3 Giu 2021

Risma11, la multifactory che rigenera la città e la comunità

Scritto da: Simone Foscarini

Risma11 è una multifactory fondata sulla condivisione, sulla cooperazione e sulla comunità. Questo progetto è stato protagonista di una doppia rinascita: non solo la rigenerazione di un complesso industriale dismesso, ma anche la crescita registrata durante la pandemia, proprio in una delle zone d'Italia più colpite dal covid.

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Bergamo, Lombardia - Una risma è l’unità di misurazione della carta ed equivale a 500 fogli. Quando gli 11 iniziatori della Multifactory di Alzano Lombardo si sono dati un nome, non hanno dovuto pensarci troppo e hanno scelto proprio “Risma11” per rappresentarsi. In parte perché questa parola è la metafora perfetta per descrivere un gruppo – tanti singoli fogli che insieme compongono qualcosa di più, una risma appunto – e in parte perché la carta è stata la grande protagonista del luogo dove sorge il progetto.

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Foto di Maria Salvi Photography (https://mariasalvi.com

Risma11 Multifactory nasce infatti in un’ala della vecchia cartiera Pigna, all’interno di quello che oggi è Spazio Fase: un complesso di edifici protagonisti di un processo che ha trasformato l’ex cartiera dismessa di fine ‘800 in un ambizioso progetto di rigenerazione. Risma occupa una piccola parte dei 40mila metri quadri della vecchia fabbrica ed è un altro esempio di Multifactory, quel modello di spazi di lavoro condiviso che vi abbiamo raccontato qui. La Multifactory è un ambiente di sviluppo d’impresa che si fonda sul mutuo aiuto, l’autorganizzazione dei suoi membri e promuove forme di collaborazione al suo interno.

Ci troviamo a pochi chilometri da Bergamo, precisamente ad Alzano Lombardo, un Comune divenuto tristemente noto allo scoppio della pandemia. Risma11 si costituisce come associazione e nasce nel 2019. Uno dei primissimi soci a insediarsi negli spazi è un’agenzia di grafica e stampa, come potete vedere nei primi 30 secondi di questo walkaround, girato nell’estate di due anni fa.

Lo spazio era completamente vuoto e disabitato, ma entrambi i piani che compongono la Multifactory in meno di due anni si sono riempiti velocemente. Al piano terra si sviluppano lungo un ampio corridoio gli spazi artigianali, al primo piano invece si trovano gli uffici e le sale comuni dell’Associazione, che affacciano sull’iconica piazza con la ciminiera che svetta su tutto il centro di Alzano Lombardo.

Attualmente al suo interno lavorano circa 25 realtà, che raddoppiano di numero calcolando collaboratori e dipendenti che vi gravitano ogni giorno. Ci sono un massaggiatore, una psicologa, un laboratorio artistico, uno studio di avvocatesse, diversi grafici, una social media manager, una fotografa, una vetraia, un architetto, un’arteterapista, una sarta e ancora informatici, consulenti e un’azienda di efficientamento energetico. La diversità è proprio la forza delle Multifactory, che si fondano su un modello decisionale particolare – il metodo del consenso – che permette a gruppi cosi compositi e variegati di prendere decisioni e operare scelte condivise.

Il mix di diversità, governance orizzontale e mutuo aiuto crea un ambiente dove è più facile sviluppare sinergie e collaborazioni e, allo stesso tempo, diventa un luogo protetto, una vera e propria comunità di lavoratori. Anche nel momento più buio del 2020, a soli sei mesi dalla sua nascita, Risma11 è rimasta unita. Con lo scoppio della pandemia – che ha segnato particolarmente la provincia di Bergamo, nello specifico i comuni della Val Seriana, come Alzano Lombardo e Nembro – sono venuti a mancare proprio quegli aspetti di socialità e convivialità a cui tutti noi eravamo abituati e che caratterizzano un ambiente di lavoro come Risma11.

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Eppure anche durante il lockdown, nonostante non si potesse fruire degli spazi, Risma11 è rimasta viva. Pur non frequentando gli uffici e i laboratori ci si incontrava ogni settimana online e vedersi su Zoom è diventata l’occasione per ripensarsi come comunità ma anche per riorganizzare, con l’aiuto di tutti, le proprie singole attività. Sembra curioso che con la fine del primo lockdown Risma11 abbia acquisito cinque nuove attività professionali, ma in realtà ciò è sintomo del fatto che ambienti lavorativi di questo tipo sono capaci di attrarre lavoro anche nei periodi di maggiori ristrettezze economiche.

Ci chiediamo quindi: Risma11 è lo spazio di lavoro o la comunità che lo popola? La risposta sta a metà, ma di certo al cuore del progetto c’è la comunità, che plasma e connota lo spazio di lavoro secondo le proprie esigenze e necessità.
Come si dice in Risma: 1 + 1 = 11.

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