Sabrina: «Ho capito che il cibo “vivo” fa bene e mi sono data all’autoproduzione»
Seguici su:
Genova - Sabrina Pontetilla è una donna genovese che ha lavorato per anni nell’ambito della scuola, dell’educazione e della formazione. Quando aspettava la sua seconda bimba ha scelto di lasciare il lavoro “convenzionalmente inteso” per vari motivi, tra i quali il desiderio di potersi dedicare ai tanti progetti di famiglia: l’autoproduzione, la realizzazione di iniziative outdoor per bambini e famiglie (in collaborazione con l’associazione SAFE aps), l’istruzione parentale per le figlie e la necessità di vivere sempre più a contatto con la terra.
Sabrina è parte integrante di una famiglia che lei definisce una “super squadra” e che comprende, oltre alle due bambine, anche il marito, con altrettante passioni, e una gatta. Oggi è conosciuta come l’autrice della pagina “Il tempo dell’Avocado”, un nome recente per un progetto che trova radici e sviluppi molto indietro nel tempo. Ho deciso di approfondire con lei questa sua iniziativa di divulgazione.
Sabrina, com’è nata la tua passione per l’autoproduzione?
Da sempre mi dedico all’autoproduzione alimentare: oltre a coltivare, realizzo conserve di vario genere, panificazioni con lievito madre, liquori, bevande. Inizialmente l’obiettivo era soprattutto quello di presentare a tavola i prodotti da me preparati e confezionati, quindi più che altro una questione di gusto e passione. Negli ultimi anni – complice l’utilizzo dello Scec come moneta alternativa – ho conosciuto anche la gioia dello scambio e la riscoperta del baratto. Piano piano ho approfondito sempre di più il legame che c’è tra ciò che mangiamo e la nostra salute. Ho affinato le conoscenze circa l’uso di alcune materie prime rispetto ad altre e ho compreso l’importanza di mantenere sano il nostro sistema immunitario, soprattutto attraverso ciò che assumiamo con cibi e bevande e con il nostro stile di vita.
Come ti sei avvicinata alla “cucina in fermento”?
Studiando, leggendo, partecipando a corsi, ascoltando e seguendo diversi professionisti in materia di salute sono arrivata al mondo dei fermentati che sono una meravigliosa danza tra vita, gusti e benefici per la nostra salute. Noi in famiglia ne abbiamo tratto solo giovamento. Non si finisce mai di scoprire tecniche e preparazioni nuove ed è sempre importante continuare a studiare, confrontarsi e sperimentare per migliorarsi e, soprattutto, per produrre in sicurezza.
Cos’è “il tempo dell’avocado”?
Ho deciso di muovere i primi passi nella divulgazione per offrire anche ad altri la possibilità di entrare in questo meraviglioso mondo e ho aperto la mia pagina Facebook che verrà sostituita nei prossimi tempi con un blog più ampio e completo. Sono convinta che l’autoproduzione in generale e, in particolare, i fermentati, oltre che diventare grandi alleati per il nostro benessere, possano aiutarci a riconnetterci con la terra e con la ciclicità della vita. E poi credo siano in grado di farci riappropriare delle nostre capacità e dei nostri sensi. D’altronde, quando si apre un fermentato è una esplosione di vita, odori e colori. E come dico sempre: il cibo vivo non può che farci bene.
E il nome cosa significa?
Beh, io amo l’avocado! È un frutto che mi dona energia, ne amo sia il colore che il gusto. In un certo senso le sue caratteristiche rispecchiano alcuni elementi importanti alla base del sito. L’avocado richiede pazienza: attesa per la fruttificazione e attesa per gustarlo al punto giusto di maturazione. Energia, pazienza e amore per ciò che si coltiva non possono che essere gli ingredienti chiave per un progetto dedicato all’autoproduzione.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento