Officina Creattiva: artigianato e “saper fare” per l’integrazione sociale
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Campobasso, Molise - Tutto ha inizio da un ritorno in Molise. A partire da questo viaggio verso le proprie radici, la storia di Concetta Fornaro, presidente dell’Associazione “Liberi di essere”, si intreccia a quella di altre donne e uomini che in questa regione hanno deciso di fare ritorno o che per vari motivi vi hanno trovato un porto sicuro, in cui ricominciare.
Per oltre venticinque anni Concetta lavora come architetto in giro per il mondo. Dopo gli studi all’Università di Firenze, si dedica a innumerevoli progetti di cooperazione internazionale con il gruppo di ricerca guidato dal professore Alberto Magnaghi, pioniere della scuola territorialista in Italia. Lavora principalmente in Africa e in Medioriente.
Quello verso casa è forse il suo viaggio più coraggioso. I figli e un crescente bisogno di stabilità le danno l’occasione di rimettersi in discussione e ripartire da un luogo che aveva lasciato anni prima: «Strano a credersi, ma ho sentito che in quel momento il Molise potesse diventare la base, il nuovo centro da cui partire», mi racconta Concetta. Dopo una lunga assenza, ritrova la sua terra immobile al trascorrere del tempo eppure profondamente mutata. Sono gli anni in cui molti giovani decidono di tornarvi, dando vita a un processo di rigenerazione del territorio.
Altri giovani, invece, raggiungono il Molise dopo aver attraversato il Mediterraneo, lasciandosi alle spalle le coste del Nord Africa. Una vera e propria boccata d’ossigeno per una terra minacciata da un elevato rischio di spopolamento. «È statisticamente provato che il Molise sia rinato tre volte – spiega Concetta – grazie a ciclici flussi migratori. Quella a cui assistiamo oggi è la sua terza rinascita, in cui delicati equilibri regolano la convivenza di queste «nuove popolazioni locali».
Gli anni di esperienza sul campo in giro per il mondo offrono a Concetta una prospettiva privilegiata da cui osservare il suo territorio e i profondi cambiamenti del tessuto sociale. Sin da subito inizia a lavorare come mediatrice culturale in vari centri di accoglienza straordinaria. Molte attività dedicate ai migranti ospiti di queste strutture vengono organizzate grazie ai volontari di “Liberi di essere”, associazione di promozione e sviluppo del territorio, attiva dal 2013.
«La maggior parte degli ospiti di questi centri di accoglienza sono giovani tra i 19 e i 28 anni. Vi sono dei rigidi programmi ministeriali che regolano il funzionamento di queste strutture e limitano il numero di ore che gli ospiti possono trascorrere al di fuori di questi centri». Tutto ciò non fa altro che aumentare il divario tra questi giovani e le popolazioni locali, impedendo un corretto e graduale processo di integrazione.
Nasce così nel 2016 Officina Creattiva, laboratorio socio-culturale, ma soprattutto progetto di integrazione sociale. Ispirandosi al concetto di sviluppo auto-sostenibile, Officina Creattiva mira a costruire un modello di economia circolare: «La maggior parte delle nostre iniziative ed eventi viene autofinanziata e realizzata in sinergia con altre associazioni e piccole realtà del territorio. Con il ricavato riusciamo a portare avanti i nostri progetti, autosostenendoci», chiarisce Concetta.
Molti i giovani migranti che grazie a Officina Creattiva sono riusciti a riscattarsi e ricominciare nel nostro paese. «Molti di loro sono qui solo di passaggio. I nostri progetti sono dedicati in particolar modo a coloro che decidono di restare». Come Folusho, alla guida della sartoria di Officina Creattiva. Ha imparato a cucire quando aveva solo quattordici anni e continua a farlo con grande passione. Nell’ambito del progetto “Cucito ad arte”, Folusho tiene laboratori di cucito e riciclo creativo.
«Per noi è importante riattivare il potenziale di questi giovani, aiutandoli a mettere al servizio della comunità le loro competenze e abilità», prosegue Concetta. Tutto ciò favorisce l’integrazione nella comunità, aumentando le interazioni al di fuori dei centri di accoglienza. Folusho ha lasciato la Nigeria alla soglia dei quarant’anni, a differenza di molti suoi connazionali che giunti all’età di trent’anni rinunciano a partire, visti i pericoli del viaggio nel Mediterraneo. A gennaio di quest’anno ha lasciato il centro di accoglienza che lo ospitava ed è andato a vivere per conto suo.
Officina Creattiva ha accompagnato Folusho nel processo di graduale inserimento nel vicinato: «Il Molise conserva una struttura urbanistica costellata di piccoli borghi, in cui è ancora molto forte il senso di comunità – chiarisce Concetta – e grazie al suo lavoro Folusho è diventato nel tempo un riferimento per quella stessa comunità che lo ha accolto». Nella sua sartoria i manufatti vengono realizzati utilizzando risorse derivate, scarti di lavorazione, abiti dismessi, scampoli di tessuto: l’unica cosa a non essere riciclata, sono le idee. Da queste materie prime Folusho realizza capi d’abbigliamento, manufatti per la casa e tanto altro.
Ad Officina Creattiva Folusho è riuscito a esprime il proprio talento, collaborando a vari progetti solidali, come quello del “Sapone buono”, che coinvolge varie associazioni del territorio. Un sapone buono per i suoi ingredienti ecocompatibili, prodotto con essenze autoctone e soprattutto realizzato in collaborazione con giovani adulti affetti da disturbi mentali, grazie al supporto dell’Anffas di Campobasso. Questo sapone è buono soprattutto perché unisce e favorisce la collaborazione tra realtà diverse. Folusho, infatti, realizza astucci e sacchetti per questi saponi, utilizzando stoffe riciclate, cucite ad arte.
Tante le storie di rinascita a Officina Creattiva. Come quella di Fidelis, anche lui partito dalla Nigeria e arrivato in Molise per restare. Oggi è impegnato nel progetto “Molise bio e solidale”, realizzato in collaborazione con la Fondazione Anchise Onlus e finalizzato al recupero e alla valorizzazione di frutteti autoctoni. Nell’ambito di questo progetto uno spazio importante è dedicato anche agli anziani della comunità, depositari di antichi saperi. La rivalutazione del territorio, infatti, passa anche per la tutela delle tradizioni passate. Fidelis si è specializzato in ambito agricolo e si occuperà di un laboratorio dedicato alle piante officinali.
Per Concetta il segreto del successo di Officina Creattiva risiede nella collaborazione e nell’importanza di fare rete tra associazioni e realtà locali, valorizzando le potenzialità di ognuno. Quando pensa ad Officina Creattiva, immagina un intricato lavoro a maglia, in cui piccole filiere del territorio si intrecciano, dando vita a un ricco tessuto sociale, di cui la diversità è il più grande pregio.
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