso la sfida, forse la più importante, è accompagnare gli ospiti della casa circondariale alla pratica della lettura come occasione di rigenerazione e di divertissement di pascaliana memoria», afferma Valeria Monti, curatrice dei laboratori di lettura ad alta voce. «Abbiamo realizzato dei laboratori che hanno già portato risultati incoraggianti, a giudicare dalle continue richieste arrivate al servizio di prestito bibliotecario anche durante i lavori in corso».
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