15 Giu 2021

L’Orto Corto, dove l’agroecologia è di casa: “Non coltiviamo ortaggi, ma la Terra”

Scritto da: Elisa Elia

Corta è la distanza che li separa dalla Terra e corta è la filiera attraverso cui vendono i loro prodotti. A Decollatura c’è l’Orto Corto, una realtà agricola gestita da alcuni ragazzi calabresi che hanno deciso di restare e puntare sulla terra, facendo propri i principi dell’agroecologia e recuperando i semi antichi del territorio.

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Catanzaro - Il viaggio nella Calabria che cambia continua e questa volta mi dirigo verso il Reventino, un’area montuosa e boschiva a ovest della Sila piccola. In particolare sto andando a conoscere l’Orto Corto, una realtà agricola che si trova a Decollatura (CZ) e che è gestita da due cugini, Carmine e Mario Gigliotti.

Dopo una lunga strada in salita costellata da alberi e boschi arrivo in paese e andiamo subito a vedere i terreni, che si trovano ai piedi dell’area boschiva del Reventino e vicini al fiume Sorbello. «Come esperienza siamo nati nel 2015, quando all’interno dell’associazione Passaggìari, di cui facevamo parte, abbiamo avuto alcune esperienze con l’agricoltura», racconta Carmine. «Poi ci siamo appassionati e abbiamo deciso di provarci in modo più strutturato, perché era anche una maniera per restare». Da qui iniziano lo studio, le sperimentazioni e la ricerca dei terreni, che sono tre ettari dislocati in punti diversi e ottenuti in comodato d’uso dai proprietari. Fino ad arrivare al 2020, anno di nascita ufficiale dell’azienda.

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Mario e, sullo sfondo, Carmine Gigliotti

L’Orto Corto – lo si intuisce già dal nome – si ispira a principi che valorizzano la terra e che puntano a un’agricoltura sana e in relazione col territorio: la coltivazione è completamente naturale, fatta anche attraverso la sperimentazione di tecniche di biodinamica e permacultura. «Diciamo che più che coltivare gli ortaggi, coltiviamo la terra», spiega Mario, mentre mostra i terreni che in questo momento stanno per essere messi a coltura. «Facciamo nostri i principi dell’agroecologia, per far rigenerare il terreno e far sì che sia sempre fertile».

Inoltre, Carmine sottolinea che una parte del loro lavoro consiste anche nel valorizzare i prodotti tipici del territorio che rischiano di perdersi: recuperano semi antichi e li coltivano. In particolare, hanno un intero terreno dedicato a una varietà di grano antico, il censarola, che poi viene macinato in un mulino a pietra. Fra i semi antichi, anche quelli di molti legumi: il fagiolo monachella, l’uacchiu e vua e la chiumbina, tipici del Reventino.

A tutto questo si lega un rapporto con la comunità circostante. Da un lato c’è la valorizzazione dei prodotti del territorio e delle autoproduzioni di singoli, dall’altro il tentativo di fare rete con altri agricoltori e quindi sensibilizzare su determinate tematiche: «Quello che proviamo a fare è costruire una rete o comunque rapportarci a chi coltiva come noi in questi territori: all’inizio eravamo visti come dei visionari perché non usavamo nulla di chimico, ma poi piano piano abbiamo visto che è iniziato un dialogo e che ogni tanto ci chiedevano consigli: già questo è qualcosa», racconta Carmine.

orto corto 3

Fare rete e creare circoli virtuosi infatti è fondamentale anche per l’ultima fase, che è quella della vendita. Per il momento l’Orto Corto si affida alla vendita diretta attraverso mercati e contatti di persone già sensibilizzate sul tema. Ma l’obiettivo è allargare il cerchio: più questa rete si estende, più si innescano dei circoli virtuosi e c’è meno spazio per lo sfruttamento della terra e dei lavoratori.

Con le sue difficoltà, l’Orto Corto è comunque una realtà in crescita: oltre Mario e Carmine vi lavorano anche altre due persone, in base ai periodi dell’anno. Ci sono obiettivi per il futuro, fra cui la produzione di miele: se ne sta occupando Leonardo, un giovane di 21 anni anche lui di Decollatura, che gestisce le api in fondo ad uno dei terreni. E, non appena sarà di nuovo possibile, iniziative per coinvolgere la comunità in modo più concreto e far toccare con mano cosa significhi agroecologia.

Tutto questo spesso avviene in connessione con Discovering Reventino, un progetto di riscoperta e valorizzazione del territorio. Anche uno di loro è qui con noi in mezzo ai campi e sta per raccontarmi la loro storia. Do un ultimo sguardo all’Orto Corto, alla terra prima di passare alle montagne, che sono le protagoniste di questo altro progetto, nella consapevolezza che tutto è connesso.

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